La nostra rassegna questa volta focalizza l’attenzione sulle prime esperienze di alcuni presentatori della televisione italiana (pubblica e privata) che hanno iniziato la loro carriera nelle radio libere della penisola e da allora non si sono più fermati.
Per esempio, Fabrizio Frizzi esordisce nel 1976 ai microfoni dell’emittente radiofonica romana Radio Antenna Musica, presentando le trasmissioni “Il rompipiatti” e “Disco Ram”. Il noto presentatore ricorda: “Quando mi si presentò l’occasione di entrare in una delle prime radio libere di Roma non me la lasciai scappare, anche se avevo appena 18 anni e dovevo ancora finire gli studi. La radio è stata il mio trampolino di lancio, l’ho fatta ad inizio carriera in una delle prime radio libere romane, appunto, Ram 102, per 6 anni e lì ho imparato tanto: la freschezza, la fantasia, il rapporto col cuore di chi ascolta. A Radio Antenna Musica arrivai anche a condurre quattro programmi al giorno, cambiavo modalità, talvolta anche nome, ma dalle 7 di mattina a mezzanotte erano davvero rare le pause che mi concedevo, amavo la radio come si ama la fidanzata”. L’oggi abbronzatissimo Carlo Conti, anch’egli giovanissimo, nel 1975 contribuisce all’apertura di Radio Antenna X di Scandicci (Firenze). Nel 1978 entra a Radio Firenze 2000, debuttando al microfono col programma “Estate 2000”: il disco da lanciare è "Video Killed the Radio Star" dei Buggles. Dei migliori anni della sua vita dice: “I primi passi li ho mossi in una radio. Quello delle radio libere è stato un periodo straordinario. Quante emozioni abbiamo provato scoprendo la sterminata prateria della modulazione di frequenza. Un capitolo tutto nuovo da inventare che rivoluzionò il costume e il modo di ascoltare musica. Dopo il lavoro scappavo in radio, una delle mie passioni di sempre. Con i miei amici avevamo aperto già dal 1975 una delle prime emittenti libere. È così che mi sono accorto di avere grande facilità di parola e di voler fare questo mestiere. Volevo fare il presentatore. Le prime radio private, la passione per la musica che mi ha portato a fare il dj, l’incontro con Leonardo Pieraccioni e Giorgio Panariello, gli esordi in tv. Tutto è cominciato lì”. Il presentatore toscano passa poi a Radio Diffusione Firenze, meglio nota con l’acronimo Rdf. Sempre negli anni ’80 va a dirigere Lady Radio Firenze sulla quale conduce “Radio Notte” (in onda anche su un pool regionale di radio) assieme a Marco Vigiani, Leonardo Pieraccioni, Giorgio Panariello, Walter Santillo e Alberto Lorenzini. Passa a Radio Fantasy Firenze dove lavorano anche Johnny Parker e Marco Baldini, v.j. di VideoMusic, Walter Santillo, Daniela Palandri (già a Radio Montecarlo), Gianfranco Monti, Tommy Calvani, Alessandro Masti, personaggi che anni dopo il destino vorrà ancora colleghi nella grande famiglia di RadioRai. Negli anni ’90 per un periodo fa parte del gruppo dei soci di Radio Sieve di Pontassieve e collabora a Radio Fantasy di Soffiano. Il grande Gerry Scotti inizia nel 1976 in una radio di Cinisello Balsamo: Radio Hinterland Milano 2. Ricorda: “Mi venne affidato un incarico delicato e altamente professionale, mi chiesero se tutte le mattine dalle 7 alle 9 avevo voglia di mettere a posto i dischi. Serviva uno capace, che sapesse sistemare i dischi rock con i dischi rock, quelli pop con quelli pop. Per questo lavoro mi offrivano 500 lire all’ora. Serviva uno che avesse un minimo di cognizione musicale e di umiltà per catalogazione, accettai. Una mattina non si presentò il ragazzo che doveva andare in onda, mi chiamò il proprietario dell’emittente Paolo Rossella e mi intimò di prendere il posto del ritardatario. Non sarai imbranato – mi disse – metti i dischi e fra un pezzo e l’altro racconta due stronzate. Una volta rotto il ghiaccio andai davanti a dire stronzate davanti a un microfono. Il primo disco mandato in onda “Wake up everybody” di Harold Melvin e i Due Notes, le mie prima parole in radio: Buon giorno, non mi conoscete, mi chiamo Gerry Scotti”. Il presentatore milanese, che in radio ha una voce bellissima quanto caratteristica, passa un breve periodo a NovaRadio per poi rispondere all’irrinunciabile chiamata subito di Radio Milano International, "la" radio di Milano. “La prima cosa che mi hanno fatto fare a Radio Milano International è stata una rubrica all’interno di un programma importante condotto da Gerry Bruno e Beppe Fara, la rubrica “Il mercatino delle pulci” dove venivano letti messaggi di persone che vendevano e cercavano roba usata. Leggevo il messaggio alla mia maniera, cercando di essere divertente. In quella radio ho vissuto momenti meravigliosi. A Milano ero conosciuto, in radio eravamo tutti amici… una pacchia!”. Scotti passa a condurre la rubrica di annunci “Il puntaspilli”, la fascia di apertura mattutina, infine si afferma come una delle voci principali dell’emittente con il programma “La mezzora del fagiano”: “Il blob della radio, il peggio che si potesse trasmettere. Passavo i pezzi che gli altri non mettevano, facevo finti quiz. Sono riuscito a trasmettere anche durante il servizio militare. Quello vissuto a Radio Milano International è stato indubbiamente il periodo più bello della mia vita, a vent’anni avevamo una metropoli che ci ascoltava. Lavorare a Radio Milano International era una moda, la cosa più grande che potesse esistere: una specie di lasciapassare per tutto, discoteche, bar, ristoranti, donne”. Nel 1982 approda a Radio Dee Jay di Claudio Cecchetto (che da poco aveva rilevato Radio Music 100): il primo programma che conduce è “Broccolo” un gioco che prevede la presenza in studio di un concorrente che viene corteggiato telefonicamente dagli ascoltatori, alla fine del corteggiamento il concorrente sceglie con chi (fra quelli che avevano chiamato) trascorrere una romantica serata interamente offerta dalla radio. Conduce poi la fascia mattutina dalle 9 alle 11 con Daniele Milani (due ore di musica, intrattenimento e improvvisazione) e quella dalle 13 alle 14. Rosario Tindaro Fiorello nel 1976, a soli sedici anni per divertimento, esordisce a Radio Marte di Augusta, la radio della Sicilia orientale, dove batte ogni record del tempo riuscendo a trasmettere per 70 ore non stop (quattro giorni). Il padre Nicola definisce l’impresa “incosciente”. Fiorello ricorda: “Era il 1976, la mia prima trasmissione si chiamava “Summer Sound”, c’erano le dediche: – da Carmela ad Antonio – e così via. La radio è come il servizio militare: forma. Il rapporto con il pubblico lo costruisci nelle serate di fine settimana e lo verifichi in radio. Radio Marte per me è stata fondamentale, mi ha incanalato, mi ha fatto costruire i personaggi, mi ha dato i tempi stringati”. Giorgio Panariello inizia la sua attività nel 1977 come conduttore radiofonico a Radio Super Tirreno di Massa. Si dice addirittura che abbia iniziato a fare l’imitatore ascoltando alla radio Claudio Sottili e sia rimasto affascinato dalle sue performance. Passa ben presto a Radio Versilia di diffusione pluriprovinciale. Nel 1980 va a Radio Babilonia di Viareggio a condurre la fascia oraria che parte dalle 12 e arriva alle 14: il suo è un programma di musica, imitazioni ed intrattenimento che incontra un grosso successo. Nel 1984 è a Mondo Radio di Viareggio che annovera anche Piero Chiambretti. Anche oggi che è diventato un personaggio importante dello spettacolo considera quegli anni uno spazio indimenticabile. E proprio Piero Chiambretti muove i suoi primi passi artistici nel 1978 presso l’emittente cattolica Radio Torino Centrale dove, ricorda, “Non si potevano dire certe parole pesanti tipo minigonna e gambe”. Nel 1979 è a G.R.P. (Giornale Radio Piemonte) conduce un programma demenziale (in senso assolutamente positivo) stile Zelig in onda in tarda serata, con lui c’è Erik Colombardo (detto Erik il rosso) per una trasmissione comica la cui sigla è realizzata sulla colonna sonora del film “La stangata”. Un chiaro ed evidente messaggio: la trasmissione è una una sgangherata presa in giro del cabaret nostrano. Altre trasmissioni di successo del duo sono: “Noi gazzose” gags improvvisate inframmezzate da video musicali e “Succhia la gomma”. La grande affermazione, trampolino di lancio per la Rai, arriva lo stesso anno con Radio Manila (poi in tv con la sorella Rete Manila 1) definita dal presentatore: “La più sfigata di Torino”. Il programma si chiama “Il dedicone”: Pierino la peste lo conduce con Erik Colombario insostituibile compagno di scena, insieme intervistano i passanti e commentano seduti su un divano posto in strada. Nel 1987 a Radio Gemini di Torino (nuova versione) conduce il programma quotidiano “Testa di sigaro” e ne combina di tutti i colori: fa scherzi telefonici con numeri di inserzionista, prende in giro i colleghi e le radio torinesi concorrenti. Ma il periodo d’oro dei presentatori italiani vissuto nelle prime radiolibere è giunto ormai al capolinea. Una canzone canta: “Cosa resterà di questi anni ’80?”. Senz’altro un ricordo venato di nostalgia. (R.R. per NL)