Nella primavera del 1975, sulle note di “Ho visto un Re” di Enzo Jannacci, pioniera delle radio politiche italiane, nasceva Radio Viareggio – Controcanale 103.
Si trattava della prima emittente radiofonica libera di Viareggio. Orientata a sinistra, di matrice extraparlamentare e vicina al Pdup – Manifesto, Controcanale 103 era una delle cinquanta radio indipendenti che già trasmettevano in Italia dall’inizio dell’anno e la quinta in Toscana. Ideata da un gruppo di amici composto, tra gli altri, da Paolo Paoli, Riccardo Bendinelli, Lawrence Thomas Martinelli (oggi collaboratore de Il Manifesto), Angelo Pardini, Giovanni Dell’Amico, Marino Barsotti, Controcanale 103 aveva avviato le trasmissioni in concomitanza con le elezioni politiche dell’aprile ’75, riuscendo, in fretta e furia, ad irradiare dalla sede di via Pucci 149 nonostante disponesse di mezzi ridotti all’indispensabile. La radio, come quasi sempre accadeva in quegli anni, si poggiava unicamente sul lavoro volontario e sulla passione di coloro che intorno ad essa gravitavano: giovani desiderosi di dare un’informazione alternativa e diffondere musica fuori dai circuiti tradizionali. Si pose in evidenza, al suo nascere, per la cadenza non programmata delle trasmissioni, con gli speaker che non seguivano orari o palinsesti organizzati ma andavano in onda quando ne avevano voglia, per qualche ora la mattina, il pomeriggio e la sera, veicolando sui 103 MHz oltre a musica “nuda”, comunicati, interviste, rubriche e un gioco telefonico. Un palinsesto del tutto destrutturato, in controtendenza con il rigidismo RAI, che avrebbe fatto scuola rinvenendo la sua massima espressione e amplificazione in Radio Alice di Bologna, la quale avrebbe avviato i programmi appena un anno dopo. Controcanale 103, nell’estate 1975, organizzò anche concerti musicali popolari con le prime canzoni di Francesco De Gregori, Eugenio Finardi e Alberto Camerini, eventi e performance di strada, integrandoli con un’informazione sopra le righe e un forte dibattito politico. Nonostante l’interesse che suscitò, Controcanale 103 ebbe incerta fortuna, oltre che per difficoltà tecniche anche a causi degli ostacoli legali che affliggevano tutte quelle prime esperienze di rottura del monopolio pubblico delle radiotrasmissioni. Contesto aggravato dal fatto che Controcanale 103 non si limitava a trasmettere musica come facevano le stazioni disimpegnate, preferendo insistere con trasmissioni d’informazione secondo una linea politica che non era certamente filogovernativa. Difficile quindi trovare finanziamenti: eventuali investitori interessati al nuovo veicolo per fini pubblicitari, ben si guardavano dal legare il proprio nome ad una stazione così borderline. Controcanale 103 fu quindi per sua sventura una cicala: dopo 6 mesi dall’inizio delle trasmissioni, nell’ottobre 1975, chiuse i microfoni (in quel momento le radio libere italiane erano salite a 150). Nonostante sia riportata come emittente attiva nella “Carta delle stazioni radio italiane 1976/77” del mensile “Millecanali” e nel “Minidizionario radio libere” del settimanale “Radiogiovani” per il biennio ’76-’77, Controcanale 103 in quegli anni aveva già lasciato da tempo l’etere a favore di altre emittenti della città. Nondimeno, nel corso del 1978 si tentò una riapertura della stazione, in via Veneto 72, con la forma di cooperativa ad azionariato popolare e con l’idea di un progetto di informazione e comunicazione di sinistra. Ma anche questa volta, la fragilità dei mezzi tecnici e finanziari decretarono il fallimento dell’esperimento dopo solo un paio di mesi. Ricorda Lawrence Thomas Martinelli: “La storia non si fa con i "se", ma probabilmente oggi Controcanale avrebbe fatto parte di Popolare Network. Ci piaceva anche questa "Gioia e rivoluzione" degli Area, cantante Demetrio Stratos. All’epoca io e Sandro facevamo un programma contenitore di sonorità e approfondimenti tematici che si chiamava Musica Nuda. Fra un disco di Frank Zappa e un’intervista a Mauro Rostagno ci si dava appuntamento quotidiano apprezzato da un apprezzabile pubblico di nicchia. "Who do you love" dei Quicksilver Messenger Service era la sigla. Sempre dell’etichetta Ultima Spiaggia, ogni tanto trasmettevamo questo "Sfogatevi Bestie" con le battute inter nos a microfoni spenti (ma non sempre). Per la cronaca, Colombo era anche autore ed esecutore della mitica sigla di Rai Stereonotte. Come organizzatore del concerto di De Gregori c’era un’accoppiata inedita -Gioventù Aclista e Circolo di Unità Proletaria- e dell’incasso ne ebbe giovamento per metà proprio la radio. L’altro concerto a prezzi popolari ci andò male invece; tant’è che il giorno dopo ci ritrovammo a fare la promozione a Mino Reitano per recuperare le perdite. Il fatto fece vacillare il concetto di musica "alternativa" a qualcuno di noi. Quando arrivarono i dischi dell’Ultima Spiaggia, etichetta indipendente con Gianfranco Manfredi, Ricky Gianco, Roberto Colombo, sembrava aprirsi davvero una nuova epoca musicale e della produzione discografica italiana. E li passavamo abbondantemente con gioia e convinzione. Era la canzone bandiera di tante radio libere di quel periodo. Quante volte l’abbiamo ascoltata, fischiettata e trasmessa!”. (R.R. per NL)