L’ultima novità che riguarda da vicino i fornitori di servizi di comunicazione elettronica è il parental control by design. Una misura voluta dal Consiglio dei Ministri e inserita all’interno del decreto Caivano, il decreto legge approvato lo scorso 7 settembre recante misure urgenti di contrasto al disagio giovanile, alla povertà educativa e alla criminalità minorile. […]
Vogliamo ricordare Maurizio Costanzo come contributore del primo esperimento (di rilievo) di rete nazionale privata: PIN Primarete Indipendente, sul finire del 1980, nel cui solco giuridico sorsero immediatamente dopo Canale 5, Italia 1 e Rete 4.
Il de profundis del monopolio RAI fu intonato per la diffusione su scala locale. Tuttavia una fine elaborazione dottrinale e l’evoluzione sociale, politica e tecnologica consentirono a breve l’estensione dei benefici liberistici all’ambito nazionale.
Mentre, dal 1975, sulle radio private voci notturne sussurranti cominciavano a solleticare le fantasie erotiche degli italiani (su tutte, Radio Luna con Cicciolina, alias Ilona Staller), sulle tv locali spogliarelli più o meno casalinghi integravano ad esse lo stimolo visivo.
Nel 1975 esisteva in Italia solo una possibilità di eludere i rigidi confini normativi, ma era attività riservata a pochi, pochissimi facoltosi imprenditori che avessero potuto usufruire del ristretto varco offerto dall’art. 38 L. 103/1975.
Complice la Pasqua, ecco un doppio appuntamento, questa settimana, con la rubrica (di norma domenicale) Storia della Radiotelevisione Italiana.
Da sempre è controverso tra gli studiosi della storia della radiotelevisione privata italiana se il primato della prima rete radiofonica italiana interconnessa sia effettivamente da tributare a
Radio Radicale.
Nel 1975 esisteva in Italia solo una possibilità di eludere i rigidi confini normativi, ma era attività riservata a pochi, pochissimi facoltosi imprenditori che avessero potuto usufruire del ristretto varco offerto dall’art. 38 L. 103/1975.