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Roma – Se in futuro Telecom Italia intendesse mettere in vendita un proprio asset, lo farà unicamente per “raccogliere le forze” e mettersi in condizioni di competere sul fronte dell’evoluzione e della convergenza. È il senso di quanto dichiarato ieri dal presidente Guido Rossi durante un’audizione in Parlamento.
Il successore di Marco Tronchetti Provera ha testualmente dichiarato di fronte alla Camera: “Eventuali future cessioni parziali o totali di asset saranno prese in considerazione solo alla luce della necessità di reperire risorse per perseguire gli obiettivi di sviluppo delle nuove reti e della convergenza. Per il momento, lo ribadisco, non è stata presa alcuna decisione al riguardo”.
Ancora una volta, questa volta in una sede istituzionale, i vertici dell’incumbent smentiscono dunque le voci che vedono nella riorganizzazione industriale del principale operatore TLC italiano una soluzione ai tanto discussi debiti della società: “È sbagliato pensare, come hanno fatto molti osservatori che hanno attribuito la riorganizzazione a difficoltà finanziarie del gruppo. Si tratta di un’indicazione sbagliata”. “Non vi è banca italiana o estera, né analista finanziario italiano o estero – ha spiegato Rossi – che abbia messo minimamente in dubbio la sostenibilità del debito di Telecom Italia”.
Lo scorporo della rete fissa è da leggere quindi in chiave esclusivamente amministrativa: “La creazione di una società che contiene la rete locale di accesso deliberata dal Consiglio di amministrazione della società l’11 settembre risponde solo alle sollecitazioni pervenute dall’Autorità per le comunicazioni”, ha aggiunto Rossi, evidenziando che Agcom, nella relazione annuale presentata al Parlamento lo scorso luglio aveva chiesto a Telecom Italia di fare un passo avanti “sulla strada della separazione tra servizi regolati e non regolati”.
Le decisioni prese da Telecom sarebbero quindi da leggere come “una risposta all’appello del presidente dell’Authority”, risposta che dovrà “sgombrare definitivamente il campo dalle accuse che spesso ci vengono rivolte di scarsa trasparenza nelle transazioni tra la componente di rete locale d’accesso e il resto dell’azienda”.
Ma potrà la separazione progettata dall’incumbent raggiungere questo importante e auspicato obiettivo? Guido Rossi se ne è fatto convinto portavoce, firmando virtualmente una cambiale per rassicurare consumatori e operatori alternativi: “In questo modo la trasparenza garantita al regolatore sarà massima: le transazioni con il resto di Telecom Italia entreranno nei cicli di fatturazione e saranno esposte nel bilancio”.
Dario Bonacina