Carlo Conti nasce a Firenze il 13 marzo 1961. Giovanissimo, nel 1975, contribuisce all’apertura di Radio Antenna X di Scandicci (Firenze) e nel 1977, con i compagni di scuola, fonda Radio Firenze Nova.
Conti è però irrequieto: nel 1978 entra a Radio Firenze 2000 dove conduce il programma “Estate 2000”, per poi passare, di lì a poco, ad altre stazioni libere, crescendo di livello fino a Radio Diffusione Firenze, meglio nota con l’acronimo Rdf: una delle emittenti più in voga, per la quale cura la “Rdf Parade”. Negli anni ’80 va a dirigere un’altra emittente di spicco della Toscana, Lady Radio Firenze, sulla quale è mattatore di “Radio Notte” (in onda anche su un pool regionale di radio locali). Ma anche questo traguardo non lo ferma: nei ’90 è già parte (seppur per un breve periodo) del gruppo dei soci di Radio Sieve di Pontassieve, per poi passare a Radio Fantasy di Soffiano. In tv esordisce nei primi anni del decennio edonistico per eccellenza a Tele Centro Toscana di Firenze, con le cui telecamere visita le discoteche, i bar, i pub e tutti i locali della Toscana nei quali si ritrovano i giovani, realizzando interviste che lo fanno notare al pubblico. Passa poi a Teleregione Toscana ove è autore e conduttore di “Succo d’arancia” e “Vernice fresca” (programmi in onda anche sul network Cinquestelle) arrivando alla tv nazionale Videomusic (che ha sede al Ciocco, nella Garfagnana) per la quale allestisce la trasmissione “Aria fresca”, che sarà il suo trampolino di lancio verso la RAI, dove approderà nel 1985. Della sua brillante esperienza commenta: “I primi passi li ho mossi in una radio. Quello delle radio libere è stato un periodo straordinario. Quante emozioni abbiamo provato scoprendo la sterminata prateria della modulazione di frequenza. Un capitolo tutto nuovo da inventare che rivoluzionò il costume e il modo di ascoltare musica. Dopo il lavoro scappavo in radio, una delle mie passioni di sempre. Con i miei amici avevamo aperto già dal 1975 una delle prime emittenti libere. È così che mi sono accorto di avere grande facilità di parola e di voler fare questo mestiere. Volevo fare il presentatore. Le prime radio private, la passione per la musica che mi ha portato a fare il dj, l’incontro con Leonardo Pieraccioni e Giorgio Panariello, gli esordi in tv. Tutto è cominciato lì. Credo proprio di aver goduto di un periodo meraviglioso: quello dell’inizio delle radio private, che ho girate tutte o quasi. La prima fu Radio Firenze Nova, l’avevamo messa su con un “trasmettitorino” insieme a degli amici dell’Iti. Ricordo come fosse ora che il pomeriggio si accendeva questa cosa e gran parte dei televisori saltavano perché faceva contatto. Da morire dal ridere. Poi passai a Radio Firenze 2000, Radio Tele Arno, Radio Globo, RS6. E poi avviamente tutte quelle che cerano già, fino a Radio Studio 54. Ovviamente la parte avventuristica era proprio costruirla. Ci occupavamo di tutto, dai cartoni delle uova per insonorizzare le stanze alla ricerca di un piatto solo su cui far girare il disco. Un mix molto naif, dove c’era anche un microfono dove parlavi. Ricordo benissimo che non avendo molti dischi spesso mettevo il famoso lato B dei 45 giri. E’ stata un’avventura magnifica. Una volta a Radio 2000 suonai il campanello e chiesi: avete bisogno di un dj? Loro mi fecero: quanto vuoi? Niente. E quelli: allora vieni. Così mi auto-reclutavo in pratica. Nel ’77 e ’78 preferivo andare alla radio e trasmettere piuttosto che uscire con gli amici. E ancora oggi sono convinto che parlavo e non mi ascoltava nessuno. So, anche perché: prima c’erano solo le onde medie; solo molto dopo arrivò la mitica modulazione di frequenza, l’FM. E tanti apparecchi radio non ce l’avevano. Neppure il mio, col quale andavo a scuola per ascoltare Arbore e Boncompagni. Ciascuno di noi, diciamo iniziatori dei dj, era talmente legato alla radio che se saltava il mitico trasmettitore di Monte Morello, c’era sempre qualcuno che correva a rimetterlo su. Baldini, Monti, io e tanti altri arrivammo a Radio Fantasy. Se la notte sentivamo che si bloccava il famoso “bobinone”, correvamo a rimetterlo a posto a qualche ora”. (R.R. per NL)