Il 28 settembre 2003 va probabilmente ricordato come la data del più importante black out elettrico della penisola (ad esclusione della Sardegna).
Sono le 3.25 antimeridiane di una domenica, quando in tutta Italia la fornitura di energia elettrica si interrompe a causa di un guasto sulla linea di interconnessione con la Svizzera, alla quale siamo allacciati. Così, in un secondo, tutto quello che è attaccato ad una presa di corrente (ripetitori radio-tv compresi) si spegne e rimarrà inerte fino alla tarda mattinata o al termine della giornata a seconda della localizzazione geografica. Un tempo interminabile, che permette ai cittadini di appurare quanto ormai siano dipendenti dall’energia elettrica, data sempre per scontata. Nel caos totale, l’unico mezzo che riesce ad assicurare l’informazione agli spaesati ed agitati italiani, colti nel pieno della notte dallo stop della fornitura, è la radio. O meglio, lo sono quelle emittenti radiofoniche dotate di gruppi di continuità che consentono loro la messa in onda di programmi dagli studi e l’alimentazione dei ripetitori principali. La maggior parte delle radio italiane è, infatti, inattiva (attrezzata com’è per black out di poche decine di minuti): fanno eccezione solo le reti RAI (con qualche difficoltà locale per Radio 3 sia in FM che in OM) e i relay principali dei maggiori network privati, che proseguono le trasmissioni unitamente a qualche grande stazione locale. Alle 4 del mattino l’emittente di Stato dà notizia dell’emergenza ed alle 5 inizia una lunga diretta non stop a supporto dei cittadini che ascoltano con l’autoradio o con le (ormai poche) radio dotate di pile. Con il black-out elettrico la banda FM sembra ritornata indietro di trent’anni, con oltre il 90% delle stazioni private oscurate dalla mancanza di energia ed un inusuale e surreale prolungato fruscio nello scorrere la sintonia alla ricerca delle poche emissioni ascoltabili. Tra le poche stazioni private in funzione nelle principali città d’Italia, si registrano: RDS, Radio Dee Jay e RTL 102,5, mentre poche altre frequenze restano occupate in portante muta o veicolando fruscio a causa dell’inattività dei ponti di interconnessione. La situazione ritorna progressivamente regolare intorno le ore 13 al centro-nord, con il ripristino quasi totale della fornitura energetica (verso le 14 la Radio Vaticana riprende le trasmissioni con il Radiogiornale in lingua italiana). Se nella serata la situazione è già tornata alla normalità nel Nord, in Puglia, in parte dell’Umbria, delle Marche, dell’Abruzzo, del basso Lazio e della Sicilia l’alimentazione è ancora ad intermittenza o mancante. Alla fine dell’interminabile giornata gli italiani realizzeranno come, in caso di estrema emergenza, la radio sia ancora in grado di fornire un aiuto insuperabile. (R.R. per NL)