Storia della radiotelevisione italiana. Radio: quando gli americani sbarcarono in Italia

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Nella seconda metà degli anni ’70 alcuni quotidiani statunitensi condussero significativi esperimenti di colonizzazione dell’etere italiano.
Progetti di radiotelevisione in lingua inglese in Italia ce ne erano stati, anche se poco fortunati e sporadici.
A Milano, per esempio, qualcuno si ricorda ancora di TV One, che, succedendo sul canale UHF 58 dall’Hotel Michelangelo alla Ponteco, relay di Tv Capodistria, trasmetteva dalla sede di Via Faruffini 25 (direttore responsabile Guido Carracino, titolare della Guicar, nota azienda di produzioni audiovisive) programmi interamente in lingua inglese, destinati prevalentemente agli stranieri che soggiornavano nella capitale del business del nostro paese, veicolando informazioni e notizie soprattutto di carattere finanziario ed economico.Tv One - Storia della radiotelevisione italiana. Radio: quando gli americani sbarcarono in Italia

Il seme televisivo dell’impero di Berlusconi

L’esperimento nel suo layout originario durò solo dai primi mesi del 1977 (inizio ufficiale delle trasmissioni: 14 ottobre) al 1978, quando il canale passò alla Telemilano di un certo Silvio Berlusconi (anche se l’emittente prosegui ancora per un paio d’anni le emissioni, ancorché in forma non continuativa sul canale 55).

Voice of America (in Italy)

E’ nota, poi, l’avventura di Voice of America: il network radiofonico del governo americano strinse accordi con alcune grosse emittenti locali italiane, che destinarono propri impianti ridondanti dalla ripetizione (a pagamento) dei programmi statunitensi. Il partner principale del governo USA fu, intorno alla metà degli anni ’80, Angelo Borra, patron di Radio Milano International (oggi R 101), che, partendo dal nucleo della milanese General Broadcasting Radio International (GBR International, al tempo su FM 96,3 MHz a Milano, quale naturale evoluzione di Radio Equipe 2) portò il segnale di VOA in molte regioni italiane.

GBR e Rock FM Europe

GBR presentò domanda per autorizzazione alla ripetizione di programma estero in Italia ex L. 223/1990, ottenendo il relativo titolo e procedendo senza infamia e senza lode sino alla chiusura delle trasmissioni della stazione estera dopo il 2001 (a quel punto si era in procinto di veicolare su GBR una nuova stazione estera di musica rock – che avrebbe dovuto chiamarsi Rock FM Europe -), quando i noti fatti giudiziari che interessarono Angelo e Rino Borra, bloccarono tutto). Allo stato, il titolo di GBR fa riferimento al gruppo Mondadori, che non si sa che intenzioni abbia a riguardo. GBR International - Storia della radiotelevisione italiana. Radio: quando gli americani sbarcarono in Italia

WIDN

A Roma, invece sono entrate nella storia le esperienze di WIDN e Radio Daily American. La prima era legata al quotidiano International Daily News ed è stata attiva in via Barberini 3 dal 09/05/1978 ai primi anni ’80 su 95,200 MHz e sui 94.500 MHz, in questo caso approfittando della chiusura temporanea della seconda rete di TeleRadioStereo che occupava la banda. Radio in lingua inglese legata ai destini dell’omonimo giornale, che nello stesso periodo abbinò il suo nome anche alla nuova gestione della tv romana PTS (diventò, infatti, PTS-IDN), era diretta da Giulio Carlo Riposio (amministratore era lo statunitense Robert Cunningham jr, mentre direttore dei programmi il giornalista Michael E.L. Hall, già direttore di Radio UBC, di cui parleremo innanzi) ancora ricordata negli ambienti editoriali romani.
adesivo radio widn - Storia della radiotelevisione italiana. Radio: quando gli americani sbarcarono in ItaliaMarco Lolli, operatore radiofonico romano, spiega al nostro periodico che fu un “Esperimento multimediale breve; ci fu anche un attentato al giornale (e alle relative sedi di radio e tv, in Via Barberini)”.

Radio Daily American

Radio Daily American (FM 102,700 MHz, poi 102,900 MHz) fu un progetto analogo a quello di WIDN, di proprietà di una società di Gabriella Lepore, giornalista nota con lo pseudonimo di Chantal du-Bois (scomparsa nel 2003 a 83 anni e famosa per essere stata la prima giornalista ammessa in Parlamento negli anni ’50), editrice del quotidiano romano omonimo diffuso tra il 1946 e il 1986 per il 40% di proprietà nientemeno che della CIA (quantomeno fino agli inizi degli anni ‘70, quando gli succedette un altro controverso personaggio, Michele Sindona), con l’obiettivo di influenzare l’elettorato italiano (che minacciava di votare comunista) e di formare nuove leve di giornalisti filoamericani. AFN studio 1 - Storia della radiotelevisione italiana. Radio: quando gli americani sbarcarono in ItaliaSempre Lolli ricorda: “I capitali erano ingenti e anche qui la stazione era legata all’omonimo giornale. Nacque in pieno boom dell’etere, nel 1976, sede al centro in Via Santa Maria In Via, attigua al giornale. Studi belli, professionali, dipendenti pagati. Durò forse un paio d’anni, con un segnale dal centro di Roma molto potente”. Famosi i programmi con i dj Julie Sutter e Wild Freddy Cannon (un dirigente della EMI), che divenne un must notturno per gli studenti romani (il suo programma era diffuso per 5 notti alla settimana totalizzando 79.000 ascoltatori ogni volta). Grazie al proprio ruolo nella EMI, Cannon riuscì a intervistare per RDA star del calibro di John Lennon e Paul McCartney e, proprio a riguardo di quest’ultimo, ottene l’esclusiva radiofonica per la diffusione del “Save Venice Concerto” del 1976. Daily American - Storia della radiotelevisione italiana. Radio: quando gli americani sbarcarono in ItaliaUn altro dei programmi notturni di successo di Radio Daily American fu quello del critico musicale romano Kozak (poi appropdato alla rivista Billboard negli Stati Uniti). La stazione avrebbe altresì trasmesso rubriche sportive e finanziarie, pare di particolare appeal per gli uomini d’affari romani. La raccolta pubblicitaria era affidata alla Manzoni, che l’avrebbe collocata a prezzi molto elevati (15.000 lire per un comunicato bilingue).

Radio Quasar

Da annotare, poi, il misterioso caso di Radio Quasar, tracciato accuratamente dal blog Memorie Televisive, secondo il quale l’emittente fu “presentata in pompa magna in un momento in cui chi aveva milioni da investire puntava dritto alla tv visto che il fenomeno delle radio era già considerato sul viale del tramonto”. richard eaton - Storia della radiotelevisione italiana. Radio: quando gli americani sbarcarono in Italia“L’investitore che intendeva far nascere una autentica radio commerciale a Roma era l’uomo d’affari americano Richard Eaton, presidente della United Broadcasting Company (Ubc) che controllava 13 radio e 3 televisioni tra Nord America e Messico – spiega il portale di informazione radiotelevisiva – Probabilmente attratto dalle recenti sentenze della Corte costituzionale sulla libertà d’antenna decise di sbarcare in Italia. Inizialmente cercando una stazione già esistente da comprare (e forse non a caso la stazione italo-americana già esistente nella capitale, The Voice of Daily American, aveva prontamente cambiato nome in Radio Ubc), successivamente decidendo di impiantare una nuova stazione, Radio Quasar. L’11 agosto 1976 venne resa nota a questura ed Escopost la presenza degli impianti momentaneamente situati in un’abitazione in via Casal dei Pazzi, successivamente si iniziò a costituire una s.p.a. apposita, la Ubc italiana. Direttore della rete il giornalista italo-inglese Michael Hall. L’antenna avrebbe irradiato da Monte Mario con una potenza di emissione di 2.500 watt, oltre il doppio delle stazioni già esistenti, e le trasmissioni sarebbero dovute iniziare il 15 settembre successivo sulla frequenza di 97,7 MHz, peraltro già occupata da Radio Città Futura. La programmazione pur se non originalissima avrebbe dovuto portare a un salto di qualità rispetto alle altre radio: poche chiacchiere e molta musica, direttamente importata dall’America e presentata da dee jay professionisti; informazione ogni ora in inglese con flash su avvenimenti particolarmente importanti. E poi interviste, dibattiti e molta pubblicità. Il target di riferimento sarebbe dovuto essere inizialmente il personale americano in Italia. C’era quindi l’intenzione di aprire in futuro altre stazioni nelle città con basi Nato”. “Non sembra che il progetto abbia avuto seguito, perlomeno nei mesi successivi”, osserva però MT, rilevando come Radio Città Futura avesse continuato a occupare la sua frequenza finendo coinvolta nel caos della lotta politica degli anni seguenti. “Di Radio Quasar sembrano essersi perse le tracce”, conclude laconicamente il blog.RADIO AZUR 102 adesivo 2 1 - Storia della radiotelevisione italiana. Radio: quando gli americani sbarcarono in Italia

Radio UBC

Secondo altre fonti, Radio UBC avrebbe invece trasmesso veramente sui 106,000 MHz con 10 notiziari giornalieri di 15 minuti l’uno, di alta caratura tecnica, in lingua inglese, curati dal giornalista James (Jim) Long, già a Radio Daily American. Sebbene l’iniziativa romana della statunitense United Broadcasting Corporation Inc. comunque sia andata non abbia lasciato tracce sostanziali, lo spin-off italiano del noto broadcaster tv con sede nel Maryland ebbe luogo certamente in Liguria, ove l’ormai anziano Eaton, mosso dall’ambiziosa pretesa di insidiare l’audience di RMC mediante un format di stampo americano, concretò l’installazione di un trasmettitore di 8 kW di potenza sui 101 MHz pe l’illuminazione della Costa Azzurra francese sotto l’identificativo RC101 – Radio Continentale (dove avrebbe iniziato la propria professione Frederic Coste, poi ad Azur 102 e quindi al network francese Nostalgie). L’iniziativa non ebbe tuttavia il successo sperato e di lì a qualche anno la frequenza lasciò spazio ad un’altra avventura extraconfine ben più strutturata (sotto il logo Radio K da Sanremo).radiok 1 168x300 - Storia della radiotelevisione italiana. Radio: quando gli americani sbarcarono in Italia
Diverse invece le vicende delle stazioni dell’American Forces Network – AFN, emittenti radio dedicate alle truppe americane stanziate nella basi militari statunitensi in Italia (qui alcuni spezzoni di trasmissioni). Le stazioni AFN italiane (la storia in questo pdf) assumono questa denominazione nell’ottobre 1993, succedendo alle più antiche SEB (Southern European Broadcasting), installate negli anni ’80.
Si trattava di emittenti anche di elevate potenza destinate in realtà ad un servizio in FM nelle aree ove risiedevano le truppe americane (generalmente in prossimità delle caserme).
Il nostro Ministero delle Poste e delle Telecomunicazioni aveva concluso con gli USA dei rapporti bilaterali in base ai quali era concesso l’utilizzo (limitato alla circoscrizione del territorio militarizzato) delle frequenze 106,0 MHz (in alcune zone 106,1 MHz) e 107,0 MHz (in alcune zone 107,1 MHz).SEB I - Storia della radiotelevisione italiana. Radio: quando gli americani sbarcarono in Italia
La SEB prima e la AFN poi utilizzavano 24 trasmettitori ubicati nelle sedi di Livorno, Vicenza, Verona, Aviano, Livorno, Sigonella, Napoli, Bari, Ghedi (Bs). L’attività dell’American Forces Network in Italia era iniziata nel 1943 in AM sui 1241 kHz (Voice of the 8th Army), con un trasmetittore in Rimini (800 watt), integrato nel 1944 da un relay su 1249 kHz (logo: The American Expeditionary Radio Station 7th Army, con playlist di musica classica e swing).
Alla fine della guerra, da località imprecisata, entrò in funzione su 1280 kHz The Fifth Army Radio Station (trasmettitore integrato dall’agosto dalla frequenza 1530 kHz).
Sui 1429 kHz operava invece l’American Forces Network, AFN 9th Army tra le 04.55 e le 00.30. La prima stazione americana in assoluto operò però sui 1500 kHz (con marchio American Expeditionary Station of the 5th Army) dal 25 ottobre 1943 nel sud Italia. La stazione operò anche su altre frequenze spesso adiacenti, quali 1505 kHz AFRS da Caserta con 1 kW (Armed Forces Radio Service nell’agosto 1945) e 1510 kHz FRS 5th Army con 1 kW (postazione mobile, Armed Forces Radio Service, on air nell’agosto 1945). afn - Storia della radiotelevisione italiana. Radio: quando gli americani sbarcarono in ItaliaLa stessa frequenza fu impegnata anche a Gorizia dall’AAF (The Air Force American Station), mentre su 1570 kHz The Air Force American Expeditionary Station, Mediterranenan area era in onda tra le 06.30 e le 23.45. Sui 695 kHz operava invece l’AFN Italy, Roma, che integrava in altre zone italiane le emissioni su 1438 e 1465 kHz. In onde corte trasmissioni furono effettuate su 6025 e 6140 KHz da Roma col marchio Allied Expeditionary Station nel 1944-45.
Nel dopoguerra l’edizione 1964 del WRTH dava per attive in Italia (in onde medie) le seguenti stazioni americane (AFN) su 540 kHz: Livorno, Verona, Vicenza. SEB - Storia della radiotelevisione italiana. Radio: quando gli americani sbarcarono in ItaliaSuccessivamente tutte le operazioni furono trasferite in FM (106,000 e 107,000 MHz) dove erano operanti stazioni da Vicenza, Verona, Aviano, Livorno, Sigonella, Napoli, Bari (come SEBS – Southern European Broadcasting Service) non raramente in stato di difficle convivenza con stazioni italiane (come nel caso del Veneto, dove la stazione AFN di Vicenza conviveva sui 107,000 MHz con un’emissione praticamente coubicata di Radio Milano International in M.te Rubbio Bassano del Grappa, Via Monte Caina). (M.L. e R.R. per NL)

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