Il simpatico Jocelyn Hattab racconta a NL gli esordi di Télé Monte Carlo. “La tv nacque con l’obiettivo di diffondere il sistema a colori francese SECAM in Italia. Trasmettevamo un film al giorno, che arrivava di contrabbando da Milano. Per creare la rete dei ripetitori contattai una società specializzata in citofoni. Di un certo Galliani“.
Dopo Andenna e Gana
Dopo aver ripercorso con Ettore Andenna e Awana Gana la nascita di Radio Monte Carlo versione italiana, parliamo oggi della TV del Principato di Monaco: Télé Monte Carlo.
Jocelyn
Per farlo abbiamo incontrato nel Principato stesso la voce e il volto della prima TMC: Jocelyn Hattab.
Jocelyn Hattab
Nato a Tunisi poco prima degli anni ‘60 – non abbiamo chiesto l’anno esatto, ma vedendolo ci siamo convinti non sia quello indicato da Wikipedia – Jocelyn è conosciuto come regista, autore e conduttore televisivo.
Gli esordi
(Newslinet) – Quando sei approdato a Tele Monte Carlo e cosa facevi prima di arrivarci?
(Jocelyn) – Prima di iniziare con Tele Monte Carlo ho lavorato nel settore musicale. L’iniziativa di maggior successo di quel periodo è stata senz’altro la formazione del gruppo musicale Le Big Bazar, con il quale ho lanciato in Italia un brano che sarebbe diventato un grande e duraturo successo: Un’estate fa.
Un Estate fa (Une belle histoire)
(Nota della redazione) Scritta da Michel Fugain nel 1972 il brano ha avuto una versione italiana a firma di Califano ed innumerevoli versioni in francese ed italiano negli anni succesivi.
(J.H.) – Nel 1974 ero a Monte Carlo, dove avevo già lavorato nel 1965 come venditore di automobili sportive. Conoscevo da tempo quel grand signore di Jacques Antoine, direttore artistico di Télé Monte Carlo France ed Europe 1.
Jaques Antoine
Jaques appartiene ad una grande famiglia di artisti, proprietari tra l’altro del teatro Antonie a Parigi.
Un giorno incontro Jacques che mi dice “Ho idea di fare una televisione di lingua italiana e tu saresti perfetto per lanciarla”. Rispondo: “Ma io l’italiano lo ho dimenticato, forse so qualche parola.. in siciliano…”. E lui: “Non fa niente te la caverai”.
Un monoscopio Cynar
(NL) – Quando avete cominciato e quale era la programmazione?
(J.H.) – Il canale UHF 35, che prima trasmetteva verso l’italia la versione francese di TMC è stato destinato alla versione italiana a inizio estate 1974. Essendo io animatore della radio francese, avevo molti dischi francesi e quindi durante le tante ore di monoscopio, per non annoiarmi, mettevo questa musica.
Annunci in francese
E facevo i miei annunci in francese. Il nostro monoscopio era molto particolare: si trattava in realtà di una pubblicità del Cynar con a fianco un orologio digitale, che io inquadravo grazie ad una telecamera di videosorveglianza che avevo recuperato proprio per il monoscopio.
Télé Monte Carlo: un film al giorno
In ogni caso l’idea dei proprietari della televisione era di trasmettere ogni giorno un film a colori con il sistema SECAM. Devi sapere che in quel periodo era in corso in Italia la battaglia per il sistema a colori da adottare: quello tedesco, il PAL, o il nostro francese, il SECAM.
Target: convincere gli italiani a comprare tv SECAM
Ecco perché nacque la televisione: per convincere gli italiani a comprare televisori SECAM e creare una situazione di fatto.
D’altronde, sai chi erano i proprietari di Télé Monte Carlo? Uno era Sylvain Floirat e l’altro era Henri de France!
Henri de France
(nota della redazione) Henri de France, che qui vediamo nel 1964 davanti ad un televisore a colori con un’immagine utilizzata anche dalla RAI nelle sue Prove tecniche di trasmissione, è noto soprattutto per l’invenzione del sistema a colori SECAM.
La TV era la sua passione fino da molto giovane, avendo effettuato la prima dimostrazione di televisione (39 linee) a soli 19 anni. Successivamente mise a punto i sistemi 130 linee nel 1936, a 767 linee nel 1942.
Il 48
Nel 1948 presentò il primo sistema televisivo ad alta definizione: 819 linee, poco meno dei 1080 pixel dell’attuale HD e decisamente più del sistema europeo a 576 linee. Sara’ questo il sistema utilizzato per decenni in Francia. Il suo brevetto del sistema SECAM è invece del 1957.
La politica a colori
Come sappiamo il tentativo di imporre il SECAM tramite Télé Monte Carlo non ebbe successo e l’Italia – per motivi politici – scelse poi il PAL nel 1976.
La linea di ritardo
In ogni caso, il sistema PAL utilizzava al suo interno una delle invenzioni di Henri de France: la linea di ritardo. Per molti anni la vendita di ogni televisore PAL avrebbe contribuito al fatturato della Compagnie française de télévision, la società creata da Henri de France per promuovere il SECAM.
Ma torniamo a Jocelyn.
Contrabbando
(JH) – Trasmisi il primo film il 2 agosto del 1974. Ogni sera andava in onda un film diverso, che arrivava di contrabbando da Milano. Un certo signor A. riusciva infatti a riversare su nastro a 2” dei film che ci portava a Monte Carlo facendo ogni giorno il viaggio andata e ritorno da Milano.
L’avventura del signor A.
Ogni giorno, perché il nastro costava e bisognava riutilizzarlo per il prossimo film. Non che fosse una cosa facile: ai tempi c’era ancora la dogana e spesso A. veniva bloccato. Beh, fino a quando riuscì a farsi amici i doganieri, che alla fine lo lasciavano passare senza alcun controllo.
Come nacque l’idea di Un peu d’amour…
Ho detto che prima del film trasmettevo la musica che mi piaceva, che annunciavo in francese. A un certo punto cominciarono ad arrivare tante lettere di persone che volevano conoscere chi parlava al microfono, chi mettesse quella bella musica. Ecco dunque l’idea per la mia trasmissione Un peu d’amour… d’amitié… et beaucoup de musique.
Télé Monte Carlo: due sole telecamere. Ecco la Radiovisione
Andai quindi nello studio della TMC francese e mi feci dare due telecamere che non usavano più, in quanto in bianco e nero. Le misi nello studio, angolate in modo da inquadrarmi una de destra e una da sinistra…ed ecco nata quella che voi chiamata “Radiovisione” (“in autoregia” N.d.R.)
Jocelyn e la lingua italiana
Io non parlavo in italiano, ed ora che eravamo in televisione c’era bisogno di qualcuno che mi traducesse. Fortunatamente al piano di sotto lavoravano Awana Gana e Liliana dell’Acqua , che inizialmente mi affiancarono nel programma.
Tutto da soli
Dico inizialmente perché poi divennero molto famosi e allora preferirono dedicarsi a fare serate lasciandomi da solo. Per cui ad affiancarmi venne Sophie, che in realtà si occupava dell’amministrazione della televisione insieme alla sorella che ne era direttore generale. Télé Monte Carlo era tutta qui, facevamo tutto noi.
Ripetitori – Melchioni e il “Bombolotto”
Henri de France, che sbucava spesso in studio per controllare che le immagini fossero perfette, non poteva accontentarsi di una diffusione che arrivava al massimo poco oltre Sanremo. Devi sapere che la ditta Melchioni di Milano aveva impiantato una rete di ripetitori, ma questi rimandavano un segnale criptato.
Segnali criptati
Sì, criptato: avevano inventato un aggeggio, che chiamavamo Bombolotto (1), che era indispensabile per poter vedere il nostro segnale. Per ogni antenna era necessario un bombolotto, che costava 100.000 lire. Quando Henri de France lo seppe andò su tutte le furie: “Trova subito un’altra società disposta a ripetere il nostro segnale”, mi disse.
Ripetitori – La società che produceva citofoni
Ma io non conoscevo nessuno! Presi quindi le Pagine Gialle e cercai tra le società di elettronica quella che mi pareva più promettente: una specializzata in citofoni, di nome “Elettronica Industriale”.
Un certo Galliani
Andammo dunque in Italia ad incontrare il proprietario, un certo Galliani, che fiutò subito l’affare e si mise all’opera. La legge 103/1975, appena varata, permetteva di fatto la distribuzione del nostro segnale in tutta Italia e quindi Galliani ebbe la possibilità di installare i suoi ripetitori legalmente.
La pubblicità
La norma richiedeva anche che quelli che venivano chiamati “ripetitoristi” cancellassero la pubblicità…ma questa cosa la fece solo Antenne 2.
L’espansione
La rete di ripetitori ci permise in breve tempo di coprire gran parte dell’Italia e il successo della mia trasmissione contribuì a far crescere ovunque la voglia di installare una nuova antenna per ricevere Télé Monte Carlo”. (M.H.B per NL)
Nota (1): il Bombolotto – Abbiamo chiesto all’Antennista d’Italia (Claudio Bergamaschi) di cosa si trattasse esattamente. L’ipotesi avanzata è che fosse un convertitore da banda “S” ( 300/470 MHz ) a una delle bande TV standard.
Nota (2): Marco Hugo Barsotti ha raccolto, su altri temi, anche un’intervista con Jocelyn per 70-80.it, testata edita dallo stesso gruppo editoriale di NL