Riportiamo un lungo pezzo di Marina Galatioto di Affari Italiani a riguardo di Tele Alto Milanese, probabilmente la più seguita tv libera lombarda tra il 1975 ed il 1977 (poi lasciò spazio ad Antenna Nord in vetta alle classifiche). L’articolo, a tratti, appare un po’ romanzato e con alcune inesattezze dal punto di vista tecnico, ma, nella sostanza, riesce, attraverso la testimonianza dei protagonisti, a ricostruire, pur ovviamente per sommi capi, con una certa fedeltà gli importanti eventi che caratterizzarono la breve ma intensa vita della stazione tv di Busto Arsizio (Va).
di Marina Galatioto
(Affari Italiani ) – Sull’onda dei ricordi Negli ultimi mesi, per una congiuntura di eventi e circostanze, sono tornati alla ribalta mitici personaggi legati alla prima emittente televisiva libera: Tele Alto Milanese (TAM), così abbiamo pensato di ripercorrerne la storia attraverso le testimonianze di chi vi ha lavorato ed è stato protagonista di un pezzetto della storia lombarda e non solo -.
Lavoravamo al settimanale La Spinta che all’epoca, eravamo negli anni ’70, vendeva circa 12/13.000 copie” racconta Giorgio Romussi che ne era il direttore
“Era stato fondato nel ’73 dall’industriale Giuseppe Mancini e andò avanti fino al ’78- Mancini era di origine romagnole, ma si era trasferito a Busto Arsizio all’età di sedici anni. – Era geniale, intraprendente” continua Romussi “Si buttava nelle cose e si trascinava dietro tutti quanti. Com’è iniziata l’avventura? – Un giorno Mancini è venuto in redazione, eravamo in Via Rieti, non lontano dallo stadio della Propatria, e ci ha detto, a me e ad Aldo Restelli, giornalista capo redattore a La Spinta “Domani andiamo in televisione” ricorda Romussi. – Abbiamo pensato che volesse portarci a vedere qualche trasmissione sportiva – spiega Restelli che per il settimanale seguiva lo sport: le squadre ProPatria e Legnano, spogliatoi, pagelle, cronaca e trasferte. A quei tempi non c’erano i cellulari e il giornalista doveva, alla fine della partita, trovare un telefono da cui dettare l’articolo.
Comunque, i due erano convinti di dover fare da spettatori a qualche trasmissione RAI, unica televisione dell’epoca. – Invece la trasmissione dovevamo farla noi! – racconta Giorgio Romussi – Mancini aveva già allestito gli studi in Via Caprera, sempre a Busto. Era già tutto pronto. Così i due giornalisti della carta stampata si ritrovano ad essere dilettanti allo sbaraglio. – Non sapevamo niente di televisione e abbiamo imparato strada facendo – ricorda Restelli – La prima intervista l’abbiamo fatta alla squadra di calcio del Varese, ma passare dalla pagina scritta alla diretta! L’emittente privata chiamata TeleAltoMilanese nel 1975 era l’unica televisione privata via etere e faceva concorrenza alla Rai, però aveva aperto senza i dovuti permessi. – Così siamo stati chiusi per tre mesi – spiega Romussi che era il direttore dei servizi giornalistici – Siamo finiti in tribunale e la TAM è stata difesa dall’avvocato Celiento, figura di spicco della città. Alla fine, con mille difficoltà, abbiamo ottenuto i permessi e nel ’76 sono riprese le trasmissioni, mai interrotte fino al 1978.
(segue)