Mentre nel resto d’Italia si giocava con i trasmettitori militari modificati, a Roma si pensava ad una struttura nazionale di radio locali mono denominate, accentrate a livello proprietario e coordinate a livello artistico, tecnico e commerciale.
Radio Elle, come ricorda il portale Broadcast Italia, era stata tra le prime radio romane ad aprire con notevoli mezzi. Di proprietà del commercialista Gianni Leuti (la Elle stava ad indicare proprio Leuti), cominciò a trasmettere sulla frequenza di 104,9 MHz con un trasmettitore Motorola da 100 W (presto sostituito da un apparato da 1 kW, al tempo il trasmettitore più potente del Lazio), quando ancora farlo era da temerari (la banda infatti arrivava a 104, così come molti sintonizzatori dell’epoca). In ottemperanza ad un principio (eccessivamente) cautelare, dopo i 104 MHz sarebbe infatti cresciuto il rischio di interferenze alla banda aeronautica (ben oltre i 108 MHz) e così l’Escopost non tollerava eccezioni, “Ma Radio Elle ce la fece, aprendo la nuova frontiera che arrivava fino a 108 Mhz, quella che tutt’oggi è in funzione”, sottolinea B.I. Dotata di grandi mezzi, sia di bassa frequenza che di alta, la stazione trasmetteva a Roma in Piazza Ennio 1 con standard organizzativi inusuali per l’epoca: “Crediamo fosse l’unica a pagare i dipendenti e i nomi che si alternarono ai microfoni erano altisonanti e provenienti anche da grandi realtà, come Piermaria Bologna di Radio Montecarlo”. “Mi si presenta un tale che si chiama Sergio Talia. Mi dice “Sai ho saputo che hai fatto Radio Montecarlo. Sto mettendo su una radio privata”. Eravamo alla fine del 75, forse ne esisteva una di radio, Radio Roma”. A parlare (*) è proprio Piermaria Bologna (foto a destra), dj, produttore ed imprenditore radiofonico, ricordando la sua esperienza a Radio Elle. “Incontro Gianni Leuti, l’editore dell’emittente, che mi chiede una sorta di progetto per impiantare questa stazione radiofonica. Ed io, forse unico in Italia con un minimo d’esperienza nel campo, avendo fatto appunto Radio Montecarlo, preparo una relazione dove dico che il radioascoltatore deve essere partecipe del programma, deve venire coinvolto a tutti gli effetti; non deve essere un passivo fruitore del prodotto ma un protagonista. Questa cosa gli piace molto e divento direttore di Radio Elle”, spiega Bologna. “Tutto era molto casuale. Non esistevano professionisti per nessuna mansione. Ci si doveva inventare ogni soluzione sul campo. Ogni giorno si proponeva qualcuno che veniva valutato ad occhio e ad orecchio: quattro chiacchiere, poca cadenza romanesca, molta verve, estroversione, capacità dialettica, buon vocabolario, rispetto della grammatica e della consecutio, uso corretto del congiuntivo. Per il resto chiedevo a tutti di essere spontanei al massimo, colloquiali, animatori, nel senso di metterci l’anima quando andavano al microfono perché, raccomandavo, chi ci ascolta percepisce dal tono e dal suono della voce il vostro stato d’animo e capisce se recitate o siete sinceri. Un’altra delle mie fisse era: fate come chi suona il pianoforte. Con una mano suona i bassi e gli accordi e con l’altra la melodia. Con metà cervello concentratevi su quello che state dicendo e con l’altra metà su quello che vi preparate a dire e fatele funzionare insieme» (**). Radio Elle è un laboratorio artistico fenomenale: nella corte di Leuti, che nel regno è coadiuvato da Nicola De Nicola, nascono personaggi come Foxy John (“si presentò a Radio Elle ed incuriosì subito per la sua cadenza italo-brooklyniana, la sua estroversione e la sua voglia di farsi notare“, ricorda Bologna), Clelia Bendandi, Marco Ottaviani, Bob Luningher, al punto che diventa nel giro di poco tempo la più popolare emittente di Roma anche se non ha una linea musicale marcata. «Non si può parlare di impostazione musicale per Radio Elle di quel periodo. Andava in onda tutta l’attualità che ci veniva fornita dalle case discografiche, la musica brasiliana e sudamericana che ci procurava un paio di steward dell’Alitalia che facevano il “lungo raggio”, il pop ed il country americani che Foxy John era andato a comperare appositamente negli USA tornando anche con due giradischi fenomenali: i Russco a partenza rapida che ci consentivano di lanciare i pezzi senza smiagolamenti. Una novità assoluta per l’Italia» (**).
Piuttosto che per la musica, Radio Elle si distingueva per i programmi: «Quelli di punta erano: il “Buongiorno di Radio Elle” affidato a Bobby Boy che faceva la notte in bianco in discoteca, al “Capriccio”, e alle 5.30 iniziava in radio con una verve ed una simpatia che non ho più risentito in radio; “Leggera Made in Italy” di sola musica italiana (nel periodo in cui era schifata da tutti o quasi) affidata a Daniela Debolini; “I Dischi per gli Amici” (vedi Radio Montecarlo) con le richieste e le dediche telefoniche in diretta, “Crazy Sound” un programma demenziale che andava in onda la domenica mattin (era da sbellicarsi dalle risate: c’era dentro di tutto compresa la parodia di Paolo VI che realizzavamo con la voce di un bravissimo imitatore passata attraverso un registratore per produrre l’eco di piazza San Pietro ed il suono delle campane ottenuto percuotendo un estintore semivuoto. La ciliegina era confezionata da Foxy John con la Hit Parade» (**). Più complessa invece la gestione dell’informazione: “Purtroppo le fonti erano scarse: nessuna agenzia, Internet non esisteva, potevamo solo affidarci ai GR e ai TG RAI, ai quotidiani locali e a qualche telefonata degli ascoltatori. Ma il tempo era poco, nessuno aveva esperienza per riprendere e rielaborare le notizie, avevamo solo una macchina da scrivere. Finché non comparve Carlo Ceccherini, giovane giornalista presso “Il Popolo”, il quale mi fece una corte spietata per settimane e settimane senza mai demordere. Ogni giorno, o quasi, si presentava in radio, si proponeva per collaborare ed io traccheggiavo rinviando la decisione. Un giorno si presentò con in mano un fascio di lanci d’agenzie che aveva “rubato” al giornale. Una manna per noi! Notiziario in diretta aggiornato come i GR della Rai e forse di più! Dal “Popolo”, poi, ci faceva le “corrispondenze” per telefono come se si trovasse sul luogo dell’evento (mentre leggeva le agenzie)» (**). Sul piano economico la radio reggeva: “grazie al fatto che i costi erano relativamente bassi (molti volontari, pochi investimenti tecnici, la musica regalata dalle case discografiche, nessuna SIAE) e le entrate copiose in quanto da subito la radio si fece notare e la pubblicità entrava a ritmo continuo. Il merito era certo della programmazione, delle voci, della musica, ma soprattutto di Angelo Pennacchioni, un maturo signore dalla parlantina e dal sorriso coinvolgenti il quale aveva inventato una tecnica micidiale: girava per tutta Roma con una radiolina portatile, entrava in un esercizio commerciale o in una ditta qualunque e proponeva la pubblicità con il sottofondo della diretta della radio per essere sicuro che lì il segnale si sentisse particolarmente bene. Il titolare restava perplesso, ma incuriosito e, quasi sempre, chiedeva di sentire un esempio della sua promozione (forse anche per dilazionare il momento della decisione). Pennacchioni telefonava subito in radio, mi forniva le indicazioni di massima circa il tipo di servizio o di prodotto da reclamizzare. Partivano i creativi: in pochi minuti veniva elaborato il comunicato commerciale tagliato su misura per il potenziale cliente con tanto di voce adatta e sottofondo musicale. Entro cinque/dieci minuti il comunicato era in onda e Pennacchioni firmava, seduta stante, il contratto incassando un cospicuo anticipo!» (**). Tutto bene, quindi? Non proprio, a parere di Bologna, perché “forse proprio il successo economico fece sì che i soci cominciassero a litigare. Da una costola di Radio Elle nacque Radio Luna, perché Talia e l’altro socio Natali si separarono da Leuti e misero su a Belsito la prima stazione di Radio Luna, che cominciò a farci una certa concorrenza” (*). “Leuti – continua Bologna, che dopo quell’esperienza sarebbe diventato uno dei più importanti protagonisti della prima radiofonia privata romana – decise di fare per l’epoca una cosa molto innovativa: creare delle stazioni satellite di Radio Elle. Per contro, nacque il primo tentativo di Radio Luna di creare delle stazioni per cui la programmazione era la stessa, ma su bobina. Quello fu il primo tentativo di network, di fare una radio extralocale con un’unica programmazione. Radio Luna ebbe più successo, perché mentre Leuti voleva essere proprietario delle stazioni, Talia e i suoi soci fornivano soltanto programmi con marchio unico per radio locali che non avevano risorse per avere una propria programmazione di quel livello. Il successo fu quasi immediato grazie al programma di Ilona Staller, che fu il primo dei programmi trasgressivi della radiofonia italiana. Si confrontavano da una parte Franco Califano su Radio Elle che faceva discorsi tranquilli e dall’altra Ilona Staller. Fui incaricato di creare delle Radio Elle a Chieti, a Pescara e a Modena”. Ricorda Ennio D’Onofrio sul gruppo Facebook la storia delle Emittenti Radiofoniche Abruzzesi a riguardo di Radio Elle Abruzzo (Chieti): “La Radio (fondata da Nicola De Nicola, braccio destro di Gianni Leuti, ndr) iniziò le trasmissioni in un vecchio appartamento in Piazza Barbella a Chieti, dopo pochi mesi ci siamo trasferiti in Via Ravizza in uno dei palazzi più alti di Chieti zona Civitella. I locali erano su due livelli, al piano superiore mettemmo la parte tecnica: studio di trasmissione, sala di registrazione, sala radio, antenne, nel vano inferiore c’erano gli uffici (…) Successivamente su mia insistenza riuscii a convincere Nicola a mettere un ripetitore sulla Maiella: fu un grande passo avanti; ci sentivamo molto bene anche nelle Marche… Installai un ripetitore della Elpro in UHF a 470 MHz e spostammo sulla Maiella (Mammarosa) il trasmettitore da 500 W con una antenna collineare a 4 dipoli con abbassamento elettrico del lobo di radiazione. Siamo stati i primi ad usare un ripetitore, ci sentivamo ovunque, io in auto facevo sempre una prova, giravo la sintonia e mi fermavo sulla stazione più forte, guardavo la frequenza ed era sempre quella di Radio Elle 103.5 MHz. Abbiamo fatto la storia delle radio private in Abruzzo, siamo stati i primi a promuovere la nostra Radio con i famosi “jingle”, dei brevissimi stacchetti promozionali molto efficaci; le altre radio provavano ad imitarci, spesso con risultati ridicoli! Gino Di Tizio era il direttore della radio e della testata giornalistica (…) C’è da dire anche che Radio Elle Roma ha forgiato professionalità importanti, alcuni di loro poi hanno continuato in RAI, ricordo: Fiorella Gentile, Daniela Debolini, Simonetta D’Acunzo, Clelia Bendandi, Foxy John, Bob Nunninger, Cristiana Nieddu, Marco Ottaviani e anche Marta Flavi e Franco Califano. (…) Poi ci fu un periodo negli anni ’80 in cui la proprietà di allora acquistò la locale TV privata Telemaiella/TVM: fui chiamato dal direttore Gino Di Tizio a dirigere la parte tecnica. Poco dopo gli interessi della proprietà si concentrarono su TVM e Radio Elle iniziò purtroppo un lento declino (…)“.Ma proprio in quel periodo di espansione le cose cominciano ad non andare più per il verso giusto. «Sicuramente l’atteggiamento da “padrone del vapore” di Leuti, che controllava la maggioranza mentre la pubblicità entrava abbondante, determinò i contrasti tra i soci che sfociarono nella fuoriuscita di Natili e Talia, allontanatisi di un centinaio di metri su Piazza Belsito, dove nacque, poco dopo, Radio Luna» (**). Ma nonostante la stuzzicante prospettiva di Radio Luna, Bologna non abbandona subito la radio romana al cui sviluppo ha molto contributo, anche come talent scout. «Sono rimasto a Radio Elle. Non per molto, perché nel volgere dei mesi anche i miei rapporti con Leuti si deteriorarono. Io sentivo la responsabilità di dover dirigere e sviluppare una realtà che intuivo importante e dalle grandi prospettive. Lui la considerava un suo giocattolo utile a farsi bello, fare soldi e incrementare il suo potere. Non che avessi la pretesa di gestire anche le sue scelte ed i suoi comportamenti, ma esigevo che rispettasse il lavoro di noi tutti che, in fondo, ci davamo da fare anche nel suo interesse. Ricordo una frase che mi disse quando gli feci presente che non mi piaceva che frequentassero la radio alcune persone di cui si circondava: “Lasciami sbagliare a modo mio” (*). Ma la separazione tra Piermaria Bologna ed il suo editore è ormai nell’aria, come spiega il radiofonico nell’intervista a M&M: «A causa dei non più splendidi rapporti tra di noi e con l’arrivo sulla scena di nuovi soggetti, Leuti mi mandò in “missione” a Modena a sviluppare la nuova emittente. In realtà si liberò della mia presenza” (**). E l’inizio della fine: il generale abbandono dei personaggi che avevano fatto grande Radio Elle comporta il calo degli introiti pubblicitari ed il ridimensionamento delle mire espansionistiche in tutta Italia con strutture locali di proprietà.
Una nota noir chiude la vicenda: “La radio era stata affidata a un individuo all’epoca molto attivo nell’etere, tale Giorgio Farina, noto attivista di destra che ritroveremo nelle cronache giudiziarie degli anni 80 (fu addirittura super teste nella strage di Bologna dell’80)”, ricorda Marco Lolli, noto operatore radiofonico romano e regista RAI, che continua: “La sede della radio in una notte del 1979 venne completamente distrutta da un incendio doloso, rivendicato dai Nar. Non riapri mai più. Conservo ancora i materiali giornalistici dell’epoca. Una vicenda triste e ancora oggi piuttosto misteriosa”.
E mentre velocemente si spegne la stella della radio di Leuti iniziano a brillare quelle di Radio Luna e Radio In. La strada della syndication radiofonica è stata tracciata anche in Italia da Radio Elle. Ma saranno altre le emittenti che la percorreranno con successo. (M.L. per NL)
Una nota noir chiude la vicenda: “La radio era stata affidata a un individuo all’epoca molto attivo nell’etere, tale Giorgio Farina, noto attivista di destra che ritroveremo nelle cronache giudiziarie degli anni 80 (fu addirittura super teste nella strage di Bologna dell’80)”, ricorda Marco Lolli, noto operatore radiofonico romano e regista RAI, che continua: “La sede della radio in una notte del 1979 venne completamente distrutta da un incendio doloso, rivendicato dai Nar. Non riapri mai più. Conservo ancora i materiali giornalistici dell’epoca. Una vicenda triste e ancora oggi piuttosto misteriosa”.
E mentre velocemente si spegne la stella della radio di Leuti iniziano a brillare quelle di Radio Luna e Radio In. La strada della syndication radiofonica è stata tracciata anche in Italia da Radio Elle. Ma saranno altre le emittenti che la percorreranno con successo. (M.L. per NL)
* = “Effemme”, Sorace, Roma 2005 – materiale parzialmente inedito, tratto dai lavori preparatori del testo – estratto dall’intervista a Piermaria Bologna riportato anche in: “Il concetto giuridico di ambito locale nel sistema radiofonico italiano alla luce dell’evoluzione tecnologica”, Lualdi, Milano 2007