Tecnologie che rispettano l’ambiente, migliorano la qualità della vita dei cittadini e fanno risparmiare fino al 60% sulle spese delle amministrazioni.
Si chiamano ‘trenchless’ (o ‘no dig’) e sono le nuove tecniche per la messa in opera o il risanamento e la sostituzione delle infrastrutture legate ad acqua, telecomunicazioni, energia e fognature. ‘’I vantaggi della minitrincea – spiega all’Adnkronos Paolo Trombetti, presidente di Iatt, l’associazione che promuove la diffusione delle tecnologie a basso impatto ambientale – ovvero l’impiego di una tecnologia di microscavo per lo sviluppo della larga e larghissima banda soprattutto in ambito urbano ed extraurbano, sono notevoli. Questa tecnologia riduce sensibilmente gli incidenti sui cantieri, riduce gli impatti ambientali del 70% rispetto a uno scavo tradizionale e riduce anche i consumi energetici di un 50/60%’’. Oltre a rendere quasi nullo il ricorso agli scavi a cielo aperto, le tecnologie ‘trenchless’ riducono notevolmente l’impatto socio-ambientale dei lavori in città. Diminuiscono i danni alle attività commerciali, residenziali o di svago, minimizzano i problemi di sicurezza per i cittadini, evitano danni ambientali e riducono il traffico dovuto ai cantieri e il movimento di camion con materiali di risulta con il risparmio su emissioni di Co2 e inquinamento acustico. Un ulteriore passo, questo, verso le smart cities, le città del futuro, che avranno presto regole certe dettate da una nuova Prassi di Riferimento Uni. Una misura realizzata in collaborazione con Iatt, presentata in anteprima questa mattina a Milano, in occasione del convegno ‘’Smart Cities and communities – Esperienze, riflessioni e progetti nell’area metropolitana milanese’’, organizzato dall’Ordine degli Ingegneri di Milano. ‘’Le smart cities – dice Ruggero Lensi, Direttore relazioni esterne, sviluppo e innovazione Uni – sono una grande opportunità e rappresentano, per la normazione, la possibilità di andare a codificare quelli che sono gli elementi fondamentali, ovvero gli aspetti di governance e quelli legati alle prestazioni dei servizi per i cittadini. Noi – sottolinea – stiamo operando in modo intenso negli ultimi anni su questi due temi e usiamo per questo lo strumento delle cosiddette prassi di riferimento, che sono delle nuove tipologie normative per il trasferimento dell’innovazione e delle tecnologie. La nuova prassi di riferimento sarà destinata a formare il personale degli ordini professionali, che avrà così una linea guida univoca, su metodi e comportamenti da seguire, la quale potrebbe in futuro essere esportata come modello di ‘best-practice’. ‘’La collaborazione con Uni – commenta Paola Finocchi, Segretario generale Iatt e Project Leader della prassi di riferimento – ci permetterà di regolare un settore attualmente carente di normative. Il mercato delle tecnologie ‘trenchless’, nonostante il periodo contingente, è in crescita e in continua evoluzione proprio perché la bassa invasività e la velocità di intervento rispondono oggi più che mai alla esigenza dei gestori delle reti di intervenire in contesti, quali i centri urbani, dove è sempre più difficile e costoso con i sistemi tradizionali. Ecco che regole chiare e standard consentiranno ai progettisti non solo di applicarle ma di farlo in maniera corretta’’. Su futuro, innovazione e tecnologie punta anche la Regione Lombardia, che sulle smart cities ha predisposto un ingente piano di investimenti. Un’opportunità per la città di Milano, chiamata ad affrontare le sfide del futuro, specie nell’ottica dell’Expo del 2015. ‘’La Regione Lombardia – afferma Massimo Garavaglia – Assessore all’economia, crescita e semplificazione – può fare molto e lo farà già quest’anno. Può aiutare a fare rete, mettendo in rete già le esperienze esistenti, ma soprattutto può spingere sugli investimenti. Noi – aggiunge – mettiamo a bilancio quest’anno 100milioni di euro per i sistemi ‘smart city’ su due linee’’. La prima sull’efficienza energetica, ‘’trovando anche dei meccanismi per superare il patto di stabilità, che è cosa fondamentale altrimenti sarebbe inutile’’. Quindi sui pali intelligenti: ‘’Noi – spiega Garavaglia- pensiamo che la rete dell’illuminazione pubblica possa diventare un driver su cui far viaggiare più cose, dal wifi alla banda larga, a tutte le applicazioni. E su questo pensiamo che l’unico limite esistente sia quello della fantasia’’. (Adnkronos)