Col nuovo switch-off televisivo da settembre 2021 cosa cambierà in meglio per l’utente? Nulla.
L’offerta rimarrà infatti l’attuale o al limite inferiore. Ma con una qualità video più bassa.
Ricordate il primo switch-off, quello del 2010?
Veniva pubblicizzato come una svolta epocale per la qualità (tele)visiva. Trasmissioni HD, estinzione dell’effetto neve, stop alle interferenze.
Si è sciolta la neve. Ma è emerso il mosaico
E’ vero, è scomparso l’effetto neve, che peraltro era ormai piuttosto raro, retaggio degli anni ’70 causato dalla scarsa potenza dei segnali. Ma perché sostituito da un nuovo fenomeno, forse ancora più fastidioso (in quanto perenne).
Parliamo dello squadrettamento (o effetto mosaico) determinato spesso dall’eccessiva compressione dei contenuti per scarsità di capacità trasmissiva disponibile.
La coperta che non scalda
D’altra parte, il passaggio completo al formato H264 su un numero inferiore di frequenze rispetto alle attuali (a causa della sottrazione della banda 700 MHz) potrà determinare solo due conseguenze alternative.
La diminuzione dei canali esistenti o della qualità di molti di essi. Oppure, forse, nemmeno alternative.
Perché, comunque la si tiri, la coperta rimane troppo corta.
I numeri Agcom
Agcom aveva fatto i numeri con il nuovo Piano di Assegnazione delle Frequenze per il T2 perché poterci far stare se non tutto, gran parte dell’esistente. Al punto che il taglio medio di capacità trasmissiva per ogni canale SD è stato quantificato in 1 MB in H265. Cioè, una resa ben lontana da quella necessaria per garantire una resa qualitativa sufficiente per un canale SD alla luce delle attuali aspettative del pubblico abituato a soluzioni 4K dello streaming on demand.
Piano traballante
Tuttavia il Piano Agcom, pur traballante, stava in piedi a condizione di utilizzare il formato H265/HEVC. Assolutamente impensabile che possa farlo col formato ponte H264 che ci accompagnerà (salvo auspicate proroghe) fino al giugno 2022, quando si dovrebbe passare all’H265.
Futuro nero. Quantomeno nei contorni
Ora, poiché è impensabile che i canali che non troveranno spazio dall’autunno 2021 possano andare in letargo fino all’estate 2022, logica conseguenza sarà una generale diminuzione della qualità pro canale. Magari integrata da soluzioni come riquadri con contorni neri ed altre idee creative italiane.
C’è una sola soluzione: spostare lo switch-off
Purtroppo, comunque la si giri, non c’è via d’uscita. E finirà con l’ennesima bolgia di ricorsi giurisdizionali e di proteste da utenti ed operatori.
A meno che, non si prenda atto che l’attuale parco dei televisori non è pronto allo switch-off. E che questo debba avvenire direttamente in H265, spostando il primo spegnimento direttamente al giugno 2022.