(Swiss Info.ch) – Per motivi di prevenzione e salute pubblica la pubblicità di birra e vino alla televisione va bandita senza eccezioni. Lo ha deciso oggi il Consiglio degli Stati con 22 voti a 19 – seguendo il parere della sua commissione – che ha modificato in senso più restrittivo la Legge federale sulla radiotelevisione (LRTV). Il Consiglio federale chiedeva invece un allentamento per rispettare le disposizioni contenute nell’accordo tra Svizzera e Unione europea (Ue) relativealla promozione cinematografica (MEDIA). Affinché la Confederazione possa continuare a partecipare al programma MEDIA dell’Ue – considerato importante per il cinema elvetico dal momento che può godere di sovvenzioni europee – Bruxelles esige che Berna applichi da novembre le direttive "Televisione senza frontiere". Tale testo sottopone le finestre pubblicitarie diffuse in Svizzera da emittenti estere alla legislazione del paese d’origine. La Confederazione è stata costretta a rinegoziare l’accordo per tenere conto delle particolari disposizioni in vigore in Svizzera. Berna ha ottenuto quindi la possibilità di applicare norme più restrittive, a condizione che siano proporzionali, non discriminatorie e rispondano a un interesse pubblico. Permane così il divieto di pubblicità politica e religiosa. Per bevande ad alto contenuto alcolico e per quelle miste (i cosiddetti "alcopop") il divieto potrà quindi essere mantenuto. Bruxelles ha però imposto che venga soppresso il divieto cui soggiace SRG SSR idée suisse quanto alla pubblicità per vino e birra, equiparando così l’emittente nazionale, a quelle locali, come TeleZüri, VIVA Suisse, o TeleTicino, per le quali tale proibizione non vale. Tale eccezione è stata introdotta solo due anni fa nella LRTV. Secondo il governo, nei rapporti con l’Ue sarebbe difficile giustificare una regolamentazione diversa per la televisione pubblica, nemmeno in nome della tutela della salute e dei giovani. Oggi questa posizione di compromesso è stata difesa dal consigliere federale Pascal Couchepin, secondo cui l’impatto della liberalizzazione sul comportamento dei consumatori sarà limitato. A suo parere, tra 2-3 anni il divieto di pubblicità per gli alcolici in tivù si estenderà all’intera Ue, sull’esempio di quanto già fa la Francia. Di avviso opposto invece il relatore della commissione Peter Bieri (PPD/ZG), secondo cui un allentamento delle disposizioni attuali è un segnale sbagliato nei confronti della gioventù e in contraddizione con gli sforzi della Confederazione per la prevenzione. Bieri ha ricordato i danni causati dall’alcol tra i giovani e della forte influenza esercitata su di loro dalla pubblicità. A detta del "senatore", l’importanza dell’accordo Media non può farci perdere di vista la necessità della prevenzione. Secondo Liliane Maury-Pasquier (PS/GE), il divieto totale di pubblicità per birra e vino dovrebbe rafforzare la posizione elvetica in caso di negoziati con quei paesi – come la Germania -che hanno una regolamentazione più permissiva in fatto di pubblicità per alcolici, oggi presente sulle finestre pubblicitarie dei canali germanici ricevuti in Svizzera.