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(AGI) – Roma, 20 set. – Romano Prodi conferma che riferira’ sulla vicenda Telecom solo alla Camera il 28 settembre, come deciso dalla conferenza dei capigruppo di Montecitorio. “Il presidente del Consiglio non va mai nei 2 rami del Parlamento. Mi hanno chiesto il 28 e andro’ il 28” alla Camera, ha spiegato il premier nel corso di una conferenza stampa a New York. Per Prodi, comunque, “gia’ sono stati dati” sul caso Telecom “tutti i chierimenti possibili” ma “era chiaro che non era questo il problema che interessava”. Il premier ha ribadito di non aver “assolutamente nulla” da rimproverarsi nella gestione di questa vicenda”. Il presidente del Consiglio conferma di aver ricevuto la telefonata del presidente della Camera Fausto Bertinotti quando la decisione di riferire in Parlamento era gia’ stata presa. La decisione di riferire solo a Montecitorio ha suscitato le critiche dell’opposizione: “Prodi continua ad essere arrogante nei confronti del Parlamento. E’ gravissimo che non si presenti domani al Senato” ha detto il presidente di An Gianfranco Fini. “E’ gravissimo perche'” Palazzo Madama “ha votato per la sua presenza in aula, e si e’ trattato di un voto suffragato da una maggioranza diversa da quella che sostiene l’esecutivo”. Roberto Calderoli, della Lega Nord, parla di “schiaffo non soltanto al Senato ma soprattutto ai senatori” che “sono i delegati del popolo a rappresentare la sua volonta'”. Anche per il presidente dei senatori di Forza Italia, Renato Schifani, la decisione di Prodi “rappresenta un’offesa al Senato e una palese violazione dell’ art. 64 della Costituzione. Attendiamo di sapere dai presidenti Marini e Napolitano se in Italia e’ ancora vigente la Costituzione che il premier con la sua dichiarazione di oggi dimostra palesemente di voler violare”.