Tra il 1975 ed il 1980, Milano è stata un formidabile laboratorio di creatività radiofonica e in questa rubrica ci siamo più volte soffermati sulle tante iniziative metropolitane che hanno lasciato un segno indelebile o quasi.
Questa volta, invece, vogliamo concentrarci su alcune di quelle esperienze che pochi ricordi hanno prodotto, pur avendo vissuto momenti di intensa notorietà, quand’anche fortemente localizzata. Un lavoro di ricerca che, pur senza la pretesa di essere esaustivo, ci ha permesso di scoprire molte curiosità, anche grazie all’amico Gianluca Costella, vera e propria miniera d’oro a riguardo. Per esempio, proprio Gianluca ci ha ricordato che la prima radio rock della metropoli (e forse italiana) fu una ormai dimenticata L’Altra Radio Milano, di cui avevamo incidentalmente dato conto in un altro articolo della serie Storia della Radiotelevisione Italiana, che, nella seconda metà degli anni ’70, aveva sede in Piazza Piemonte. Diretta da Felice Zaccanti (direttore dei programmi Maurizio Salati), L’Altra Radio Milano, nel 1977, trasmetteva da Via Monferrato 10 sui non molto frequentati 104,500 MHz (al tempo non erano pochi i ricevitori con la scala FM sino a 104 MHz), salvo poi riposizionarsi, a seguito dell’avvento di Radio Porta Genova (Alzaia Naviglio Grande 66, FM 104,580 MHz) su 104,050 MHz, al posto di Radio Zenit, che aveva avuto sede nientemeno che nell’abbiente Via Montenapoleone, al numero 18. La chiusura de L’Altra Radio Milano consentì l’avvio delle trasmissioni di Radio Cosmo 104 nel settembre 1982 “sulle note di Keep on movin’ del brasiliano Eumir Deodato”, come ci ricorda Costella. E ancora: sapevate che Radio Duomo, stazione con sede in Via dell’Unione 1 e frequenza a 104,800 MHz (dove poi prese ad operare Radio Peter Flowers ed oggi c’è Radio 24), fu creata nel 1977 da quel Giorgio Mendella che di lì a qualche anno sarebbe sbarcato come televenditore a Bergamo Tv prima di fare un super salto divenendo fondatore del network tv nazionale Rete Mia? Centro Radio Dado Milano – attiva tra il 1976 ed il 1977 su FM 106,400 MHz (Viale Monza 112) – si chiamava invece così perché, tanta era la voglia di destrutturare i palinsesti in segno di contrasto col rigidismo RAI (Radio Alice di Bologna fu antesignana della tendenza), che le conduzioni giornaliere erano definite tirando appunto dei dadi. Scriveva a riguardo Millecanali nel 1977: “Trasmette dalle 10 alle 14 e dalle 17 alle 24. Fra le cose più stravaganti e significative: il corso di Dadovita, il Dado-Man, Il giornale di bordo, La mezz’ora dell’eros”. Significativo il claim: “Radio Dado vuole aiutare a guarire dalla follia della vita razionale”. Difficile, per la stesura di questo pezzo, è stato reperire informazioni a riguardo di NCT, la stazione radiotelevisiva (FM 100,270 MHz e VHF E) – di cui molti appassionati lettori di questa rubrica ci hanno chiesto la genesi – che aveva sede in Via Lunigiana e da dove passò Fausto Terenzi in una parentesi tra l’uscita e il ritorno a Radio Milano International (nella quale aveva esordito nel 1975 sotto l’improbabile nome d’arte “Silvestro Passerini”). Della misteriosa NCT siamo riusciti a ricostruire l’esteso identificativo: North Channel Transmissions, appellativo curiosamente omonimo di una stazione di Udine che, nello stesso periodo, trasmetteva su frequenze simili (100,2 MHz e VHF A). Radio Tv Shadow, costituitasi nel 1976 sotto forma di s.r.l. trasmetteva invece, dagli studi di Via Cesare Correnti su 89,900 MHz (successivamente integrati e poi sostituiti dagli 89,750 MHz), la classica programmazione generalista con un discreto seguito locale. Nondimeno, nonostante avesse dato i natali radiofonici ad un professionista quale Massimo Oldani, Shadow assurse ad una ben più ampia notorietà solo con la veicolazione di programmi altrui, allorquando, sul finire degli anni ’70, divenne relay milanese di Radio Montecarlo, la mitica stazione monegasca fino a quel momento ascoltabile con qualità audio limitata solo in onde medie. Di RTV Shadow pochi si ricordano, eppure, nei primi anni ’90, proseguì la sua lunga vita di carrier veicolando TIR Milano, per poi divenire editrice di Radio Donna e infine di Radio Sport Network (per la cronaca, la società – pur rinominata – è ancora esistente e contribuisce a diffondere la rinata Radio Italia Network). Altra emittente meramente “relay” fu GBR International, operativa da fine luglio 1979 a Milano su FM 96.400 MHz (frequenza della più antica Radio Equipe 2, fondata nel novembre 1976, dalla quale in effetti prendeva le mosse), con sede in Via Carducci 11. Nella sua breve gestione autonoma dei programmi, la General Broadcasting Radio (fondata da Giovanni Borasci), sotto la gestione di Roberto Tondolo, lanciò alcune delle più belle voci milanesi, come Daniele Sassi, Joe T. Vannelli e Tony Severo. Famoso (e introvabile) il suo adesivo triangolare che precisava che la radio trasmetteva in “stereo dolby” e “full time” (alternando, a seconda delle edizioni, anche le improbabili frequenze 98,800 MHz, invero incompatibile con la 98,700 MHz dove già trasmetteva Radio Black Out – di cui diremo di seguito -, 105,300 MHz, su cui irradiava Radio Studio 105 e 94,000 MHz, appannaggio di Onda Radio Milano). Nei 1981, come ricordano i portali Radio Jurassico e Storia Radio Tv, GBR iniziò una collaborazione con Radio Superstar, che, per la circostanza, modificò il logo in Superstar-Gbr (dopo averlo già variato in Radio Superstar-Atlantic a seguito dell’acquisizione dell’omonima radio di Bareggio, in provincia di Milano, che trasmetteva sui 92,400 MHz). Quindi, decaduto prematuramente l’accordo (Superstar si sarebbe legata di lì a poco a Radio Capodistria), ebbe modo di stringere una joint venture con Studio Elle, che si era trasferita a Milano da Abbiategrasso e che proprio con Superstar aveva condiviso gli studi di Via Canonica. A sua volta, Studio Elle variò integrando in essa il suffisso GBR (nel frattempo la frequenza era stata riposizionata a 96.300 MHz, dal grattacielo di Via Turati). Quando (nel 1987) Studio Elle cedette gli impianti a Radio Maria, anche per GBR venne il tempo di chiudere l’esperienza: l’intera società venne rilevata da Angelo Borra (patron di Radio Milano International) che la dedicò alla ripetizione di VOA-Voice Of America, modificando, per migliorare la compatibilità con la monzese Play 96 (96,3 MHz), la frequenza a 96.200 MHz (oggi l’antico impianto veicola RMC 2). In quel quinquennio marcato da un’immensa creatività giovanile non mancavano ovviamente le iniziative di matrice politica, come Radio Specchio Rosso di Via Mancinelli 21 (103,5 – 103,7 MHz – 105,6 MHz), Radio Rebelde (che da Via Giovanni da Cermenate 56 trasmetteva su 88.000 MHz e per qualche mese su 91,030 MHz), Radio Regione 91,000 MHz, con sede in viale Fulvio Testi 75 (che sarebbe diventata la testa di ponte del circuito del PCI Italia Radio nella metà degli anni ’80, dopo aver creato un mininetwork con Canale 96, Radio Hinterland Milano 2, Superradio di Corsico e Radio Paderno) e Radio Milano Alternativa (103,300 MHz da Via Brusaglio 42). Sul piano sociale degna di nota fu la fugace esperienza di Radio Zona 15, che trasmise dalle torri del Gratosoglio (Via Saponaro) su 98,700 MHz, frequenza identificativa della ben più famosa Radio Black Out, emittente del centro sociale del Leoncavallo che assurse a notorietà per la programmazione di musica rock d’intermezzo a trasmissioni senza filtro che, non a caso, diedero impulso ad un processo penale a carico dei redattori per vilipendio verso il capo dello Stato. E’ poco noto che Radio Black Out cedette nei primi anni ’80 il proprio impianto 98,700 MHz dal grattacielo di Via Turati a Radio Milano International, mantenendo però, dalle 21.00 alle 21.30, una curiosa finestra di trasmissioni locali, che ben si può immaginare come fosse disallineata dal palinsesto esterofilo di RMI. Fa piacere osservare come la frequenza di Radio Black Out oggi veicoli a Milano gli stessi suoni rock a seguito di una serie di successioni che l’hanno portata ad essere prima il segno distintivo della mitica Rock FM (made by RMI), poi quello di 105 Classics e infine (oggi) di Virgin Radio. Sul piano commerciale degne di menzione sono certamente American Radio (ex Radio Studio Tv3), che da Viale Piave irradiava su 91,400 MHz musica intuitivamente straniera prima di concludere la sua breve vita cedendo gli impianti a Radio Ambrosiana(già presente in città su 91,700 MHz), oppure Aurora Radio Continental di Via Camperio (89,600 MHz in difficile convivenza con i ragazzi di destra di Radio University su 89,500 MHz). Marchi ignoti ai più sono quelli di Disco Radio Milano (Via Edolo 40), poi ridenominata Radio Antenna Milano, stazione che irradiava le proprie trasmissioni sulla frequenza 95,700 MHz su cui subentrò Radio Atlanta Milano di Via Londonio (forse più nota per via delle trasmissioni a 108.000 MHz e un centinaio di KHz oltre, in verità…) e di Radio Milano Giovane (104,200 MHz da Via Nerino 10). Sbiadite tracce di Radio Villa Briantea FM 91,900 MHz, con sede in Via Popoli Uniti 14), che assunse poi la denominazione di Radio Veronica Milano a seguito di una fugace collaborazione con Radio Punto Stereo. Dopo la repentina separazione, Radio Veronica Milano continuò per un certo periodo a trasmettere col logo Radio Città Milano per poi cedere l’impianto a Radio Meneghina (già presente sui limitrofi 92,2 MHz), mentre Punto Stereo alienò il diffusore a Radio Radicale. E proprio a riguardo di Radio Radicale, la stazione romana cercava in quel periodo di mettere in piedi la propria rete nazionale e lo faceva seguendo un’inusuale procedura standardizzata adottata dal direttore, Paolo Vigevano, e definita al tempo dalla rivista Millecanali “da guerrigliero”: in occasioni elettorali, l’emittente capofila affittava letteralmente, per due o tre settimane, studi ed attrezzature di una stazione locale medio-piccola, potenziandone la diffusione. In contemporanea a ciò, gli esponenti radicali locali promuovevano raccolte di fondi, con i quali rilevavano la radio stessa o, quando possibile, ne fondavano una nuova. Milano costituì una di quelle occasioni, allorquando i radicali, dopo aver tentato un insoddisfacente sbarco meneghino sui 103,900 MHz nel 1977, succedettero a Radio Milano Classica – Teleradio Comunicazioni Milanesi 96,700 MHz (negli anni successivi Radio Radicale avrebbe acquisito anche il diffusore 96,900 MHz da Valcava di Radio Peter Flowers, accorpando quello di Milano a 96,700 MHz nell’attuale grande impianto a 96,800 MHz). Va pur detto che quello di TRCM, non fu, invero, l’unico presidio milanese dei radicali, che, avrebbero acquisito, di lì a qualche anno, la Radio Punto Stereo 88, FM 87,900 MHz di cui abbiamo detto qualche capoverso fa. Punto Stereo, la cui frequenza è ancora oggi utilizzata da Radio Radicale per il servizio cittadino, è ricordata dagli operatori della prima ora per la sua lenta agonia: a seguito di problemi organizzativi ed economici i programmi furono sospesi e sostituiti con un annuncio, registrato su una cassetta a ciclo continuo che, per diversi mesi, avvertì che le trasmissioni sarebbero “riprese appena possibile”. Inutile dire che, invece, esse non tornarono più e, di punto in bianco, la voce ormai irriconoscibile sul nastro smagnetizzato fu sostituita dal collegamento, con la consueta qualità audio telefonica, dalla sede romana di Radio Radicale. Qua e là nella nostra ricerca siamo riusciti a rintracciare i nomi di Radio Canale 27 di Via Aldini 29, FM 97,550 MHz (stazione che mutò presto l’identificativo in Radio Team Milano) e di Radio Fornace 103,350 MHz, che trasmetteva dai Navigli (Via Ludovico il Moro 127), forse confliggendo con Radio Grafia, a 103,500 MHz da Via Commenda 35. Di altro spessore, invece, le esperienze di Radio Centro Milano FM 94,400 MHz (di cui l’unico reperto rinvenuto è il timbro su un vecchio vinile) e di Radio Milano Libera FM 98,000 MHz dal grattacielo Breda, la quarta radio sorta in città nel 1975, con una forte matrice giornalistica. Sulle frequenze di queste due antiche emittenti milanesi nacquero, nel 1980, rispettivamente Radio Città 1 e Radio Città 2, interessante ed originale esperimento di radio metropolitana a due reti: sulla prima veniva programmata prevalentemente “beautiful music”, con frequenti aggiornamenti su quanto stava intervenendo sulla rete 2, esclusivamente dedicata all’informazione. Le due Radio Città – che avevano gli studi in Corso di Porta Romana 55 – si distinsero per la grande energia profusa nell’informazione e nell’organizzazione di concerti che in quegli anni erano diventati appannaggio delle radio private “impegnate” per garantirsi il finanziamento. Purtroppo il fabbisogno finanziario era così rilevante che il progetto collassò pochi anni dopo e le due Radio Città chiusero i battenti lasciando le frequenze al network seminazionale Radio Khrishna Centrale (che acquisì la 94,400 MHz a cui avrebbe presto aggiunto la 107,850 MHz rilevata da Tele Radio Bramante) e alla diocesana Radio A (cui finì la 98,000 MHz, per il potenziamento dei deficitari 98,400 MHz dall’Hotel Michelangelo). Emittente che ebbe un certo seguito nel quinquennio in esame fu anche Radio Onda Mille, con studi in Via Macchi e ripetitore sui 90,200 MHz. La frequenza venne poi ceduta a Radio Break Station (già 93,500 MHz) e risintonizzata a 90,300 MHz, ospitando successivamente Rete Italia International (l’infelice esperimento del patron di Radio Italia, Mario Volanti, di creare una radio dedicata alla musica straniera), poi Radio Cuore, indi Italia Radio (gestione l’Espresso) e quindi m2o. Infine, un fugace accenno ad una misteriosa Radio Satellit 97,300 MHz, forse da ricondurre alla più famosa Radio Milano Sound FM 97,250 MHz (nata da una scissione di Radio Milano Corvetto e successivamente acquisita da Radio Studio Napoli 2000 per poi essere ceduta a Gamma Radio, che la destinò alla ripetizione della rete nazionale Gamma Network, lasciando i 97,100 MHz e i 95,900 MHz alla regionale) e a Radio Milano 1, stazione attivata proprio alla chiusura del quinquennio esaminato su 91,500 MHz, di cui abbiamo recuperato uno spezzone audio. (M.L. e C.G. per NL)