Radio Atlantic fu fondata nell’ottobre del 1977 a Bareggio, paese dell’hinterland milanese vicino a Rho, da tre fratelli tarantini da anni residenti nella frazione San Martino: Lino, Mimmo e Angelo Chiffi.
L’emittente, che inizialmente avrebbe dovuto chiamarsi Punto Radio (idea abbandonata quanto si scoprì che a Milano già ce n’era una) – fu collocata in Via San Protaso 26, in un ampio seminterrato dove trovavano spazio gli studi di messa in onda e di registrazione, la redazione, gli uffici commerciali e “la grande sala dei registratori” (perché, va detto, Radio Atlantic era una delle prime emittenti italiane completamente automatizzate).Costituita sotto forma di associazione, l’emittente aveva però un’anima commerciale piuttosto evidente, che trovava piena espressione attraverso il socio Pino Casamento, un brillante agente di commercio che aveva assunto l’incarico di gestire la raccolta pubblicitaria. Occupata la frequenza 92,400 MHz con un – ai tempi decisamente raro – trasmettitore Itelco da 1000 W, che aveva sostituito dopo pochissimo tempo l’apparato da 7 W autocostruito da Lino Chiffi, presidente dell’associazione nonché perito elettronico ed esperto radioamatore, l’emittente si distingueva nella modulazione di frequenza della provincia Nord-Ovest di Milano per un segnale stereofonico forte e limpido (tanto da costringere la preesistente RTP One di Parabiago a spostarsi sui 92,200 MHz per continuare ad essere sintonizzabile nel legnanese).Tra i collaboratori della prima ora c’era Francesco Monteleone, oggi affermato discografico, che da noi raggiunto così ricorda con immutato entusiasmo quei momenti: “Il layout editoriale di Radio Atlantic era piuttosto classico per i tempi: musica, notizie e sport locali, soprattutto calcio. Per le ore non in diretta si usavano Revox e Akay controllati da una delle prime regie automatiche Cepar. L’area di copertura era vasta, nonostante si trasmettesse dalla pianura: ad Ovest ci ascoltavano sino alla provincia di Novara, a Nord si arrivava in Svizzera italiana e forte era l’audience nell’area Ovest della città di Milano”.
L’emittente, che inizialmente avrebbe dovuto chiamarsi Punto Radio (idea abbandonata quanto si scoprì che a Milano già ce n’era una) – fu collocata in Via San Protaso 26, in un ampio seminterrato dove trovavano spazio gli studi di messa in onda e di registrazione, la redazione, gli uffici commerciali e “la grande sala dei registratori” (perché, va detto, Radio Atlantic era una delle prime emittenti italiane completamente automatizzate).Costituita sotto forma di associazione, l’emittente aveva però un’anima commerciale piuttosto evidente, che trovava piena espressione attraverso il socio Pino Casamento, un brillante agente di commercio che aveva assunto l’incarico di gestire la raccolta pubblicitaria. Occupata la frequenza 92,400 MHz con un – ai tempi decisamente raro – trasmettitore Itelco da 1000 W, che aveva sostituito dopo pochissimo tempo l’apparato da 7 W autocostruito da Lino Chiffi, presidente dell’associazione nonché perito elettronico ed esperto radioamatore, l’emittente si distingueva nella modulazione di frequenza della provincia Nord-Ovest di Milano per un segnale stereofonico forte e limpido (tanto da costringere la preesistente RTP One di Parabiago a spostarsi sui 92,200 MHz per continuare ad essere sintonizzabile nel legnanese).Tra i collaboratori della prima ora c’era Francesco Monteleone, oggi affermato discografico, che da noi raggiunto così ricorda con immutato entusiasmo quei momenti: “Il layout editoriale di Radio Atlantic era piuttosto classico per i tempi: musica, notizie e sport locali, soprattutto calcio. Per le ore non in diretta si usavano Revox e Akay controllati da una delle prime regie automatiche Cepar. L’area di copertura era vasta, nonostante si trasmettesse dalla pianura: ad Ovest ci ascoltavano sino alla provincia di Novara, a Nord si arrivava in Svizzera italiana e forte era l’audience nell’area Ovest della città di Milano”.
Per chi visitava la stazione non servivano indicazioni: arrivati in prossimità di Bareggio bastava seguire come un faro il palo autoportante di quasi 50 metri installato in prossimità della casa a due piani che ospitava gli studi. “Eravamo giovani ma tutti professionisti – ricorda ancora Monteleone – C’erano Roberto e Silvia Pirota, Chicco 1, Emanuele Di Noi, Vicky, Dennis Lester, Marco Mazzi, Angelo Grassi, Paolo Zeni, Fabio Farinelli (che sarebbe qualche anno dopo passato a Radio Cooperativa 106 e poi a Gamma Radio, ndr), Angelo Pastori, Riccardo Ongaro ed ovviamente il sottoscritto”.Radio Atlantic aveva una playlist costituita prevalentemente da musica commerciale con una certa propensione per la disco ed il funky e si contendeva l’ascolto in zona con le decisamente più dotate sul piano diffusivo Radio Reporter di Rho (103,700 MHz, con una vasta illuminazione garantita da uno dei trasmettitori più potenti d’Italia, collocato a Blevio, a 1100 metri sopra Como) e, soprattutto, Delta Radio di Corbetta (104,700 MHz dalla ciminiera di Magenta e 105,300 MHz dal Monte Calenzone, sulle alture pavesi). “Eravamo la radio di tendenza su tutta la SS 11 – Milano-Magenta”, continua Francesco Monteleone, sottolineando come Radio Atlantic, nel periodo del suo tripudio editoriale, fosse innegabilmente un punto di riferimento per molti concorrenti, in particolare per la dotazione tecnica, l’organigramma, il layout artistico e per i jingles (di cui molti curati da un d.j. americano che li registrava presso la sede). Il sabato sera, poi, i 92,400 MHz avevano picchi d’ascolto notevoli, grazie alla trasmissione della musica registrata il giovedì notte nella discoteca Astrolabio di Cornaredo (Mi), un locale di culto nella provincia milanese nella seconda metà degli anni ’70.“Simulavamouna diretta, vista l’impossibilità di farlo ai tempi”, sottolinea Claudio Diva (il “Chicco 1” degli esordi, ritratto nelle foto a corredo di questo articolo), anch’egli attivo oggi nel mondo discografico. “I programmi di Radio Atlantic erano d’intrattenimento con una certa genericità di formato al mattino ed un pomeriggio più carico di dance e pop – continua Claudio Diva, rintracciato via Facebook – Ovviamente non mancavano i programmi di dediche (nel primo pomeriggio e verso le 20.00), mentre dalle 18.00 alle 18.30 a giorni alterni c’erano due programmi condotti dal sottoscritto e da Paolo Zeni di reggae (novità per il periodo) e funky. Conducevo inoltre due chart: la Disco Action della domenica sera (i dischi più ballati) e quella del sabato pomeriggio in collaborazione con la discoteca Le Cave di Arluno. Ricordo poi i numerosi giochi a premi mandati in onda; uno in particolare, condotto dallo scomparso Emanuele Di Noi (proveniente da Radio L di Cornaredo), trasmesso la domenica mattina e denominato Il Rompiglione”.E’ il 1979 l’anno dell’apoteosi: trasmettitore da 2500 W in corso di acquisizione, richiesta di preventivi alle principali aziende broadcast per lanciare una versione televisiva della radio e per conseguire l’installazione di un ripetitore FM in alta quota. Ma come tutti i sogni, anche quello di Radio Atlantic fu seguito dall’immancabile risveglio. All’alba del giorno dopo della radiofonia “libera” milanese, e cioè agli inizi degli anni ’80, diversi collaboratori della prima ora cominciarono a dare forfait: l’euforia degli esordi si era ovviamente smorzata e la routine quotidiana unita alle difficoltà crescenti per sopravvivere in un etere sempre più congestionato iniziarono a far pensare ai gestori della stazione che forse era il tempo di passare la mano.
Così, mentre alcuni dj si collocavano presso la concorrenza (Delta Radio in primis, dove si trasferì Claudio Diva), nel 1982 avevano inizio una serie di incontri tra il management di Radio Atlantic e l’editore di Radio Superstar 106, una stazione radiofonica di Cesano Boscone (Mi) che da poco si era trasferita a Milano (in Via Canonica) e che si distingueva per le sue forti velleità di espansione.L’imprenditore milanese Franco Oliani, che da poco deteneva integralmente il capitale della s.r.l. proprietaria di Superstar, pensava ad uno sviluppo della stazione (che usava soprattutto per promuovere i suoi negozi Blu Bassetti) nella ricca provincia nord-ovest di Milano. E, in effetti, il ripetitore di Radio Atlantic era un bello strumento di penetrazione in quel territorio, dove le emissioni a 90,200 MHz (frequenza originaria della Superstar più locale, di difficile sintonizzazione) e 106,000 MHz (successiva attivazione in città che l’aveva fatta conoscere nell’area metropolitana) arrivavano con qualche difficoltà.Così, con la grande rapidità che lo contraddistingueva, Oliani definì l’acquisto (considerato rilevante per i tempi) dell’emittente di Bareggio, i cui programmi lasciarono di punto in bianco il posto al palinsesto di Superstar 106, che per qualche periodo unì, come un tributo a quell’importante esperienza, al proprio logo quello di Radio Atlantic. Quasi una nemesi, visto che uno dei brani più trasmessi nel primo anno di attività di Radio Atlantic era stato proprio “Superstar” di Bob McGilpin. Oggi i ricordi di Radio Atlantic si rincorrono, come per molte altre stazioni private della prima ondata, su una pagina Facebook dove si sono ritrovati molti dei protagonisti di quella grande avventura che, in un modo o nell’altro, segnò molti di loro. (M.L per NL)