Una storia avvincente, eccessiva e drammatica (col suicidio di uno degli imprenditori coinvolti e difficoltà a non finire per gli altri), quella di RTA Radio TransAlpin.
Un ambizioso progetto ideato sul finire degli anni ’80 (ma con una genesi di quasi dieci anni prima) in Trentino Alto Adige.
Nell’ambito della rubrica Storia della radiotelevisione italiana abbiamo cercato di ricostruirne le vicende, anche attingendo ai portali in lingua tedesca Uhini.de, FM Kompakt (che già ci avevano aiutato per le vicende di M1 e Radio Isarco), Medien Bulletin e MediaSpotLight.
All’inizio era FSW
Evoluzione della Freie Südtiroler Welle (FSW) – conosciuta anche come Free South Tyrolean Wave e Onda Libera Merano – importante stazione di Romstrasse, vicino a Merano (Bz), diretta da Oskar Peterlini, esclusivamente in lingua tedesca, quello di RTA (Radio TransAlpin) era un progetto per la costruzione di una rete di ripetitori a cavallo tra Italia, Austria e Germania, sul modello delle citate Radio M1 e Radio Isarco. Ma con ambizioni superiori.
L’idea comune dei pionieri transfrontalieri
Come sempre, il primo passo di iniziative di questo tipo era l’individuazione di un’altura dominante per installare un sistema d’antenne performante per irradiare dall’Italia verso il promettente mercato estero austriaco e tedesco.
Il grimaldello giuridico
In sintesi, la comune idea dei pirati era quella di sfruttare la sopravvenuta liberalizzazione dell’etere FM italiano (a seguito della nota sentenza della Corte Costituzionale n. 202/1976) per irradiare verso territori esteri dove il monopolio pubblico delle trasmissioni era ancora vigente.
Le genesi di FSW
Facciamo tuttavia un passo indietro, per comprendere meglio le dinamiche progettuali.
FSW era una stazione italiana fondata nel 1976 (seconda in Alto Adige solo a Radio Dolomiti) da Christian Chindamo Von Witkenberg, poi fondatore anche di BLF Burggräfler Landfunk (nel 1980, poi ridenominata Stadtradio Meran) e Radio Atlantis (1985-1995, FM 96,2 MHz) – stazioni dedite anche alla veicolazione di Radio Luxembourg nel Sud Tirolo con splittaggi pubblicitari locali – e, in tempi molto più recenti, presidente del Comitato provinciale per le comunicazioni della Provincia Autonoma di Bolzano.
La dotazione tecnica
FSW utilizzava tre diffusori: 100,7 MHz per Bolzano, 103,5 MHz per Merano (dove aveva sede la messa in onda e doveva aveva iniziato le trasmissioni su 103,6 MHz), Val d’Ultimo, Val Passiria, Bassa Val Venosta e 93 MHz per Alta Val Venosta, Val Senales, Oltradige e Bassa Atesina. Oltre a sperimentazioni in quota per il servizio verso Austria e Germania su 101,5 MHz e 102 MHz.
Nel 1978 già in tutto l’Alto Adige
Fatto sta che nel 1978, la FSW era già ascoltabile sostanzialmente in tutto l’Alto Adige, anche grazie all’elevata qualità dell’equipaggiamento tecnico fornito dalla Rhode & Schwarz.
Le 3G: Gartner, Gurschler e Gapp
Nel 1982, all’apice del successo (l’anno prima FSW aveva organizzato il concerto degli Status Quo ad Ortisei), Christian Chindamo Von Witkenberg decise di vendere FSW, per la cifra di 300 milioni di lire (circa 540.000 euro odierni), all’avvocato altoatesino Karl Gartner e a Leo Gurschler (foto), pioniere degli impianti sciistici in area e visionario senalese.
Quest’ultimo era famoso per aver realizzato, sul Giogo Alto (un passo di montagna nelle Alpi Venoste al confine tra Tirolo, Austria e Alto Adige), il sogno dell’allora unico ghiacciaio sciabile in area. Vicenda che avrebbe suscitato, negli anni anni a venire, infinite polemiche per via di presunte speculazioni edilizie e problemi ambientali creati.
Il socio e amministratore Gapp
Alla compagine di FSW si aggiunse, poi, il ristoratore ed albergatore Karl Gapp, già in affari con Gurschler, che rilevò il 10% della società divenendone amministratore.
Peraltro, secondo le fonti rinvenute nella nostra ricerca, la vicenda ebbe anche sviluppi legali, in conseguenza del parziale mancato pagamento del prezzo (pari a 180 milioni di lire), contestato da nuovi proprietari per una ritenuta non conformità autorizzativa di alcuni impianti di diffusione di FSW.
La speculazione
L’idea di Gurschler era in realtà speculativa: creare Radio TransAlpin sulla struttura di FSW per poi venderla a 600 milioni di lire (quindi – del tutto teoricamente, come vedremo dopo – con un largo margine di guadagno) ad un’agenzia pubblicitaria di Monaco. La quale aveva però posto la condizione che l’emittente potesse essere ricevuta anche nella Germania meridionale.
Tx da 20 kW sul Pan di Zucchero italiano
Nel 1982 fu quindi assemblato un complesso sistema radiante sullo Zuckerhütl (Pan di Zucchero), la più alta (3507 metri) vetta delle Alpi dello Stubai nel Tirolo settentrionale, dove iniziarono delle prove tecniche di trasmissione.
Si trattava, in quel momento, del trasmettitore più alto d’Europa, considerando che Radio Mont Blanc (3930 metri) in Val d’Aosta (iniziativa con finalità identiche a quelle di RTA) aveva già cessato l’attività dal sito dell’Aiguilles de Trélatête (detta anche Tré-la-Tête), una montagna di roccia e ghiaccio posta sul confine italo-francese nelle Alpi del Monte Bianco (Massiccio di Trélatête).
I problemi tecnici
Le cose però subito presero la piega sbagliata: la postazione aveva enormi problemi tecnici di collegamento e funzionamento. Dallo studio, situato a Lana, vicino a Merano (Bz), la tratta di interconnessione era instabile ed anche l’alimentazione a gasolio del potente trasmettitore da 20 kW (400 kW ERP) appariva altalenante. Radio TransAlpin rimaneva quindi muta per giorni interi, se non settimane.
La tragedia
La gestione della stazione pesava sulle casse della società editrice in un momento in cui anche l’impero sciistico di Leo Gurschler stava avendo difficoltà. La pressione psicologica sull’imprenditore diveniva man mano per lui insostenibile. Al punto che, sconvolgendo il territorio, Gurschler si suicidò nel 1983. A soli 36 anni.
Il dissesto
La FSW, un tempo florida, entrò quindi in un progressivo vortice di dissesto economico. Nel 1987 era ormai sull’orlo del collasso finanziario.
Il soccorso austriaco
In extremis, i soci residui decisero, obtorto collo, di cedere l’80% delle quote ad una holding austriaca, la MBB (Medien Beteiligungs und Betriebsgesellschaft) il cui amministratore delegato, il giornalista Magister Herbert Vytiska, aveva quale obiettivo la diffusione di Radio TransAlpin in Baviera. La nuova compagine societaria della Freie Südtiroler Welle vedeva quindi, oltre a Herbert Vytiska, l’investitore austriaco Heinrich Pecina, Stefan Virag (imprenditore nell’elettronica di consumo), l’avvocato René Laurer e Karl Gartner, con la residua quota del 20%.
La nuova postazione su Cima libera
I nuovi soci incaricarono il tecnico radioelettrico Günther Ebner (foto, già esperto in iniziative di questo tipo) di installare un sistema radiante più efficiente (e gestibile) sulla Wilder Freiger (Schwarzenstein, Cima libera/Sasso nero) a 3418 metri, sempre nelle Alpi dello Stubai.
Il benestare della forestale
I lavori iniziarono a metà ottobre 1987, dopo aver ricevuto l’autorizzazione per la costruzione dal Servizio forestale di Bolzano.
Assenso fornito senza particolari difficoltà, in quanto il progetto prevedeva una costruzione molto compatta e semisepolta. L’unica condizione posta dalla Pubblica Amministrazione altoatesina era che fosse rimossa una capanna in pietra costruita da Leo Gurschler sotto la vetta.
Il rifugio Müller
Il trasmettitore di Radio TransAlpin era alimentato da un generatore diesel, che si trovava in una grotta accanto al rifugio Müller, a circa 2.600 m di altezza, sotto la vetta. Il generatore forniva anche l’energia elettrica al rifugio. In cambio, il locatore effettuava regolarmente la manutenzione dell’unità.
1988: parte Radio TransAlpin
L’inizio delle trasmissioni ebbe luogo nell’aprile 1988 sulla frequenza 104,55 MHz. Ma ancora una volta sorsero subito problemi: il cavo elettrico era stato posato per ben 2 km appena sotto il ghiacciaio, il cui spostamento fisiologico determinava l’interruzione della linea ogni tre o quattro mesi. Col risultato che la stazione, come la volta precedente, rimaneva inattiva per giorni.
Transiti
Anche il collegamento dalla sede appariva problematico: se a Lana le disfunzioni erano le stesse dell’iniziale gestione, con lo spostamento degli studi a Vipiteno non furono subito risolti.
E anche quando tale aspetto fu definito (non senza aver ininterrottamente ripetuto a causa di una coincidenza di frequenza di transito per giorni Radio Rovereto Stereo), la presenza di un ronzio di fondo generato dal trasmettitore principale rendeva poco appetibile la ricezione.
La quale rimaneva tuttavia ottimale nel Tirolo Orientale, nella Carinzia e nella Baviera meridionale. E ciò soprattutto a seguito del passaggio nella primavera 1989 dell’operatività sulla frequenza 106,200 MHz (la 104,550 MHz viene attivata da Cima Gallina, postazione scelta anche da Radio Isarco per le medesime finalità).
Gli altri impianti FM
Gli altri impianti per la diffusione in territorio italiano erano quelli di FSW: per Bolzano (100,7 MHz), Merano (103,5/103,6 MHz), Bressanone (92,8 MHz), Brunico (93,8 MHz), Oltradige (93 MHz) e Renon (87,6 MHz).
Relay di Radio Luxembourg
A livello contenutistico, almeno fino a settembre 1989, Radio TransAlpin si limitava a ripetere Radio Luxembourg, ricevuta nella sede via satellite.
Tre paesi – una stazione
Successivamente, con il claim “Tre paesi – una stazione”, Radio TransAlpin si caratterizzò con un format music & news. Tuttavia gli elevati costi di gestione della produzione (40 collaboratori di cui 10 assunti a tempo indeterminato, con corrispondenti esteri ed una redazione a Innsbruck) e soprattutto dei trasmettitori transfrontalieri – soprattutto in termini di energia elettrica e manutenzione (la sola postazione di Wilder Freiger era costata 3 milioni di DM!) – non trovavano sostegno da una raccolta pubblicitaria che continuava a rimanere asfittica.
La cessione a Radio 2000
Così, in occasione del censimento ex art. 32 L. 223/1990 l’emittente abbandonò la postazione transfrontaliera e si concentrò sulla copertura italiana nel Sud e Nord Tirolo. Anche tale contromisura non fu però sufficiente a salvare l’emittente. RTA chiuse quindi i battenti in un bagno di sangue finanziario nel 1992 cedendo i residui impianti a Radio 2000 di Brunico, che avrebbe rilevato, successivamente, anche il potente impianto a 102,8 MHz di Radio Isarco, tuttora in servizio per l’area di Innsbruck.
Le singole frequenze
Le frequenze di RTA rilevate da Radio 2000 erano 104,550 MHz, 105,150 MHz e 106,200 MHz. Quest’ultimo impianto viene poi delocalizzato dal Wilder Freiger al sito Hühnerspiel (2750 m di altezza). L’impianto 104,550 MHz da Cima Gallina invece è posizionato a Flatschspitze e ceduto successivamente a NBC Rete Regione e riposizionato a 104,5 MHz. Infine, il diffusore 105,150 MHz, dopo essere stato oggetto di gravi problematiche interferenziali a Innsbruck con Radio Arabella fu delocalizzato a Freienfeld esclusivamente per il servizio italiano in Valle Isarco su 105,100 MHz.
Detriti e polemiche
L’infrastruttura dell’impianto principale di Wilder Freiger non fu mai smantellata, creando non poche diatribe politiche per il dissesto ambientale conseguente. Nel 2016 i giornali locali evidenziavano come lo scioglimento dei ghiacci portasse alla luce cavi, ferraglie, resti di antenne. Tanto che quasi una tonnellata di residuati furono portati a valle con un elicottero.
Due curiosità
Un trasmettitore da 12 kW di Radio TransAlpin fu acquistato da Sergio Leotta, editore di Europa Radio Milano.
L’emittente austriaca Antenne Austria Süd, che aveva iniziato le trasmissioni più o meno in coincidenza con Radio TransAlpin nel 1989 su 104,2 MHz e 105,0 MHz in Carinzia dal Monte Luschari (1766 m), utilizzava un logo del tutto simile a quello della stazione italiana (cfr. sopra), peraltro a sua volta derivato da quello di Freie Südtiroler Welle.
La stessa Antenne Austria nel Südtirol si chiamava Antenne Austria West ed occupava da cima Zirago la frequenza 88,800 MHz passata poi a Radio Dolomiti di Trento (tutt’ora in funzione con servizio dal Brennero fino a Innsbruck).
Non è dato di sapere se ciò sottintendesse una qualche forma di collaborazione, tanto più che la stazione chiuse in coincidenza con RTA Radio TransAlpin nel 1992. (M.L. per NL)