E’ passato ieri al vaglio del governo il ddl, associato alla manovra Finanziaria per il 2008, che prevede tagli alle sovvenzioni, dirette e indirette, che i giornali incassano dallo Stato. La bozza, preparata dal sottosegretario con delega per l’editoria, Ricardo Franco Levi (foto), conferma quanto deciso dal cdm lo scorso 3 agosto ma, come si legge su “ItaliaOggi” di ieri, “allunga da tre a nove mesi dal varo della legge il termine entro cui dovranno essere emanati i decreti attuativi dell’articolo 22 che riconosce alle imprese di quotidiani e periodici un credito d’imposta pari al 15% dei costi sostenuti per favorire lo sviluppo dei nuovi sistemi di comunicazione integrata” e incoraggiare le tecnologie multimediali, l’ingresso di nuovi operatori sul mercato e, appunto, un approccio integrato all’informazione.
I tagli tanto attesi saranno, invece, attuati da subito: 22,2 milioni di euro saranno risparmiati dallo Stato, a partire dal 2008, per quel che concerne i contributi diretti; 17 ulteriori milioni saranno risparmiati tramite le riduzioni delle agevolazioni previste per le spese postali riferite agli abbonamenti di giornali, riviste e libri. L’attuale rimborso a consuntivo sarà rimpiazzato da un regime di mercato più restrittivo, legato al riconoscimento di un credito d’imposta per le spese sostenute.
Altra importante novità riguarda le modalità d’accesso ai contributi: dal prossimo anno saranno stabilite delle graduatorie fisse, basate su tiratura, diffusione, spese di edizione e distribuzione.
Protestano, intanto, (per una volta insieme) giornalisti ed editori: domani, infatti, è prevista una conferenza stampa indetta a Montecitorio dai comitati di redazione di Avvenire, Europa, La Padania, il manifesto, Il Secolo d’Italia, Liberazione e L’Unità, assieme alla Federazione Nazionale della Stampa e alle Associazione regionali di stampa. L’intenzione è quella di “denunciare l’indiscriminato taglio del sette per cento dei contributi pubblici all’editoria di idee e no profit contenuto nel decreto di accompagnamento alla Legge Finanziaria approvato il 29 settembre scorso”, così come si legge nella nota della Fnsi. Prosegue la nota: “Questo taglio rischia di dare un colpo mortale ad una realtà editoriale fondamentale per il pluralismo e la stessa libertà di informazione”. Ma, probabilmente, eviterebbe un eccessivo condizionamento della stampa dovuto ad una spropositata ingerenza statale. (Giuseppe Colucci per NL)