Sembra davvero una storia incredibile da raccontare alle nuove generazioni, ma negli anni ’80 in ogni città erano tantissime le automobili che sfoggiavano in bella mostra sul lunotto gli adesivi delle radio locali dell’epoca e, ancora di più, le vespe ricoperte in ogni angolo di questi coloratissimi sticker. Ascoltatori che sentivano l’esigenza irrefrenabile di ”marchiare” […]
L’esordio è quello tipico del 1976: sei ragazzi (Tony, Edmondo, Maurizio, Franco, Fabrizio e Cristiano) decidono di cavalcare l’onda elettromagnetica ed aprono una radio libera.
1976, Milano. In una metropoli che si è ripresa a fatica dall’austerity e che cerca di ricostruirsi una tranquillità sociale tra lotte sindacali e movimenti studenteschi distraendosi nelle prime discoteche votate alla disco-music, è il momento magico delle radio libere.
Nel 1982, a Milano, c’era chi considerava i giochi radiofonici ormai fatti. La modulazione di frequenza era, infatti, satura: spazi per nuove attivazioni non ve n’erano e quindi a chi avesse voluto cimentarsi nell’attività di editore non rimaneva che acquisire un’emittente esistente.