Il network televisivo PAN Tv s.p.a. (acronimo di Prima Antenna Norditalia), nacque a Pavia il 29 luglio 1984 per iniziativa dell’imprenditore edile Angelo Mascheroni – costruttore e gestore per 99 anni del parcheggio sotterraneo di via Vittor Pisani a Milano – con sede centrale in viale Montegrappa 26, nei vecchi studi di Telemontepenice.
Telemontepenice
Se la cellula di partenza fu la storica stazione pavese Telemontepenice (ch UHF 48 da Valcava e UHF 68 da Monte Penice), il network – definito tale perché non tutte le emittenti che lo componevano erano di proprietà – di Mascheroni godeva in verità anche delle rilevanti strutture di Antenna Padana di Pavia e di Canale 6 di Milano (ex TVM 66 ch UHF 43 da Valcava, che però manteneva una programmazione parzialmente indipendente da quella della rete “nazionale”) edita dalla società Tele Milano Libera (di proprietà della diocesi di Milano).
Il network
Le antenne associate a PAN Tv nel periodo di massimo sviluppo (1988) erano 25, e fra queste si annotavano, oltre alla capofila Telemontepenice (Norditalia Tv) e alle citate Antenna Padana e Canale 6-TVM 66, le note Savona Tv, Imperia Tv, Radio Tele Aosta, Antenna 3 Piemonte, Nuova Rete Piemonte e Canale 66 Roma (Asterix 66).
22 miliardi del tempo
Mascheroni rilevò progressivamente (con un investimento iniziale di 22 miliardi di lire dei tempi) le frequenze o le quote societarie di stazioni quali Euro 3 Varese, Videocomo 47, Teleuropa Brescia, Tele Studio Milano, Video Milano 68 (interferente con il canale 68 di Monte Penice di TMP), Tele Spazio Lecco e Tele Centro Lecco, per aumentare l’area di copertura del network, che arrivò a coprire (seppur non capillarmente): Lombardia, Piemonte, Val d’Aosta, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana (dove c’era una forte sinergia con il gruppo tv dell’imprenditore Barbagli), Umbria, Marche, Lazio, parte della Campania e della Sicilia.
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Gli affiliati
Fra le emittenti non di proprietà con le quali Mascheroni aveva sottoscritto accordi sono da annotare: Tele Mondo 2000,Telescirocco e Teleradioerre, legate da partnership o affitti d’azienda.
PAN TV la Tv che ama il tu
“PAN TV la Tv che ama il tu” era lo slogan del network, che si definiva “nuovo” perchè “nuovo è il modo di fare televisione: i programmi di autonoma produzione puntano su volti e idee nuove; nuovo è il modo di comunicare con il pubblico; niente programmi stupefacenti ma tanta grazia e simpatia. Un Network, insomma, che ama dare del tu al suo pubblico e farsi dare del tu”.
Norditalia Tv
A Fausto Bianchi amministratore unico della capofila Norditalia TV s.r.l. era affidata la gestione dell’alta frequenza, mentre a Renzo Pesci spettava la gestione della produzione e il reperimento e l’acquisto dei programmi.
25 dipendenti
I dipendenti del comparto tv di Mascheroni erano 25, esclusi collaboratori e consulenti. La stazione di testa disponeva di due studi di produzione tecnologicamente all’avanguardia a Pavia, in viale Monte Grappa 26 (dove aveva sede Tele Monte Penice).
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Commerciale
Sul fronte commerciale, l’obiettivo era quello di creare una propria concessionaria nazionale, mentre per la pubblicità locale ci si sarebbe affidati a concessionarie esterne al gruppo pavese. “La strategia preparata dai dirigenti di PAN TV prevede un piano di sviluppo graduale e parallelo per quanto riguarda illuminazione, palinsesto e vendita della pubblicità”, dichiarava l’editore Angelo Mascheroni alla rivista Millecanali nel dicembre 1985.
Curiosa strategia
“Non intendiamo vendere spazi pubblicitari fino al momento in cui non siamo sicuri di poter mantenere quello che promettiamo. L’investimento in programmi, alcuni dei quali comprati sui mercati esteri e l’illuminazione dovranno garantire la bontà dell’investimento dei nostri utenti pubblicitari. Infatti fino al 1° gennaio 1986 non vendiamo pubblicità nazionale. Solo il 1° marzo daremo un ‘look’ definitivo alla testata e trasmetteremo programmi auto-prodotti ed acquistati. Con il 1° settembre PAN TV entrerà a regime”.
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Gli obiettivi di audience
Gli obiettivi erano fin troppo ambiziosi (di qui in verità si poteva già capire l’utopia del progetto), come si desumeva da una presentazione resa alla stampa sul finire del 1984: “Una testata intelligente e simpatica capace di divertire ma anche di informare con un livello primario in linea con Retequattro, un’illuminazione in linea con Canale 5 ed un’audience (entro un anno) in linea con l’audience effettiva di Retequattro”.
E quelli di vendita
Gli obiettivi di vendita, altrettanto eccessivi, prevedevano 50 miliardi fra locale e nazionale per il 1986, ridotti successivamente a 30 per consentire una fase di start-up.
Il palinsesto
Il palinsesto di PAN Tv proponeva film, telefilm, cartoni animati, sceneggiati di non eccelsa fattura e molte (troppe, per l’obiettivo di qualità fissato) televendite. Una curiosità: conduttore del programma “Shopping: adesso che se ne sono andati tutti finalmente” insieme a Patrizia Rossetti fu Beppe Farah, al tempo nome noto al pubblico in quanto dj di Radio Milano International.
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Incognita
Scriveva sempre Millecanali a distanza di un paio d’anni dall’avvio del progetto: “Pan Tv è una vera incognita. Da tempo alla ricerca di ‘un posto al sole’, il network di Angelo Mascheroni non è ancora riuscito ad emergere concretamente. Per quanto riguarda la copertura, essa è ormai estesa all’intera Italia (Sardegna esclusa), ma con differenze marcate fra regione e regione.
Veneto, Friuli e centro-sud
In Veneto, Friuli-Venezia Giulia e nel centro-sud vi sono alcune associate, fra le quali TeleRadioErre e TeleScirocco.
Sfida alla legge
Anche Pan Tv ha scelto di trasmettere in diretta il proprio segnale dovunque sia possibile, sfidando in qualche modo la legge. Il palinsesto è sempre imperniato su film, telefilm, novelas e su alcuni appuntamenti informativi.
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La produzione
Si pensa però alla produzione e si dovrebbe trattare di programmi alternativi: ‘documentari etnografici e sociologici’, teatro, persino un tentativo di una telenovela ‘made in italy’. Per il 1988 un progettato grande salto potrebbe permettere, secondo i responsabili del network, di fatturare addirittura 30 miliardi di lire”.
La sede di Milanofiori
Il 15 novembre 1987 venne inaugurata la nuova sede dell’emittente a Milanofiori, diretta da Costantino Casali, cui succedette, nel 1988, Renato Calderola, già noto per la sua creatività commerciale in Toscana.
L’espansione al sud…
Nel frattempo, l’illuminazione della rete pavese aveva raggiunto la Campania, grazie ad un accordo con Tele Salerno 1.
…e la caduta
Ma tanto rapida fu la crescita di PAN Tv, tanto drammatica ne fu la caduta: nel maggio 1989, travolto dalle vicende finanziarie che avevano interessato il core business edile di Angelo Mascheroni, il network che mai era riuscito a lanciarsi concretamente, precipitò nell’inferno economico-organizzativo.
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I fallimenti a catena
La società di testa del gruppo, Norditalia Tv fu al centro di guai giudiziari legati ai fallimenti a catena delle società di Mascheroni e il marchio PAN Tv venne presto sostituito in onda da altri loghi estemporanei (Telecentro, J-Press, Supersix).
Canale 6-TVM 66
Mentre Canale 6-TVM 66 – dopo non poche tensioni coi dipendenti – fu ceduta al gruppo Ligresti di Telelombardia, le numerose frequenze di proprietà di PAN Tv passarono alla società Telejolly di Melzo (Mi) – gestita da quel Renato Calderola che di PAN Tv, come detto, era stato direttore – che faceva riferimento al GAT (Gruppo Aiazzone Televisione), il quale aveva già rilevato da Antenna 3 Lombardia il canale 48 UHF (acquisito prima dell’avvento di Mascheroni da Telemontepenice).
Gruppo System Color
Dopo complesse vicissitudini giudiziarie i canali di PAN Tv confluirono in Tele 90 (Gruppo System Color), una rete nazionale messa in piedi con enorme velocità in prossimità dell’approvazione della legge Mammì (che avrebbe chiuso i giochi per il conseguimento delle concessioni tv) sul modello economico-finanziario di Retemia di proprietà della s.p.a. Intermercato di Giorgio Mendella.
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Prima farsi vedere
Così Millecanali descriveva l’operazione nata sulle ceneri di PAN Tv nell’agosto 1990 (ed alla quale dedicheremo una puntata specifica di questa rubrica): “Fedeli al motto “Primo, farsi vedere”, i responsabili di Tele 90 hanno deciso di muoversi in fretta nel settore dei canali. Lo stesso Barbagli si occupa in prima persona delle iniziative in questo campo. Se sono evidenti le intenzioni di arrivare entro breve tempo a una vera diffusione nazionale, meno chiari, per ora, sono i modi in cui si agirà.
Il riserbo
Le operazioni di acquisizione di canali o di acquisto di intere emittenti sono in corso in diverse zone d’Italia e, comprensibilmente, sono ancora coperte da un certo riserbo. Qualcosa si è comunque saputo: se in Toscana e Liguria (in quest’ultima regione mediante i canali del milanese Michele Bargauan di Tele Globo, fino a poco tempo fa utilizzati dal gruppo di Rete Mia) la diffusione è già a livello ottimale, in altre zone Tele 90 sarà visibile solo in futuro, scaduti i contratti stipulati in precedenza da alcune emittenti acquisite con altri circuiti: è il caso, per esempio, dell’Emilia-Romagna (dove è stata associata Antenna 1, con i suoi ottimi canali, già legata a Tivuitalia).
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Canale 68
A Milano, mediante una complessa operazione, è stata assicurata la diffusione di Tele 90 sul canale 68 di Tele Jolly, emittente pavese al centro di una complicatissima vicenda di fallimenti (seguita alla chiusura, tempo fa, della rete Pan Tv di Angelo Mascheroni) e finora legata al circuito Supersix di Gianni Ferrauto (che perde così il canale milanese, a conferma di un momento delicato della sua breve vita). A Roma la frequenza è stata fornita dal gruppo radicale di Tele Roma 56, con un altro canale 68 (quello di Tai Mtv).
Aree Nielsen 1 e 3
In conclusione, la diffusione è già buona nelle aree Nielsen 1 e 3, mentre per le altre si sta gradualmente (ma, comunque, velocemente) provvedendo. Elemento essenziale: Tele 90 intende operare, dovunque sia possibile, su canali posseduti direttamente (la cosa non si verificherà comunque, come abbiamo già accennato, in Emilia-Romagna e in qualche altra zona) e non associando emittenti; è dunque esclusa la formula della syndication, in favore di quella di una rete interamente (o quasi) di proprietà. Ancora una volta, evidente l’analogia con la situazione di Rete Mia”.
Stop
E come Rete Mia, Tele 90, che si sosteneva stimolando investimenti finanziari via etere, fu bloccata dalla Consob e al suo smantellamento i canali già PAN Tv finirono definitivamente al gruppo Telecampione di Raimondo Lagostena, a sua volta al centro di recenti vicende giudiziarie. Vicende tutte così sfortunate, quelle partite dai canali di Telemontepenice, che verrebbe quasi da pensare a canali maledetti… (M.L. e R.R. per NL)
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