da www.affaritaliani.it
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Dopo quella di Milano (i Pm Stefano Civardi e Fabio Napoleone a inizio estate hanno emesso una richiesta di custodia cautelare per associazione a delinquere per speculazione sulle informazioni tratte dai flussi telefonici), infatti, la procura di Roma ha deciso di vedere chiaro sul gruppo telefonico, dando il via a un dossier, per il momentosecondo il modello 45. Ossia senza indagati nè ipotesi di reato.
Il CorSera aveva scritto che l’inchiesta sarebbe potuta partire “dopo aver
accertato, per esempio, omesse comunicazioni alla commissione
della Borsa. Oppure se dall’esame dei documenti emergesse il sospetto dell’esistenza di un patto occulto per condizionare le scelte sulla cessione o sullo smembramento della società.
La magistratura, però, dovrebbe prendere in considerazione l’ipotesi di ostacolo all’attività di un’autorità di vigilanza.
I pm si occuperanno del riassetto annunciato la scorsa settimana e in particolare dello scorporo di Tim. Il fascicolo è intestato “Atti relativi a”.
Così il procuratore Giovanni Ferrara si è reso conto che, anche su fronte giudiziario, è necessario fare chiarezza in tempi brevi. Quindi senza attendere l’eventuale arrivo di una segnalazione da parte della Consob prima di intervenire, ha deciso di accelerare i tempi, chiedendo lui, per primo, informazioni all’Authority guidata da Lamberto Cardia.
L’apertura del fascicolo consentirà di avviare un primo esame sulla vicenda e chiedere informazioni alla Consob. In particolare la Procura intende sapere se possa configurarsi il reato di ostacolo all’attività di vigilanza della Consob stessa.
Sono stati allegati tutti gli articoli di stampa usciti in questi giorni e già presi in considerazione dalla Procura della Repubblica a cominciare dalla settimana scorsa.
Ferrara ha spiegato che si chiederanno alla Consob informazioni “per sapere quali
iniziative possa avere preso in relazione alla vicenda”.
L’apertura del fascicolo da parte della Procura di Roma è la nuova tappa di una vicenda cominciata lunedì scorso, quando il Consiglio di amministrazione della Telecom ha approvato il piano di riassetto del gruppo: in pratica, lo scorporo della rete fissa e della telefonia mobile (Tim) per conferirle in due società ad hoc. Una scelta che ha provocato l’irritazione del governo. Il premier Romano Prodi, dalla Cina, ha fatto sapere di non essere stato minimamente informato da Tronchetti Provera.
Successivamente, però, il Corriere della Sera e il Sole 24 Ore hanno pubblicato un piano fatto avere riservatamente dal consigliere di Prodi, Angelo Rovati, a Tronchetti Provera.
Le polemiche successive hanno portato prima alle dimissioni del presidente della Telecom (al suo posto viene nominato l’attuale commissario straordinario della Federcalcio, Guido Rossi) e poi, oggi (lunedì, ndr), a quelle di Rovati.