Da sempre è controverso tra gli studiosi della storia della radiotelevisione privata italiana se il primato della prima rete radiofonica italiana interconnessa sia effettivamente da tributare a
Radio Radicale.
Tra il 1975 ed il 1980, Milano è stata un formidabile laboratorio di creatività radiofonica e in questa rubrica ci siamo più volte soffermati sulle tante iniziative metropolitane che hanno lasciato un segno indelebile o quasi.
1976, Milano. In una metropoli che si è ripresa a fatica dall’austerity e che cerca di ricostruirsi una tranquillità sociale tra lotte sindacali e movimenti studenteschi distraendosi nelle prime discoteche votate alla disco-music, è il momento magico delle radio libere.
Basilicata terra di radio. 589.499 abitanti in tutto (meno della metà della sola città di Milano), di cui 68.632 a Potenza, capoluogo regionale.
Nel 1982, a Milano, c’era chi considerava i giochi radiofonici ormai fatti. La modulazione di frequenza era, infatti, satura: spazi per nuove attivazioni non ve n’erano e quindi a chi avesse voluto cimentarsi nell’attività di editore non rimaneva che acquisire un’emittente esistente.