(ADUC.it) – Lo ha deciso il Tar del Lazio che ha respinto le richieste con le quali Telecom Italia e Tim sollecitavano il rimborso di una cifra (386 milioni di euro per Telecom Italia e 142 per Tim) giudicata ‘contraria al diritto comunitario’ dalla Corte di Giustizia europea, in quanto proprio dall’inizio di quell’anno era scattata la liberalizzazione del mercato delle telecomunicazioni.
Il Tar, pur riconoscendo ‘la novita’ e la complessita’ della questione’, non sconfessa la decisione della Corte europea, facendo anzi proprio quanto dalla stessa stabilito, ovvero che ‘spetta al giudice nazionale accertare se il canone sia connesso al diritto esclusivo relativo al servizio di telecomunicazioni pubbliche concesso alla Telecom Italia prima dell’entrata in vigore della direttiva’.
Per i giudici amministrativi, infine, ‘il canone non ha natura tributaria – si legge nella sentenza – essendo basato sul vantaggio particolare attribuito a chi usa l’utilita’ pubblica e non su una data capacita’ contributiva’, soprattutto perche’ e’ dovuto ‘da tutti e da ciascun concessionario per il sol fatto’ di usare la concessione, ‘ancorche’ non esclusiva’.
Telecom Italia ricorrera’ al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar del Lazio. “le motivazioni contenute nella decisione del Tribunale amministrativo vanno considerate ‘infondate’. Di conseguenza ha affidato ai propri legali il mandato ad impugnare tale decisione avanti al Consiglio di Stato”.