Durante il secondo conflitto mondiale definito in ambito mediatico, per l’enorme utilizzo della radio, “guerra delle onde”, il regime mette in campo speaker dal piglio retorico e spettacolare per tenere viva la fede nel credo vittorioso.
La credibilità della radio di Stato viene però ben presto minata dai programmi di stazioni avversarie (la più celebre delle quali fu Radio Londra) e, dopo l’8 settembre 1943, dalle emittenti clandestine partigiane. La graduale nascita di stazioni liberate nell’Italia del sud è il segno inequivocabile dell’imminente fine della dittatura e del ritorno alla piena libertà d’espressione. Mentre la sede e gli impianti dell’EIAR di Roma vengono prima occupate dai tedeschi e poi trasferite al nord si diffonde il movimento delle "radio libere" che, sotto il controllo del PWB – Psychological Warfare Branch nascono nelle regioni via via liberate. Il comando alleato "rileva" praticamente tutte le stazioni trasmittenti a Palermo, a Bari, a Cagliari, a Napoli. L’EIAR intanto allestisce speciali emittenti con funzioni propagandistiche, a cui vengono dati nomi caratteristici ed evocativi quali: Radio Falco, Radio Tevere. La manovra coincide con una piu’ organica strutturazione del governo della Repubblica Sociale italiana e del centro radiofonico di Busto Arsizio che comprende Radio Baita, Radio Fante, Radio Soldato, Radio Patria. Inizia la concorrenza tra le emittenti che sono sotto controllo tedesco e quelle della RSI. Radio Fante trasmette il "Giornale Radio" dell’EIAR e, sotto controllo tedesco, viene trasferita a Milano. La stazione Roma Uno trasmette in collegamento con l’emittente lombarda, mentre Roma Due e’ adibita solo a trasmissioni per le forze armate. Radio Tevere, invece, si scaglia con violenza contro i "ribelli di "Radio Vergogna", come e’ definita la rubrica " Italia Combatte". Nel nord, Radio Soldato, Centro radiofonico della RSI, viene trasferito in localita’ Stra’ Olgia’, nella campagna tra Busto Arsizio e Olgiate-Olona (Varese). La stazione ricetrasmittente opera sia in onde medie sia in onde corte. L’ufficio redazionale e’ composto, oltre al corpo dei giornalisti, da due auditori, una sala di registrazione, orchestre e cantanti. Tra i programmi le rubriche: "Radio sociale" e "Radio famiglia". Al sud, Radio Palermo, avamposto dell’Italia liberata, comprende notiziari dai vari fronti e commenti, musica e canzoni americane, messaggi in codice diretti ai partigiani. La prima trasmissione di "Italia combatte" (che sara’ poi il cavallo di battaglia di Radio Bari) e’ messa in onda dall’emittente. Sull’altra grande isola italiana, Radio Sardegna comincia a trasmettere da Bortigali (Nuoro), l‘8 settembre sera, data, come noto, dell’armistizio. Lo studio e’ allestito su un camion del comando militare e successivamente celato in una grotta. Tra i pionieri, il maggiore Armando Rossini (futuro direttore generale della RAI) e il sottotenente Jader Jacobelli. La radio, che trasmette in onde medie e corte, raggiunge anche la penisola. Notiziari, rubriche come "Da ieri a oggi", conversazioni religiose del cappellano Paolo Carta (in seguito arcivescovo di Sassari) costituiscono l’ossatura dell’emittente. Fonti principali di notizie sono Radio Londra e Radio Algeri. Nel febbraio 1944 viene trasferita a Cagliari. In Puglia Radio Bari è riattivata per iniziativa di giovani intellettuali e l’11 settembre 1943 trasmette il primo notiziario "libero" con le prime parole agli italiani di Re Vittorio Emanuele III dopo la fuga da Roma in quella "zona libera del territorio nazionale". Per circa una settimana l’emittente opera in modo autonomo. Successivamente affluiscono a Bari, portando il loro contributo alla nuova radio, personalita’ della cultura come Antonio Piccone Stella, Alba de Cespedes, Anton Giulio Majano, Pio Ambrogetti, Gabriele Baldini, Diego Calcagno, Ubaldo Lay. Poi il controllo politico passa al PWB e l’emittente diventa organo del quartiere generale alleato. La potenza di 20 Kw consente di trasmettere oltre la linea di combattimento e di svolgere una preziosa funzione di sostegno per la resistenza. Diffonde ogni giorno quattro edizioni del "Giornale Radio" che, ascoltato anche in Germania, suscita la polemica di Radio Berlino. La rubrica piu’ affermata e "Italia che combatte" in precedenza diffusa da Radio Palermo. Informa i partigiani, propaganda la resistenza, guida l’affrancamento dai nazi-fascisti. A Radio Napoli collaborano, tra gli altri, Mario Soldati, Arnoldo Foa’, Steno, Maurizio Barendson, Antonio Ghirelli, Leo Longanesi. La rubrica "Italia Combatte" viene trasmessa quotidianamente anche dall’emittente che funziona con attrezzature campali fornite dagli alleati. L’Italia ferve di iniziative radioelettriche dovunque: Radio Co.Ra trasmette da Firenze, Piazza d’Azeglio 12, l’acronimo Co.Ra sta per Commissione Radio. Dall’inizio del settembre 1943 fino al 7 giugno 1944 è in contatto con il comando dell’Ottava Armata alleata, di stanza a Bari. Viene costituita con altre radio del partito d’Azione dalla decisione di creare un servizio clandestino di radiocomunicazioni che colleghi organicamente la resistenza armata in Italia. Le trasmissioni sono fatte da sedi sempre diverse per evitare la localizzazione. Tutti i giorni suggerisce praticamente agli Alleati le azioni militari da compiere fornendo tutte le indicazioni necessarie. I nazifascisti irrompono nell’appartamento da dove trasmettono lo studente Luigi Morandi, ferito e poi deceduto in ospedale, l’avvocato Enrico Bocci e il capitano Italo Piccagli che vengono catturati, torturati per giorni e giorni, prima di essere trucidati. Due altre stazioni radio fiorentine continuano la lotta fino alla liberazione: Radio Co.Ra. (Gruppo Bocci) e Radio C.T.L.N. (Comitato Toscano di Liberazione Nazionale). Servizio radiofonico del comando generale dei CVL, corpo volontari della liberta’ inzia a funzionare con le sue trasmissioni, nel territorio occupato dai nazifascisti, il 14 marzo 1944. Comunica direttamente con gli alleati, diffonde bollettini di guerra della resistenza, le richieste di "lanci" di armi ai partigiani, i messaggi di carattere operativo. Nell’agosto 1944 la stazione radio di collegamento tra i comandi regionali partigiani, impiantata al nord dal comando generale del Corpo Volontari della Liberta’, e’ scoperta dai nazifascisti. Il professor Vecchi, che la dirige, rimane ucciso. Nella capitale, Radio Roma apre le nuove trasmissioni il 6 giugno 1944 alle ore 13.00 annunciando l’avvenuta liberazione dell’emittente, passata sotto il controllo del PWB. I tedeschi in fuga hanno smontato gli impianti trasmittenti. L’emittente si organizza con quanto resta: funziona il trasmettitore di Monte Mario. Via via ritornano a Roma i giornalisti e i programmisti che, fuggiti dopo l’8 settembre, avevano in parte lavorato nelle emittenti del sud. Il 4 agosto 1944 gli alleati sono alle porte di Firenze, dove opera la stazione omonima. Victor A.De Sanctis e Amerigo Gomez, operatori EIAR di Torino fuggiti nel capoluogo toscano, registrano la drammatica radiocronaca della guerra in citta’ tra tedeschi, che distruggono tutto in ritirata, e partigiani e alleati. Utilizzano un registratore sonoro portatile costruito da De Sanctis, aiutati dai tecnici della radio che aveva cessato di operare il 17 giugno. Nel 1954 la RAI ritrasmettera’ questo documentario radiofonico opportunamente rimontato. Ancora al centro, la Voce dell’VIII Armata è la radio voluta a Pesaro dagli americani nel settembre 1944. Il complesso e’ reso operativo da italiani, americani e inglesi. Radio Libertà, invece, nasce nel biellese nel dicembre 1944 ad opera del Comando Raggruppamento Divisioni Garibaldi. I programmi iniziano con l’Inno di Mameli e comprendono notiziari della guerra partigiana, direttive del comando generale, notizie sugli avvenimenti interni. Luigi Galleis trasmette ogni sera alle 21.30 alla lunghezza d’onda di 42.5 e 21.5 presso Case Trebbia di Callabiana (Biella);. Infine, altre emittenti belliche da registrare sono: Radio Milano Libera; Radio Italia Libera; Radio Italia Combatte, ecc. (Ruggero Righini per NL)