Altra radio, altra storia sul filo dei ricordi. E’ la volta, per questa rubrica, di Radio Sampierdarena 1 “emittente libera della Liguria”, che nasce a Genova nell’estate 1976 per mezzo di quattro amici guidati da Rino Baselica “Ribas”.
La prima sede è nella casa di Angelo Danieli messa a disposizione all’uopo; le prime voci quelle di Lella, Patty Giulia, Luigi, Lucio, Emilio, Titta. Dopo il classico esordio sull’onda dell’euforia e dell’improvvisazione, la radio viene spostata dal Baselica negli scantinati di un palazzone seicentesco semiabbandonato a Belvedere. Secondo il clichè delle radio libere, è un socio, Renzo Vallebona, elettrotecnico, che si occupa della strumentazione: microfoni, giradischi e piastre; antenne e trasmettitore. Ribas porta qualche mobile vecchio per la consolle e poltrone per la ‘sala’ d’attesa, per dare un tono anche estetico all’impresa. I locali del forte sono due: l’anticamera di attesa e "dialogo" e il vano di trasmissione pomposamente chiamato ‘Studio1’, che dà poi il nome alla radio stessa. Uno dei fondatori, Charly, all’evidenza nato per vendere qualsiasi cosa, si prende la briga di reperire la pubblicità da trasmettere, anche se la radio è nata formalmente senza scopo di lucro. Pier Luigi Baglioni, intellettuale della compagnia, sceglie invece di fare il radiogiornale. Ricorda ai nostri giorni: “Ho ancora il nastro della sigla: qualcuno scelse la musica di Alan Parson Projet, ‘One this day’, molto appropriata. Una ragazzina incise la presentazione: "Qui Radio Sampierdarena 1, emittente libera della Liguria. Trasmettiamo il radio giornale di Pier Luigi Baglioni". Per circa dodici anni, tutte le sere dalle 19 alle 20, mi prodigai in una chiacchierata dove i titoli del giornale cittadino facevano soltanto da stimolo in commenti a ruota libera dove sparavo legnate a destra e sinistra, mettendo in piazza tutte le magagne della classe politica della prima Repubblica. Le mie denunce avvennero vent’anni prima di quelle di Vittorio Sgarbi, di cui mi sento un – sia pure poco noto – precursore”. La radio tira e dà soddisfazioni, tanto che la proprietà rifiuta 100 milioni (di allora) da un network emergente di Milano che vuole acquistarla. Nel 1977 entra in radio anche il figlio del fondatore Dj Peter Pan, che ci rimane fino al 1980. Dice oggi: “In quella radio feci parte anch’io come d.j. tra il 77′ e il 1980, trasmettevo con lo pseudonimo di Peter Pan e ne ho ricordi straordinari. Ribas era mio padre e questo genitore "ingombrante" mi creava l’ansia di non essere apprezzato per quel che ero ma per chi ero. Fu per questo che, nell’81, passai a Radio Mirage, altra emittente scomparsa, dove lavorai per un po’ prima che anch’essa vendesse le proprie frequenze. Peccato: c’era in quegli ambienti una voglia di fare e una ventata di freschezza davvero straordinarie”. Il raggio d’ascolto di Radio Sampierdarena 1 raggiunge anche la Val Polcevera ed il Ponente Ligure: è un grande successo. Nel 1991, dopo 15 lunghi anni di parole e musica, RS1 viene spostata da Belvedere in via Carzino, con forte onere d’affitto. Entrano in radio nuovi collaboratori, ma, all’apoteosi dell’ascolto, è soffocata dalle emittenti che nel frattempo sgomitano nell’etere. Radio Radicale inizia le sue trasmissioni a Genova e, senza tanti complimenti, soverchia l’emissione di RS1; i negozi non rinnovano gli spot pubblicitari e senza inserzionisti le spese diventano insostenibili. Dulcis in fundo, finita l’era del volontariato, i ragazzi chiedono di essere pagati, e la SIAE reclama i diritti d’autore. Le difficoltà provocano liti tra i soci e Ribas se ne va, fondando un’altra radio, La Lanterna, dove trasmette tre ore in dialetto, alternando brani a richiesta e conversazioni in diretta con gli ascoltatori. Il declino ha inizio: RS1, avviata ormai verso l’inedia, chiuderà intorno alla metà degli anni ‘90. (R.R. per NL)