Il sito internet Radiomarconi.com traccia la storia di una delle prime radio libere italiane, la mitica Punto Radio di Zocca (Mo), fondata da Vasco Rossi ed il suo team di amici nel 1975, dopo l’esordio di Radio Milano International, che ne era stata ispiratrice.
Tra le tante curiosità, tuttavia una manca: tra i fondatori di Punto Radio e le sue diramazioni vi era anche Giovanni Ubaldi, il quale dovrebbe essere proprio quell’ingegnere “che lavora in una radio, ha bruciato la sua laurea e vive solo di parole”, cui sono dedicate alcune strofe della famosissima “Sotto il segno dei pesci” di Antonello Venditti (1978). Il documento completo è consultabile qui. Di seguito riportiamo le parti più rilevanti della ricostruzione.
“La radiofonia privata in Italia compie 30 anni, assumendo come atto di nascita la fondazione di Radio Milano International – ora R 101 – (anche se altre emittenti, avrebbero potuto rivendicare la primogenitura)”. Tra le più antiche, ricorda il portale, “Radio Bologna (nata il 23/11/1974) e Radio Parma (nata il primo gennaio 1975)”. Fatto sta che la data – 10/03/1975 – “viene riconosciuta per convenzione come punto di partenza di un fenomeno che ha rivoluzionato il panorama radiofonico nazionale”. “Nel 1972 – ricostruisce il sito – Vasco, con alcuni amici apre a Montembrano un piccolo locale per giovani, il Punto Club, che nel 1975 si trasformerà in discoteca. Nell’estate di quel 1975 in Italia si contavano circa 150 emittenti. L’ispiratore” di Punto Radio Zocca fu Marco Gherardi, amico di infanzia di Vasco, che, mentre faceva il militare a Milano, ebbe modo di ascoltare Radio Milano International. E fu proprio grazie ai preziosi consigli dei ragazzi di Milano a cui Gherardi e Lucio Serra (altro amico di Vasco) si rivolsero, che il sogno diventò realtà”.
Tra le tante curiosità, tuttavia una manca: tra i fondatori di Punto Radio e le sue diramazioni vi era anche Giovanni Ubaldi, il quale dovrebbe essere proprio quell’ingegnere “che lavora in una radio, ha bruciato la sua laurea e vive solo di parole”, cui sono dedicate alcune strofe della famosissima “Sotto il segno dei pesci” di Antonello Venditti (1978). Il documento completo è consultabile qui. Di seguito riportiamo le parti più rilevanti della ricostruzione.
“La radiofonia privata in Italia compie 30 anni, assumendo come atto di nascita la fondazione di Radio Milano International – ora R 101 – (anche se altre emittenti, avrebbero potuto rivendicare la primogenitura)”. Tra le più antiche, ricorda il portale, “Radio Bologna (nata il 23/11/1974) e Radio Parma (nata il primo gennaio 1975)”. Fatto sta che la data – 10/03/1975 – “viene riconosciuta per convenzione come punto di partenza di un fenomeno che ha rivoluzionato il panorama radiofonico nazionale”. “Nel 1972 – ricostruisce il sito – Vasco, con alcuni amici apre a Montembrano un piccolo locale per giovani, il Punto Club, che nel 1975 si trasformerà in discoteca. Nell’estate di quel 1975 in Italia si contavano circa 150 emittenti. L’ispiratore” di Punto Radio Zocca fu Marco Gherardi, amico di infanzia di Vasco, che, mentre faceva il militare a Milano, ebbe modo di ascoltare Radio Milano International. E fu proprio grazie ai preziosi consigli dei ragazzi di Milano a cui Gherardi e Lucio Serra (altro amico di Vasco) si rivolsero, che il sogno diventò realtà”.
Il percorso è quello classico della maggior parte delle radio libere della prima ora: “Acquistarono un trasmettitore da 10 watt: per ottenerlo Vasco e i suoi amici, 10 in tutto, si autotassarono di £ 250.000 a testa e fecero due fidi da £ 5.000.000 l’uno con una banca)”. L’idea è di far nascere una radio nell’Appennino tosco-emiliano: “Si procurarono dischi, cuffie, cassette, registratori, giradischi, costruirono una rudimentale antenna e partirono!”.
Il primo nucleo di Punto Radio cominciò a trasmettere non proprio da Zocca, ma da un paesino vicino, Montombraro, che aveva una posizione ottimale per coprire una vastissima zona dell’Emilia, anche con un trasmettitore di quella modesta dimensione. Come detto, erano in tutto una decina all’inizio, tra cui il “cuccioletto” Massimino Riva, appena tredicenne. (chitarrista scomparso il 31/05/1999).
“Vasco – continua Radio Marconi – che era il responsabile della radio dal punto di vista legale, venne processato assieme a Walter Giusti, altro ragazzo dello “staff”, ma vennero assolti in quanto dimostrarono che quella radio non era nata a scopi di lucro e che non faceva propaganda politica (che era una delle cose più temute dalla radio nazionale)”.
Una volta avuto “il permesso”, e sicuri ormai che non sarebbero stati più fermati, la radio cominciò a fare sul serio e vennero messi su i “palinsesti”.
Il primo nucleo di Punto Radio cominciò a trasmettere non proprio da Zocca, ma da un paesino vicino, Montombraro, che aveva una posizione ottimale per coprire una vastissima zona dell’Emilia, anche con un trasmettitore di quella modesta dimensione. Come detto, erano in tutto una decina all’inizio, tra cui il “cuccioletto” Massimino Riva, appena tredicenne. (chitarrista scomparso il 31/05/1999).
“Vasco – continua Radio Marconi – che era il responsabile della radio dal punto di vista legale, venne processato assieme a Walter Giusti, altro ragazzo dello “staff”, ma vennero assolti in quanto dimostrarono che quella radio non era nata a scopi di lucro e che non faceva propaganda politica (che era una delle cose più temute dalla radio nazionale)”.
Una volta avuto “il permesso”, e sicuri ormai che non sarebbero stati più fermati, la radio cominciò a fare sul serio e vennero messi su i “palinsesti”.
Vasco Rossi, era uno dei ragazzi che si alternavano nella conduzione delle trasmissioni, “le quali, per la prima volta, portavano i microfoni in strada per chiedere alla gente cosa ne pensava di questo o quel tema. Così in presa diretta, senza filtri. Ma Vasco e i suoi erano anche fra i pochi a trasmettere e promuovere la musica alternativa di quegli anni: King Crimson, i Boston, Bruce Springsteen, oppure i Sex Pistols, Clash, Lou Reed. Nomi che ora fanno rima con leggenda, ma che allora erano semplicemente rockettari semi-sconosciuti. Negli studi artigianali ricavati a Montombraro prima e al Residence Giuliana di Zocca poi, nacque un fenomeno di massa che portò, fra il 1975 ed il 1978, centinaia di migliaia di giovani a sintonizzarsi sulle frequenze della Radio, a partecipare alle feste ed ai concerti organizzati da Punto Radio, una straordinaria scuola di talenti artistici”.
Altro classico del periodo e di quelle esperienze è la circostanza, ricorda il portale, che “molti dei DJ “per scherzo” di quegli anni sono poi diventati artisti affermati. Vasco Rossi per primo. Ma ai microfoni stavano anche un certo Gaetano Curreri (quello degli Stadio, per intenderci); Maurizio Solieri e Massimo Riva, colonne portanti della Steve Rogers Band, il gruppo che ha accompagnato Vasco al successo nei primi anni di carriera e che poi ha battuto la via discografica autonoma. Il punto più alto della “carriera” di Punto Radio fu tra l’estate 76 e quella 77: Il 19/09/1976, infatti, ad Alassio, si tenne la finalissima di un concorso indetto da “Onda tv” in cui il pubblico votava la sua radio preferita. Vinse Punto Radio, davanti alla diretta concorrente BBC di Bologna, in cui militavano Red Ronnie e Bonvi. Quella sera avvenne anche il famoso “patacchino” per cui Red per anni ce l’ha avuta a morte con Vasco. Per chi non ha mai letto dell’episodio, riportato nel libro di Poggini, ecco cosa avvenne: Vasco, attaccò, senza farsi vedere, un adesivo di Punto Radio sul giubbotto di pelle di Red, e questi, per ore e ore girò con questo adesivo sulle spalle, tra l’ilarità dei componenti della delegazione di Punto Radio presente ad Alassio. In più, oltre alla beffa il danno: Red Ronnie, quando finalmente se ne accorse, tentò di togliere l’adesivo ma finì con il rovinare definitivamente il giubbotto. Quella vittoria per Vasco e compagni fu un grande motivo di soddisfazione e di orgoglio, il premio al loro impegno. Da notare che, mentre i giovani del paese (e non solo) li acclamavano e li portavano in palmo di mano, i “grandi” tra cui anche i loro genitori, li rimbrottavano e criticavano, dicendo che quello non era un lavoro vero, e che stavano lì a perdere tempo. Insomma, alcune delle frasi che suggerirono il testo di “siamo solo noi” nacquero già da lì, a sentirsi dire che i giovani “non sanno far niente” e che “sanno solo combinare stupidate…” Che in effetti soldi ne girassero pochi era anche vero: riuscivano a mettere da parte qualcosa, ma il più delle volte erano più le spese che le entrate. Oltre tutto, per diverso tempo, per principio rifiutarono di passare messaggi pubblicitari politici, cosa che invece le altre radio facevano ricevendo denaro. Questo, se da un lato era lodevole, dall’altro non aiutava economicamente. Per mancanza di soldi non sempre riuscivano a concretizzare tutte le idee che avevano”.
Molto interessante la genesi di altre Punto Radio in Italia: “Nell’inverno del ’76 ricevettero la proposta di aprire una radio “gemella” a Roma. Nacque così “Punto Radio Lazio” con sede a Frascati e per un poco andarono avanti a collaborare, lanciando, tra le altre cose, il primo numero di una rivista in cui scrisse un articolo anche Vasco. Ma proprio per problemi economici, le varie iniziative sfumarono nel nulla. Nacque così l’idea delle “feste di Punto Radio” nelle varie discoteche, allo scopo, oltre che di divertirsi, di racimolare un po’ di soldi attraverso una percentuale sugli incassi. Vasco nel frattempo aveva incominciato ad avere i primi seri “approcci” con quella che sarebbe diventata la sua vita: fino a quel momento aveva scritto canzoni così, per sfogarsi o per fare vedere agli altri che ne era capace. Il primo a fargli capire che quelle canzoni, voce e chitarra, potevano essere “vestite” a dovere fu Gaetano Curreri”, spiega Radio Marconi. Che annota una curiosità: “Curreri fece portare un pianoforte a coda negli studi di Punto Radio, e faceva “in diretta” degli stacchetti musicali. Quando ascoltò alcune canzoni di Vasco, tra queste rimase particolarmente colpito da “Jenny”. Fece così sentire a Vasco come sarebbe venuta con un arrangiamento di pianoforte”. Vasco però era ancora riluttante ad esibirsi dal vivo, così, quando Curreri e Sergio Silvestri decisero di lanciare una nuova iniziativa, quella dei “Puntautori”, ovvero i cantautori di Punto Radio, per farli esibire nel corso delle feste in discoteca, fu proprio lui l’unico a tirarsi indietro: “Arrivato il suo turno sul palchetto, Vasco cominciava a cantare ma poi a metà canzone mandava tutto a cagare dicendo: “torno a fare il dj che è meglio…!” .
Punto Radio non fu una radio “locale” nell’accezione territoriale diffusiva, in quanto la posizione di trasmissione, i 1000 watt di potenza, il ponte ripetitore a Bormio (Sondrio) per la copertura anche della Valtellina, “unica zona del nord italia non raggiungibile direttamente“, una collaborazione con una radio di Roma, in pratica una tale copertura da renderla definibile come, “una delle primissime radio libere nazionali”. In effetti lo attestavano un ufficio presso la sede per la gestione della pubblicità ed uno a Bologna in Piazza Roosvelt; oltre 50 persone fra soci, dipendenti e collaboratori; decine di richieste da parte di radio locali di potere effettuare “la ripetizione dei segnali nelle zone scoperte, o comunque collaborare”, le decine di visite settimanali agli studi (“tanto che dopo un po di tempo fu necessario pianificarle in anticipo per evitare assembramenti, la quantità di personaggi vecchi e nuovi che si recavano personalmente presso la sede della radio per promuovere i loro 45 o 33 giri e nacque in quel periodo un ristorante che lavorava prevalentemente per gli “ospiti di Punto Radio”, tanto che chiuse i battenti poco dopo il trasferimento della radio a Bologna avvenuta nel 1978″). Tuttavia passano gli anni e Punto Radio diventa troppo grande e famosa per un semplice gruppo di ragazzi: servono fondi e persone per mantenerla al passo della sua importanza. Perciò “ci si affida ad un partito politico (PCI, ndr) che in poco tempo apre una sede a Bologna con 2 studi di trasmissione, 4 di registrazione, redazione con 3 telescriventi collegate con l’ANSA che sfornano notizie senza sosta, il tutto insonorizzato con gommapiuma antirombo e moquette da non lasciare nemmeno un centimetro di cemento scoperto. Questo cambio di gestione si fa sentire e dopo qualche anno i rapporti cominciano a sgretolarsi, piano piano molti di questi pionieri abbandonano l’avventura prendendo strade diverse, nel frattempo Vasco, assieme a Solieri e Riva, intraprende la carriera di cantante e per forza di cose lascia la sua creatura nelle mani del nuovo gestore”.
Dirà Riccardo Bellei, uno degli ultimi “protagonisti” ad andarsene: “Non era più la nostra storia e la magia degli inizi era svanita. Inoltre, in soli due anni erano cambiate troppe cose e non ci ritrovavamo più nel nuovo modo di trasmettere musica, ormai diventata “non stop”. Noi avevamo fatto del dialogo con la gente il nostro punto di forza, ma ormai sembrava roba superata. Tutti noi, comunque, porteremo vivo dentro il ricordo di quell’esperienza che ha segnato la nostra gioventù, e tutti noi, compreso Vasco, se fosse possibile tornare indietro nel tempo, la riviveremmo volentieri…” . (M.L. per NL)
Molto interessante la genesi di altre Punto Radio in Italia: “Nell’inverno del ’76 ricevettero la proposta di aprire una radio “gemella” a Roma. Nacque così “Punto Radio Lazio” con sede a Frascati e per un poco andarono avanti a collaborare, lanciando, tra le altre cose, il primo numero di una rivista in cui scrisse un articolo anche Vasco. Ma proprio per problemi economici, le varie iniziative sfumarono nel nulla. Nacque così l’idea delle “feste di Punto Radio” nelle varie discoteche, allo scopo, oltre che di divertirsi, di racimolare un po’ di soldi attraverso una percentuale sugli incassi. Vasco nel frattempo aveva incominciato ad avere i primi seri “approcci” con quella che sarebbe diventata la sua vita: fino a quel momento aveva scritto canzoni così, per sfogarsi o per fare vedere agli altri che ne era capace. Il primo a fargli capire che quelle canzoni, voce e chitarra, potevano essere “vestite” a dovere fu Gaetano Curreri”, spiega Radio Marconi. Che annota una curiosità: “Curreri fece portare un pianoforte a coda negli studi di Punto Radio, e faceva “in diretta” degli stacchetti musicali. Quando ascoltò alcune canzoni di Vasco, tra queste rimase particolarmente colpito da “Jenny”. Fece così sentire a Vasco come sarebbe venuta con un arrangiamento di pianoforte”. Vasco però era ancora riluttante ad esibirsi dal vivo, così, quando Curreri e Sergio Silvestri decisero di lanciare una nuova iniziativa, quella dei “Puntautori”, ovvero i cantautori di Punto Radio, per farli esibire nel corso delle feste in discoteca, fu proprio lui l’unico a tirarsi indietro: “Arrivato il suo turno sul palchetto, Vasco cominciava a cantare ma poi a metà canzone mandava tutto a cagare dicendo: “torno a fare il dj che è meglio…!” .
Punto Radio non fu una radio “locale” nell’accezione territoriale diffusiva, in quanto la posizione di trasmissione, i 1000 watt di potenza, il ponte ripetitore a Bormio (Sondrio) per la copertura anche della Valtellina, “unica zona del nord italia non raggiungibile direttamente“, una collaborazione con una radio di Roma, in pratica una tale copertura da renderla definibile come, “una delle primissime radio libere nazionali”. In effetti lo attestavano un ufficio presso la sede per la gestione della pubblicità ed uno a Bologna in Piazza Roosvelt; oltre 50 persone fra soci, dipendenti e collaboratori; decine di richieste da parte di radio locali di potere effettuare “la ripetizione dei segnali nelle zone scoperte, o comunque collaborare”, le decine di visite settimanali agli studi (“tanto che dopo un po di tempo fu necessario pianificarle in anticipo per evitare assembramenti, la quantità di personaggi vecchi e nuovi che si recavano personalmente presso la sede della radio per promuovere i loro 45 o 33 giri e nacque in quel periodo un ristorante che lavorava prevalentemente per gli “ospiti di Punto Radio”, tanto che chiuse i battenti poco dopo il trasferimento della radio a Bologna avvenuta nel 1978″). Tuttavia passano gli anni e Punto Radio diventa troppo grande e famosa per un semplice gruppo di ragazzi: servono fondi e persone per mantenerla al passo della sua importanza. Perciò “ci si affida ad un partito politico (PCI, ndr) che in poco tempo apre una sede a Bologna con 2 studi di trasmissione, 4 di registrazione, redazione con 3 telescriventi collegate con l’ANSA che sfornano notizie senza sosta, il tutto insonorizzato con gommapiuma antirombo e moquette da non lasciare nemmeno un centimetro di cemento scoperto. Questo cambio di gestione si fa sentire e dopo qualche anno i rapporti cominciano a sgretolarsi, piano piano molti di questi pionieri abbandonano l’avventura prendendo strade diverse, nel frattempo Vasco, assieme a Solieri e Riva, intraprende la carriera di cantante e per forza di cose lascia la sua creatura nelle mani del nuovo gestore”.
Dirà Riccardo Bellei, uno degli ultimi “protagonisti” ad andarsene: “Non era più la nostra storia e la magia degli inizi era svanita. Inoltre, in soli due anni erano cambiate troppe cose e non ci ritrovavamo più nel nuovo modo di trasmettere musica, ormai diventata “non stop”. Noi avevamo fatto del dialogo con la gente il nostro punto di forza, ma ormai sembrava roba superata. Tutti noi, comunque, porteremo vivo dentro il ricordo di quell’esperienza che ha segnato la nostra gioventù, e tutti noi, compreso Vasco, se fosse possibile tornare indietro nel tempo, la riviveremmo volentieri…” . (M.L. per NL)