Presentato nei giorni scorsi a Roma il rapporto Nectis sugli investimenti IT nelle Regioni e nelle Province autonome di Trento e Bolzano. Il Rapporto vuole fotografare lo stato di salute degli investimenti in innovazione effettuati dalla Pubblica Amministrazione italiana. Regioni e Province Autonome infatti, soprattutto dopo la recente riforma del titolo V della Costituzione, si configurano come attori di primo piano sullo scenario di innovazione del Sistema Paese. A loro è stata infatti trasferita tutta una serie di competenze aggiuntive per cui la spinta tecnologica è fondamentale. E come si stanno comportando le Regioni italiane? Riescono a tenere il passo con le esigenze della modernità? I dati Nectis tracciano un quadro piuttosto variegato che non ci può lasciare del tutto soddisfatti. Si configura infatti, non inaspettatamente, un gap tecnologico importante tra Nord e Sud: a fronte di una spesa complessiva (IT e Tlc) di 1,1 miliardi di euro, scopriamo però che il 62% degli investimenti in IT , per rinnovare ed adeguare i propri sistemi informativi, viene effettuato dalle regioni del Nord. Se questa tendenza non verrà invertita tra qualche anno il divario di competitività tra nord e sud del Paese non potrà fare altro che aumentare. Anche perché questi investimenti non sono solamente in capitale fisico (la spesa hardware costituisce a malapena l’8% del totale). Gran parte del denaro (oltre il 65%) viene speso in servizi, il che significa che la domanda pubblica contribuisce a far crescere un comparto di imprese strategico per la nostra economia. Ma se la PA, come accade al Sud, non riesce a ricoprire questo ruolo e fare da volano per gli investimenti, presto avremo un ulteriore problema sul fronte della capacità di crescita, oltre che su quello della qualità dei servizi erogati dalla PA italiana, altro aspetto analizzato da Nectis. Nel rapporto viene infatti anche presentato un indice della digitalizzazione dei processi della PA. In pratica è stato chiesto alle varie Regioni di fornire alcuni dati relativi ai procedimenti completamente informatizzati, sia rispetto al totale dei procedimenti gestiti, sia alla quantità di alcuni strumenti tecnologici considerati strategici, come la Posta elettronica certificata e la firma digitale. L’indice che ne viene fuori, chiamato Ida (Indice di digitalizzazione dell’amministrazione) è una proxy del grado di informatizzazione della organizzazione pubblica presa in considerazione. L’Ida permette di rappresentare la situazione delle procedure digitali, identificando gli enti virtuosi e quelli meno virtuosi. Il quadrante di eccellenza è occupato da Lombardia, Piemonte e Friuli, che hanno digitalizzato tutte le procedure a fronte di una spesa IT per dipendente più alta della media nazionale. Le Province di Trento e Bolzano, insieme a Marche, Emilia e Umbria, sono enti virtuosi che hanno un buon Ida, nonostante la spesa pro-dipendente sia più bassa della media. Infine ci sono il Lazio, considerato un inseguitore (con un indice più basso della media e una spesa più alta) e la Campania, la Calabria, l’Abruzzo, la Basilicata che sono un po’ il fanalino di coda, con spesa e Ida molto bassi. (Davide Agazzi per NL)