In Italia la prima stazione radiofonica sperimentale nasce a Milano nel 1923 per mezzo di Erminio Donner Flori, che, interessato a tutte le nuove tecnologie, realizza nella propria casa un laboratorio sperimentale di radiotecnica.
La stazione “Radio Flori”, assemblata con apparecchi industriali (foto) e completa di una grande antenna sul tetto, viene impiegata nel 1923 per trasmettere parole e musica suonata con un grammofono. Ancora non esistono emittenti pubbliche, ne’ private. Ma un decreto del regime fascista stabilisce che l’impianto e l’esercizio dell’attività di radiocomunicazione sono riservati allo Stato. E’ dunque vietato trasmettere, ma anche possedere un semplice ricevitore per captare le emittenti straniere. L’iniziativa di quella che fu, a tutti gli effetti, il primo vero e proprio pioniere dell’etere italiano è quindi immediatamente bloccata (le apparecchiature di Flori sono oggi presenti al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia di Milano, al quale sono state donate nel 1955). Due anni dopo, esattamente il 10 maggio 1925, viene attivata “Posto Zero”, la prima radiostazione organizzata di broadcasting di Milano per mezzo dei radioamatori Boschetti, Gnesutta, De Angelis, Pagliari e Pugliese, alla quale abbiamo già dedicato spazio in questa rubrica. Al termine della prima trasmissione l’annunciatore chiede agli eventuali ascoltatori di recarsi, di lì a 30 minuti, in un bar del centro. Detto e fatto: nel giro di pochi minuti oltre 50 entusiasti radioamatori si radunano nel locale. Ma tutto finisce lì. Se ne sarebbe riparlato solo cinquanta anni dopo. (Ruggero Righini per NL)