Il Comitato per la libertà, il diritto all’informazione, alla cultura e allo spettacolo ha manifestato davanti a Palazzo San Macuto contro la bozza di atto di indirizzo presentata dal Pdl in commissione di Vigilanza Rai.
Fulvio Fammoni della Cgil, a nome di tutto il Comitato, ha annunciato la presentazione di un esposto all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ”perché non può esistere una differenza così palese tra emittenti pubbliche e private”. ”È un provvedimento inaccettabile per quello che prevede e per quello che sottintende – ha aggiunto -. È un evidente atto di sfiducia del Pdl nei confronti del dg Mauro Masi’‘. Erano presenti anche alcuni parlamentari: Giuseppe Giulietti di Articolo 21, con Pancho Pardi dell’Idv, ha chiesto ”al presidente della Vigilanza, Sergio Zavoli, e al presidente della Rai, Paolo Garimberti, di recarsi dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, per segnalare in modo formale l’emergenza nei media”. Presenti anche il portavoce dell’Idv, Leoluca Orlando, e il vicepresidente della Vigilanza Giorgio Merlo (Pd). ”Questo regolamento – afferma il presidente della Fnsi, Roberto Natale – non è pericoloso solo per la Rai, perché diventerà la matrice attraverso la quale l’Agcom estenderà queste regole anche all’emittenza privata, come è successo l’anno scorso con lo stop ai talk show”. ”Queste regole – gli fa eco il segretario Fnsi, Franco Siddi – hanno il solo scopo di imbavagliare l’informazione, completando l’occupazione dei media che è in atto e che noi combatteremo con sempre maggior forza”. ”Non è più accettabile imporre regole all’informazione – aggiunge il segretario dell’Usigrai, Carlo Verna -. Questo è solo l’ultimo atto di un sistema del bavaglio da eliminare, che trova sponde in Rai”. Al presidio, al quale erano presenti alcune decine di persone, si è unito anche il Popolo Viola, che ha esposto cartelli con la scritta ‘Giù le mani dalla Rai, dall’informazione, dalla Costituzione. Berlusconi dimettiti’. In piazza anche i giornalisti Rai Maria Luisa Busi, Tiziana Ferrario e Andrea Vianello. (ANSA)