da www.punto-informatico.it
http://punto-informatico.it/p.aspx?id=1639395
Milano – Rumors, comunicati, presunti scoop e smentite si susseguono da tempo attorno alle sorti di Telecom Italia. A parte eventuali rivoluzioni dell’assetto societario, con il coinvolgimento di Rupert Murdoch (numero uno di SKY), gli argomenti più ricorrenti sono le ipotesi di alienazione di due asset importantissimi: in primis la rete fissa, il cui scorporo è visto da molti come un volano per il libero mercato. Ma un’altra idea prende quota: la possibile cessione della rete TIM.
Sull’ormai diffusamente trattata ipotesi dello scorporo sono innumerevoli i pronunciamenti a favore: l’ultima in ordine di tempo, è quella di Assoprovider. Allineata a quelle degli altri soggetti “separatisti” (=favorevoli allo scorporo), la convinzione dell’associazione è che una simile operazione porti ad una maggiore concorrenzialità del mercato e ad una conseguente riduzione delle tariffe applicate agli utenti. La praticabilità dell’operazione passerebbe dall’affidamento della rete ad un ente indipendente come la Cassa Depositi e Prestiti (CDP).
Non tutti vedono però lo scorporo come la panacea per risolvere i problemi del mercato. Milano Finanza osserva che la soluzione potrebbe risiedere altrove, e a suffragio di questa considerazione porta l’esempio di un altro recente scorporo, quello tra Enel e la rete Terna affidata alla CDP. L’operazione non avrebbe portato vantaggi significativi agli utenti, che non hanno ancora goduto di alcuna riduzione dei costi tariffari. Potrebbe esistere inoltre il pericolo che una rete fissa, affidata ad un ente controllato dallo Stato che ne condiziona gli investimenti, possa avere un’evoluzione tecnologica più lenta.
Anche Pietro Guindani, amministratore delegato di Vodafone, ha espresso scetticismo sulla questione scorporo. In occasione del Meeting di Rimini di fine agosto, aveva infatti affermato: “Lo scorporo della rete di Telecom non è strettamente necessario a creare condizioni di concorrenzialità. Non c’è beneficio a scorporare una rete dove essenzialmente si veicola un solo servizio, la voce. La misura non sarebbe nemmeno sufficiente a creare concorrenza: quello che conta oggi è il rapporto con il cliente che deve essere libero e concorrenziale”. L’idea resta comunque sul piatto e non perde vigore, nonostante questi pareri contrari.
Sull’altra ipotesi, quella della cessione della rete TIM, c’è chi si aspetta novità ufficiali proprio oggi, 11 settembre 2006, data in cui è in programma il Consiglio di Amministrazione: fonti vicine all’azienda, secondo Reuters, riferiscono che “per TIM è probabile si vada verso la societarizzazione finalizzata a una futura valorizzazione dell’asset”. Il gruppo sarebbe orientato “alla cessione di TIM, non è ancora chiaro quale quota sarà oggetto di dismissione”. Stando a queste ipotesi, prima di poter essere ceduta, TIM dovrebbe riassumere lo status di società. Ciò che già era prima della fusione con Telecom Italia, insomma.
Considerando valida questa prospettiva, resta da capire come l’incumbent intenda muoversi sul fronte della convergenza fisso-mobile: Unico, con la corrispondente offerta wholesale, si basa sulla tecnologia UMA, il cui funzionamento poggia proprio sulla sinergia fra le due reti gestite dall’incumbent. Un eventuale scorporo della rete mobile potrebbe complicarne la gestione ma potrebbe anche essere il volano di una competitività matura per il tanto sospirato ingresso in scena dei MVNO, gli operatori mobili virtuali.
Sullo sfondo di tutte queste possibilità resta sempre l’ipotesi meno “traumatica”, perché non toccherebbe né la telefonia fissa né quella mobile: quella dell’ingresso di Rupert Murdoch, con la sua News Corporation (gruppo di cui fa parte SKY) in Olimpia, holding che controlla Telecom Italia. Giudicata probabile da varie fonti, anche alla luce degli incontri interlocutori fra i vertici delle due aziende, l’incumbent potrebbe vedersi costretto dall’Antitrust ad un altro importante “scorporo”: quello di Telecom Italia Media, che già opera nel settore televisivo con
La7 e MTV e il cui connubio con le emittenti che fanno capo all’editore australiano potrebbe configurare una monopolizzazione nel settore dell’informazione.
Un articolo pubblicato ieri dal quotidiano il Giornale, infine, riferisce che si avvereranno tutte le ipotesi sopra citate. Telecom proseguirebbe quindi attraverso la cessione di TIM, lo scorporo della rete fissa e l’intesa con Murdoch.
L’unico comunicato ufficiale emesso da Telecom Italia contiene un sunto dell’ordine del giorno della riunione del Consiglio di Amministrazione convocata per oggi: oltre all’esame dei conti del primo semestre 2006, ci sarà spazio per discutere la riorganizzazione delle attività fisse e mobili del Gruppo. “Il percorso a tale scopo individuato – recita la nota – sarà comunicato al mercato senza indugio, a valle dell’assunzione delle determinazioni di competenza da parte del Consiglio di Amministrazione”. A riprova del rilievo dei temi oggetto di discussione, l’incumbent ha richiesto la sospensione della negoziazione dei propri titoli in Borsa per la giornata di oggi.
Dario Bonacina