Radio. Rapporto FutureBrand Consumer Index 2024 evidenzia paradosso sempre più diffuso: incapacità di segni distintivi di… distinguersi
Il rapporto FutureBrand Consumer Index 2024, espressione di FutureBrand, società londinese di consulenza per la tutela e la promozione di brand, conferma la relazione sempre più stretta tra marchi e media, nella consapevolezza che, nel mondo interconnesso, il successo di un segno distintivo dipende dalla sua capacità di evolvere restando autentico. Un obiettivo per il quale […]
Media. Quali sono i mezzi pubblicitari che “rendono di più” nel 2024? Uno studio americano traccia il ROI (cioè il ritorno dell’investimento)
ROI (Return On Investment): uno studio conferma la vigenza delle famose regole del “24%-18%-58%” e “del 95/5” anche al cospetto dell’avvento di nuove formule di promozione online. Quale è il ROI nel macrosistema Audio, che ricomprende Radio, Podcast, Streaming musicale on demand (e lineare)? E quale è il ruolo della Radio nella nuova adv? Sintesi […]
Radio. Il ritorno alla radiofonia del ruolo di brand building: sul web paghi click ed è quello che ottieni. La radio ha un compito diverso
Brand building: un ruolo che sta tornando nelle mani dei media tradizionali. O che, forse, non ne è mai uscito. Cosa è e perché già sta facendo cambiare l’approccio al mercato pubblicitario da parte della radio, attraverso la presa d’atto della sua autorevolezza. Sintesi Tra gli argomenti più dibattuti dai radiofonici al NAB Show 2024, […]
Editoria. Australia e Big Tech: chi sta veramente vincendo nella battaglia del “pay per click”?
Nel precedente articolo del 23 febbraio si è trattato di come, a fronte di un accordo tra News Corp e Google, Facebook avesse invece scelto di scendere in campo contro gli editori australiani, bloccandone i contenuti sulla propria rete sociale. Lo stop è durato pochi giorni ed i media hanno parlato di un’importante vittoria per il settore […]
Editoria. Futuro online è pay. Ma solo se si garantisce qualita’. Free press in discussione
La lezione sul futuro del giornalismo arriva dagli Stati Uniti: la stampa (già tra l’incudine ed il martello relativamente all’applicazione del GDPR, che Google ha scaricato sugli editori) deve puntare più sul pay, cioè sulla sottoscrizione degli abbonamenti da parte dei lettori che sulla pubblicità e, per farlo, deve investire sulla qualità. Queste in sintesi […]