TCH – TV Tele Club, stazione televisiva amatoriale via cavo a scopo didattico e sperimentale, nasce ufficialmente l’11 settembre 1959 in via Accademia Albertina 3 a Torino.
Sul piano formale è la terza emittente privata italiana, dopo Tempo Tv di Roma (1956) e TVL Televisione Libera di Milano (1957), emittenti che, al di là di sperimentazioni fugaci (nel caso di TVL) si erano però limitate al confronto giuridico e giudiziario con lo Stato allo scopo di scardinare il monopolio tv RAI. TCH vede la luce grazie ai fratelli Achille e Giovanni Battista Judica-Cordiglia, appassionati radioamatori che, grazie ad apparecchiature televisive autocostruite, mandano in onda programmi sperimentali trasmessi via cavo “a circuito chiuso” nelle abitazioni vicine. La sede di trasmissione è uno studio televisivo ricavato nella cantina di casa dei due fratelli in cui affluiscono amici e compagni universitari che si improvvisano giornalisti, redattori, presentatori e tecnici e realizzano anche un documentario dal titolo “Un’oasi di tranquillità”, ambientato in una villa seicentesca di San Maurizio Canavese. Il 12 novembre 1959 gli ideatori richiedono una regolare licenza al Ministero delle Poste e Telecomunicazioni che, in data 9 gennaio 1960, riscontra con una presa d’atto informale (prot. n. 178/31/Ge). “In risposta alla lettera sopra indicata di codesta Spett. Tele Club Torino – si legge nella nota – il Superiore Ministero Superiore Generale delle Telecomunicazioni Servizio XI Radio Div. 1° Sezione II° – con lettera protocollo numero XI/38296/219 del 7 gennaio 1960, dichiara che l’attività svolta dal Teleclub torinese non è tale da destare le preoccupazioni dell’Amministrazione P.T. e da richiedere particolari forme di controllo e di repressione, poiché, essendosi estrinsecata finora in ambiente rigorosamente chiuso e avendo mantenuto un carattere puramente dilettantistico (…)”. La televisione ha un proprio palinsesto: trasmette due notiziari e programmi regolari per 3 ore ogni giorno, un atto unico, un giallo e trasmissioni musicali. Negli studi si ricevono molti personaggi illustri, in qualità di ospiti televisivi o di semplici visitatori. Tra i tanti: il gesuita cantante Père Duval (22 ottobre 1959), il giornalista Ruggero Orlando e la cantante Tonina Torrielli. L’iniziativa attira l’attenzione della stampa italiana e quotidiani e settimanali titolano: “La Rai non è più l’unica concessionaria televisiva in Italia”; “E’ nata in una cantina la televisione privata”; “Due ragazzi di Torino hanno messo in crisi la tv”. Ma nonostante l’ufficialità data del Prefetto Saporiti, dal Sindaco di Torino Peyron e l’arrivo di un telegramma d’augurio di Papa Giovanni XXIII, l’esperienza dura meno di un anno. Nel 1960, infatti, la programmazione si interrompe e i volontari tornano a dedicarsi agli studi universitari o alle proprie primarie attività, forse consci dei limiti commerciali ed editoriali del troppo limitato perimetro diffusivo di una tv a circuito chiuso. (R.R. per NL)