Tele Jato: l’informazione in terra di mafia

Nonostante le querele e le minacce, Pino Maniaci continua ad informare su quello che succede a Partitico e dintorni, tanto che giornalisti da tutto il mondo sono venuti in zona per conoscere Tele Jato e parlarne


da Millecanali

Fare informazione in terra di mafia non è facile, ma neanche impossibile. Tele Jato lo fa dal 1999 nel piccolo paese di Partinico, a qualche chilometro da Palermo, vicino a posti come Corleone, San Giuseppe Jato, Terrasini o Cinisi (paese dove si trovava Radio Aut di Peppino Impastato).

Tele Jato è nata nel ’99 da un’idea di Pino Maniaci, che vi lavora con la moglie Patrizia e i figli Letizia e Giovanni. Con i propri risparmi Pino Maniaci ha acquistato le frequenze di un canale che apparteneva al PCI e poi al Pds. La sede di Tele Jato, Tv comunitaria, è in una stanza in una palazzina di Cinisi, con materiale e attrezzature in gran parte di recupero. Raggiunge 22 comuni della provincia di Palermo per circa 150.000 spettatori.

Tele Jato produce un telegiornale al giorno, alle 14,15, che dura due ore, scaricabile collegandosi al sito www.telejato.it. Al mattino vengono montate delle immagini sulle parole di un programma radiofonico locale e ogni 15 giorni va poi in onda una trasmissione di approfondimento.

Le piccole dimensioni dell’emittente, se da un lato possono essere penalizzanti per i pochi mezzi tecnologici a disposizione, dall’altro permettono di avere una certa flessibilità e di ‘essere’ con tempestività sulla notizia. Come quando, nel caso del pentimento di Giusi Vitale, prima donna pentita di mafia, Tele Jato è stata la prima ad arrivare sulla notizia.
“Al mattino abbiamo visto una pattuglia dei Carabinieri che, in tutta fretta, andava a prendere i figli della donna a scuola – spiega Patrizia Maniaci – ; in un paese come Partitico può voler dire soltanto che i ragazzini andavano messi sotto protezione, perché la loro mamma stava svelando segreti di mafia inconfessabili”.

In una realtà di questo tipo c’è il problema reale e sentito di proteggere chi lavora nell’emittente, sia dalle querele sia dalle minacce della mafia. Una soluzione è stata quella di creare un sistema di rotazione dei direttori responsabili. Anche se questo non salva dalle querele. TeleJato ne ha collezionate 250, solo 200 sono state presentate da Antonia Bertolino, titolare della distilleria più grande d’Europa. L’azienda della Bertolino, cognata del pentito Angelo Siino, è accusata di inquinare la zona di Partitico e Tele Jato ha portato alla luce i fatti.

Per la sua attività Maniaci ha già subito due attentati e numerosi messaggi d’intimidazione. Ma tutto questo non è bastato a fermarlo, anzi. “Per non restare solo collaboro con altre realtà – dice Pino Maniaci – che combattono l’illegalità: quelli dell’associazione antimafia dedicata a Rita Atria, la rivista siciliana ‘Casablanca’ e il sito di controinformazione www.icensurati.it. Siamo connessi a un’altra emittente online, Arcoiris Tv (con canale satellitare; Ndr.), e poco alla volta sono venuti a conoscerci in tanti”.

Alcuni hanno paragonato la scelta coraggiosa di Tele Jato a quella di Radio Aut di Peppino Impastato. Maniaci evidenzia la differenza, dovuta al fatto che Tele Jato è apolitica, ma tra le firme dell’emittente c’è stato anche Salvo Vitale, amico fraterno di Impastato.

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