Pier Quinto Cariaggi (foto), marito di Lara Saint Paul e titolare del centro di produzione Studio 21 di Milano, sul finire del 1978, cioè in un periodo in cui andare oltre all’ambito locale liberato dal monopolio RAI dalla sentenza 202/1976 della Corte Costituzionale era considerato da tutti un azzardo, aveva le idee chiare sullo sviluppo che la radiofonia avrebbe avuto.
Studio 21
Quello che nella sua mente era ampiamente maturato era un progetto editoriale radiofonico che, dalle sale dello Studio 21, ambiva a collegare diverse decine di emittenti locali a cui sarebbero state fornite, in interconnessione strutturale, programmi informativi di alta qualità.
L’idea
Un’idea che Cariaggi avrebbe poi effettivamente realizzato nei primi mesi del 1980, collegando in ponte radio 20 stazioni in Lombardia per distribuire, in diretta, un palinsesto comune (basato soprattutto sull’informazione, con “firme” di rilievo quali: Guido Gerosa, direttore del settimanale Epoca ed Enzo Biagi) da 4 a 6 ore frammentate lungo la giornata, in barter (cioè pagate attraverso l’inserimento di spot nelle ore di trasmissione comuni), con l’obiettivo di azzardare poi l’espansione ben oltre i limiti di Lombardia e parte di Piemonte e Veneto.
Nasce Multiradio
Il circuito, che fu denominato Multiradio, si componeva di emittenti di spessore, quali: Radio Ambrosiana (Milano); Radio DBR (Brescia); Radio Diffusione Lombarda – Sud Milano (Milano); Radio Martesana (Cernusco s/N, Mi); Radio Voce – Cooperativa (Legnano, Mi); Radio Campione (Campione d’Italia, Co); Radio RTD (Cologno Monzese, Mi); Radio Melegnano; Radio Paderno Dugnano; Radio Cooperativa 106 (Rho, Mi); Radio Zeta (Caravaggio, Bg); RTC (Chiuduno, Bg); Radio Cooperativa Centro Lecco; Radio Kappa MC4 (Mariano Comense); Radio Pavia; Radio Stereo Mortara (Mortara, Pv); Radio Super Varese; Radio Novara International; Radio Piacenza; Radio Antenna 3 (Peschiera del Garda, Vr).
Non meri relay
Insomma emittenti di tutto rispetto e non certamente stazioni agonizzanti alla disperata ricerca di contenuti. La prima trasmissione informativa di Multiradio fu un vero e proprio scoop: un’intervista telefonica esclusiva con Lech Walesa, leader dei sindacati indipendenti polacchi. Multiradio fu da subito guardata con sospetto, come un progetto ai margini della legalità, se non addirittura oltre.
Ai limiti della legge?
E ciò nonostante l’autorevole giurista in ambito radiotelevisivo Aldo Bonomo ne proclamasse, sulle pagine di Millecanali, la piena legittimità. Il sistema di Cariaggi era semplice: il collegamento via etere era gratuito e Studio 21 si faceva carico di tutti i costi di produzione e distribuzione, ottenendo, in contropartita dalle emittenti aderenti, la totalità degli spazi pubblicitari diffusi nelle ore di trasmissione in interconnessione.
Aprì la strada ai network nazionali
“Fu la prima rete interconnessa del nord Italia ed aprì la strada alla successiva corsa dei network come Rete 105 e Radio Milano International”, commenta Roberto Squillario della Suono Telecom, società bresciana che curò nell’agosto del 1980 la realizzazione della rete di ponti radio in UHF di Multiradio. I più grandi clienti del progetto Multiradio erano di qualità: Miralanza e Bassetti. Le radio avevano comunque la possibilità di inserire la propria pubblicità locale in uno spazio di cinque minuti all’inizio ed alla fine del collegamento, nonché durante un intervallo musicale trasmesso da Studio 21 a metà collegamento.
Ma le radio affiliate non erano pronte
L’esperienza di Multiradio si sarebbe però dimostrata incapace di reggere il confronto con la realtà del mercato, concludendosi prematuramente nel 1983. Sulla fine dell’iniziativa Cariaggi si sarebbe così espresso in una intervista a Millecanali qualche anno dopo (Millecanali n. 136, aprile 1986, pag. 46): “Le radio non erano ancora pronte: finiva il collegamento doveva avevano parlato un Bocca o una Milva e il microfono passava ad un d.j. locale. Un contrasto troppo evidente, che alla lunga non ha retto”.
Radio Rete
Più o meno sulla stessa falsariga si apriva e si chiudeva l’esperienza di Radio Rete, circuito cattolico lombardo (28 emittenti affiliate in Lombardia) promosso da Radio Cooperativa di Rho (Mi), che proprio dalle file di Multiradio aveva tratto molti associati. Questo il commento sull’esperienza di Sergio Eusebio, amministratore della stazione madre del network alla citata rivista nel medesimo articolo: “Le radio non hanno ancora i mezzi finanziari per pagarsi questi servizi. Quando, dopo un periodo di prova, abbiamo chiesto un modestissimo canone, se ne sono andate via una dietro l’altra”. Insomma l’interconnessione extralocale sarebbe stata il futuro, questo era chiaro. Ma i tempi non erano ancora maturi. (M.L per NL)