Si chiamerà Qoob tv, in luogo di Flux, il nome che aveva precedentemente sulle frequenze analogiche. Il nome deriva da una celebre marca di modchip, quei chip che servono a leggere sulle consolle (tipo PlayStation o Xbox) i software non originali. Originalissima, invece, è l’idea alla base del progetto di Antonio Campo Dall’Orto, direttore generale television di Telecom Italia media e responsabile della “migrazione” di Flux tv sul digitale terrestre, con relativo cambio di marchio in Qoob tv. La vecchia Flux era nata qualche anno or sono dalle ceneri di Elefante tv e Delta tv, acquistate da Telecom per la cifra di 127,5 milioni di euro dal “magnate dei tappeti”, l’ex proprietario di Telemarket, Giogo Corbelli. Flux era una tv di flusso, nel vero senso della parola; non esistevano conduttori o pause pubblicitarie (“per non interrompere il flusso” chiosava Campo Dall’Orto), era semplicemente musica, ininterrottamente musica. Il nuovo progetto prevede, invece, una sorta di convergenza tra televisione, internet e telefonia mobile, in una commistione molto innovativa, che attirerà la nuova blog-remix generation, la generazione di chi va in tv perché ha qualcosa da dire e da diffondere. Vedremo se Campo Dall’Orto sarà davvero profeta in patria, ma intanto appare molto attraente questa prospettiva di una nuova generazione che, finalmente, vuole “imporre” concetti ed è contro la tv dell’ “apparire senza saper fare nulla”. (G.C. per NL)