Storia della radiotelevisione italiana. Lombardia: da Radio Regione a Italia Radio sull’esperienza di Milano Centrale

Radio20Milano20Centrale - Storia della radiotelevisione italiana. Lombardia: da Radio Regione a Italia Radio sull’esperienza di Milano Centrale
Le prime forze politiche italiane a capire l’importanza strategica delle radio libere furono indubbiamente quelle della sinistra. Quasi in ogni capoluogo di provincia italiano già nel 1976 c’era infatti almeno una stazione radio collegata in modo più o meno deciso alle espressioni politiche o sindacali di sinistra.
A Milano, nel 1977, la banda FM è fortemente presidiata da emittenti indiscutibilmente su quella linea (pur con sfumature diverse): Radio Popolare (101,6 MHz, poi 101,5 MHz), Canale 96 (“Una voce in più a fianco della classe operaria”, FM 95,4 MHz, poi 95,5 MHz), Radio Black Out (98,7 MHz) e Radio Regione (91,0 MHz) ne sono certamente l’espressione maggiore. Quest’ultima era stata fondata nel settembre 1976 dal giornalista Mario Luzzatto Fegiz, reduce dall’esperienza di Radio Milano Centrale (101,6 MHz), dal cui nucleo tecnico-editoriale (e sulla cui consistenza impiantistica) aveva avuto origine Radio Popolare (nelle foto sotto, il marchio e lo studio di trasmissione col cantautore/conduttore Eugenio Finardi alla consolle) dopo una sofferta scissione causata da contrasti tra una linea editoriale moderata (voluta dai soci che facevano riferimento alla sinistra storica) ed una più dura (vicina alle idee di Lotta Continua). Radio Regione 91 300x202 - Storia della radiotelevisione italiana. Lombardia: da Radio Regione a Italia Radio sull’esperienza di Milano CentraleCon Radio Regione, Luzzatto Fegiz vuole riprendere, in chiave più organizzata e professionale, il modello di Radio Milano Centrale (tanto che la denominazione della testata registrata al Tribunale di Milano è “Radio Regione Nuova Milano Centrale”). Non irrilevante il fatto che l’idea di una nuova esperienza radiofonica è maturata nel ventinovenne giornalista di origine triestina dopo una permanenza di sei mesi negli USA. Lì, infatti, egli deve aver verificato sia il successo delle radio “talk” – consolidatesi dagli anni ’30 e ’40 – che delle più recenti “all news”, affermatesi nei tardi anni ‘60.  In effetti, la classica emittente libera italiana a sfondo politico è ancora un grezzo mix di musica (rigorosamente impegnata) e programmi informativi di approfondimento caratterizzati da una fortissima interazione con gli ascoltatori attraverso il telefono, sfruttando con successo la lacuna dei programmi RAI, ancora asettici e distaccati dal pubblico. Luzzatto Fegiz ha evidentemente capito che, col tempo, quel modello segnerà il passo: la competizione e la maturazione degli ascoltatori e del mercato esigeranno presto un servizio più professionale e caratterizzato. Date le premesse, Radio Regione ha in nuce l’obiettivo di un formato esclusivamente talk, anche se, non essendo il mercato italiano ancora pronto ad una scelta così drastica, l’abbandono integrale della componente musicale non è ancora pensabile. Radio Milano Centrale studi - Storia della radiotelevisione italiana. Lombardia: da Radio Regione a Italia Radio sull’esperienza di Milano CentraleE ciò nonostante si operi in un ambito metropolitano, quindi altamente competitivo e ideale per iniziative ad elevata specializzazione: non a caso, in breve, si affermeranno prodotti come Europa Radio (Jazz), L’Altra Radio (rock), Vip Radio (disco), Radio Meneghina (musica e programmi in dialetto milanesi) e Gamma Radio (musica melodica). Anche sul piano tecnico l’esperienza di Radio Milano Centrale ha insegnato molto: il nuovo progetto parte infatti con un assetto broadcast di buon livello, con un impianto da 1 kW (presto portati a 2 e poi a 5) a 91,000 MHz e un array di 6 dipoli presso il centralissimo Hotel Michelangelo, che diventerà una delle postazioni più ambite di Milano fino al suo smantellamento all’inizio del nuovo millennio. La frequenza, ancora scarsamente presidiata in molte zone della Lombardia, permette l’ascolto dei programmi di Radio Regione anche in vaste zone della Brianza lecchese, comasca e milanese e in territori delle province di Bergamo, Pavia e Cremona. La sede, collocata inizialmente in Via Mameli 15, è presto trasferita negli ampi locali di Viale Fulvio Testi, al numero 75. Canale 96 manifesto1 300x157 - Storia della radiotelevisione italiana. Lombardia: da Radio Regione a Italia Radio sull’esperienza di Milano Centrale Della partita sono ovviamente molti collaboratori della prima ora di Luzzatto Fegiz: giornalisti radiofonici emergenti tra i quali si annoverano Daniele Biacchessi (ex Radio Lombardia), Massimo Villa (già a Radio Hinterland Milano 2), Fabio Santini (proveniente da Canale 96), Lorenzo Ticca e Maurizio Cosmi, ma anche personaggi della musica, come Alberto Camerini ed Eugenio Finardi. Direttore della testata è Alessandro Caporali. La stazione inizia i programmi con un palinsesto informativo regolare e stabile (cosa non frequente, ai tempi, soprattutto tra le emittenti di sinistra): 4 notiziari giornalieri, di cui due a carattere locale (7.30 e 10.30), uno vario (12.45) e uno, con collegamenti esterni,  della durata di 40 minuti (sic!) alle 19.00 (“La giornata a Milano e in Italia“), la cui collazione dei contributi principali forma un rotocalco settimanale (“La settimana a Milano e in Italia“), in onda la domenica alle 12.45.Radio Regione Milano - Storia della radiotelevisione italiana. Lombardia: da Radio Regione a Italia Radio sull’esperienza di Milano CentraleVivace anche sul piano commerciale, l’emittente dapprima aderisce a Milano 5, l’iniziativa promozionale della concessionaria pubblicitaria A. Manzoni & C. per vendere cumulativamente 5 radio importanti milanesi (Radio Villa Briantea, Radio Lombardia, Radio Meneghina, Radio Supermilano e, appunto, Radio Regione) e poi propone essa stessa il progetto “radio in pool” per la vendita a pacchetto di spot su un minicircuito di cinque radio democratiche della provincia di Milano (Radio Regione e Canale 96 di Milano, Radio Hinterland Milano 2 di Cinisello Balsamo – con la quale l’emittente ad un certo punto condividerà la sede insieme alla tv Tele Radio Milano 2 TRM2 -, Superradio di Corsico e Radio Paderno 1 di Paderno Dugnano). Le iniziative però non funzionano e Radio Regione prosegue quindi in autonomia la faticosa ricerca delle fonti per il proprio sostentamento. L’emittente è professionale e costa molto, ma, nonostante la profusione di energie, non riesce ad emergere in maniera netta nel panorama fortemente occupato dai concorrenti diretti (in primis Radio Popolare). Anzi, a rendere più accanita la competizione, si è nel frattempo aggiunta alle stazioni esistenti Radio Città, un progetto di radio metropolitana a forte caratterizzazione informativa, addirittura articolato su due reti (Radio Città 1 e Radio Città 2). italia radio 300x300 - Storia della radiotelevisione italiana. Lombardia: da Radio Regione a Italia Radio sull’esperienza di Milano Centrale Nel 1981, per uscire da una crisi d’identità ormai cronica, la società editrice decide di portare a compimento l’iniziale progetto di una all-news, abbandonando la componente musicale a favore di un palinsesto esclusivamente dedicato all’informazione. Il 1° febbraio 1982 Radio Regione diviene quindi ufficialmente la prima radio all-news lombarda (e forse italiana). “Radio Regione ha scelto l’informazione come unico servizio all’ascoltatore – spiega una nota di presentazione della nuova linea editoriale – Attraverso passaggi intermedi è arrivata all’attuale formula di “Notizie non stop”. L’aggiornamento avviene ogni 45 minuti e in caso di notizie particolarmente importanti il notiziario in onda può essere interrotto in qualsiasi momento per essere sostituito con uno più aggiornato. Esistono due principali appuntamenti giornalistici: il “Giornale” che varia da 15 a 20 minuti, con notizie meglio sviluppate, interviste e corrispondenze. C’è poi il programma di informazione continua che permette in sei minuti di conoscere le principali notizie e gli aggiornamenti. In genere in sei minuti vengono inserite almeno 15 notizie in breve”.  La copertura informativa è massiccia: giornali radio ogni ora dalle 6.50 alle 18.50. Inoltre, tutte le sere, dalle 21.30 all’1.30 di notte l’emittente riprende i programmi di maggior spessore informativo (internazionale) di importanti emittenti quali la BBC, la Voice of America o Radio Luxembourg. L’emittente mette in piedi anche l’embrione di quello che sarà il futuro network nazionale del PCI attraverso collegamenti quotidiani con Radio Blu di Roma per quanto riguarda l’attività del Parlamento e dei partiti, mentre Radio Mach 5 (Limbiate – Mi), Radio Paderno Uno, Superradio e Radio Stella Caravaggio (Bg) inseriscono quotidianamente 6/7 notiziari di Radio Regione nel proprio palinsesto. “Vogliamo fare informazione secondo i canoni del giornalismo anglosassone – dichiara il direttore Cosmi a Millecanali (n. 90 giugno 1982) – quindi usiamo periodi previ, stringati, di estrama semplicità: non il solito bla bla, ma informazioni brevi, concise che servano“. Osserva la rivista in un commento: “Va da sé che un’emittente così strutturata va ascoltata a piccole dosi, anche perché è inevitabile che, insieme alle notizie fresche, un ascolto contonuo registri anche doppioni e ripetizioni.hotel michelangelo - Storia della radiotelevisione italiana. Lombardia: da Radio Regione a Italia Radio sull’esperienza di Milano Centrale Radio Regione si pone però come un utile punto di riferimento per chi, 24 ore su 24, vuole l’aggiornamento, il fattaccio di nera appena accaduto, la notizia nuova“. A dispetto di ciò anche la nuova formula fatica a prendere piede, anche se va detto che molti problemi derivano dalla progressiva difficoltà di sintonizzazione dei 91,000 MHz che, dal 1983 iniziano a soffrire l’invadenza di numerosi segnali concorrenti dalle province limitrofe (Radio 91 Lombardia da Lainate e Valcava, rispettivamente a 90,950 MHz e 91,050 MHz; Radio Studio Vivo da Brunate a 90,900 MHz; Radio Chiocciola Melzo da Roncola a 91,100 MHz; Superradio MIlano da Monte Penice a 90,950 MHz). E’ l’inizio, per Radio Regione, di una lenta agonia. Il 21 aprile 1986 il “non stop news” si interrompe e lascia spazio ad una selezione musicale continua. Millecanali (giugno 1986, n. 138) dedica al fatto un articolo: “La radio vicina al PCI che aveva scelto la strada di trasmettere solo notizie ha interrotto le trasmissioni. Dopo un black out tecnico agli impianti, le trasmissioni di informazione non sono più riprese e hanno lasciato spazio solo a un nastro musicale. Radio Hinterland Milano 2 300x265 - Storia della radiotelevisione italiana. Lombardia: da Radio Regione a Italia Radio sull’esperienza di Milano CentraleIl silenzio radio non trova concordi spiegazioni. La Elle Edizioni, società che ha rilevato l’emittente alla fine dell’anno scorso, parla di una pausa di riprogettazione della radio, mentre gli operatori sostengono che le richieste fatte dalla proprietà di adottare un nuovo palinsesto erano state da loro accolte. La vicenda di Radio Regione, presente a Milano da 11 anni, è forse collegata al progressivo abbandono del PCI del mezzo radiotelevisivo privato, già manifestato recentemente anche in Lombardia con la cessione della rete televisiva TRM2″. In effetti, la stazione milanese non si rimette più in sesto e, due anni dopo, viene cooptata nel progetto nazionale Italia Radio in cui si stempera. Oggi la sua frequenza è occupata da un prodotto editoriale che nulla ha a che vedere con la sua vocazione iniziale: trattasi di m2o, la radio più giovane del gruppo L’Espresso, nata, appunto, sulle ceneri di Italia Radio (M.L. e C.G. per NL)

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