Compie oggi quarantanove anni Rosario Fiorello, il più popolare showman italiano, colui che trasforma in oro qualunque cosa tocchi e che, con la sua strategia del concedersi a piccole dosi, muta in un evento mediatico di enormi dimensioni qualunque sua apparizione, arrivi essa sulla tv di stato, su quella privata, sul satellite, in radio, al teatro, al cinema. Già, perché se c’è una cosa che questo quarantanovenne con la faccia da ragazzino e la testa da teen ager ha come peculiarità è un’incredibile poliedricità, un’indecifrabile talento nel riuscire a fare, ed al meglio, qualunque cosa lo showbiz gli proponga, dalla più elementare alla più elaborata.
Ovviamente, un personaggio così non può non destare le attenzioni del mondo dell’informazione in maniera esponenzialmente superiore ai suoi colleghi: il suo recente impegno con Sky, di fatti, è stato preceduto da mesi di querelle, di battute e smentite, sino all’annuncio ufficiale, dato dall’interessato. Il suo esordio sulla tv di Murdoch è avvenuto lo scorso 2 aprile e, malgrado la grande attesa, ha destato meno pareri positivo di quanto ci si potesse aspettare, anche a causa, forse, della concomitanza con i suoi improrogabili e stacanovisti impegni teatrali, che probabilmente gli hanno tolto un po’ di lucidità.
Rosario Fiorello, però, non ancora cinquantenne e già da vent’anni sui palcoscenici variegati dello showbusiness italiano (dai microfoni di Radio Dee Jay ai palchi, in giro per l’Italia, di Karaoke, fino al Festivalbar, Sanremo, i teatri pieni ed il matrimonio con la Rai), non è solo un fenomeno di costume, un aizzatore di folle, un genio dell’imitazione e dello humor. Fiorello è un vero e proprio fenomeno italiano del nostro tempo, analizzato lucidamente lo scorso anno dal critico tv Aldo Grasso, nel suo libro “Fenomenologia di Fiorello”. Fiorello è un genere di mattatore televisivo/radiofonico/teatrale come davvero non se ne son visti nel nostro Paese, pare una sorta di prodotto, certo, tipicamente italiano, derivante dall’antica tradizione della commedia dell’arte, cui unisce un’incredibile poliedricità che gli consente di trovarsi a suo agio, di essere innovativo e coinvolgente in qualunque piattaforma, e persino di riportare in auge il servizio pubblico radiofonico, sonnecchiante da tempo, creando, assieme al suo amico Marco Baldini, un format che è entrato di diritto nei libri di storia della radio.
Fiorello è nato quarantanove anni fa, si diceva, a Catania, da famiglia originaria della provincia di Messina e stabilitasi, in seguito, in provincia di Siracusa. Nato come animatore di villaggi turistici, è stato scoperto da Claudio Cecchetto, che lo ha lanciato prima in radio e poi in tv. Dopo il boom incredibile con Karaoke e i problemi di droga si è reinventato, attraversando trasversalmente tutti i campi artistici dello showbusiness sino a diventare un fenomeno, un fenomeno di quelli che si studiano a scuola. (G.M. per NL)