Il 3 novembre 1945, con un trasmettitore di 1 kw sulla frequenza di 1380 MHz in onde medie (ed in seguito anche su onde corte con un trasmettitore di 5 kw), su proposta del Cln giuliano e per iniziativa del Ministero degli Esteri entrò in funzione Radio Venezia Giulia, una stazione ufficialmente clandestina contrastata sia dagli alleati angloamericani che dalla Jugoslavia ma segretamente ed indirettamente sostenuta dal Governo italiano.
Diretta con entusiasmo dal letterato istriano Pier Antonio Quarantotti Gambini, suo fratello Alvise e dall’esperto diplomatico conte Justo Giusti del Giardino, la stazione nacque per far giungere ai connazionali dell’Istria, del Carnaro e della Dalmazia, che si trovavano sotto il giogo titino, una voce di speranza, di conforto e anche di puntuale ed aperta denuncia dei misfatti compiuti a loro danno dalle autorità jugoslave. Esternazioni che, nel delicato periodo di estrema debolezza internazionale dell’Italia, non potevano, ovviamente, essere affidate alle neutrali trasmissioni ufficiali della radio pubblica. Questo il primo messaggio della stazione: "Oggi 3 novembre, giorno di San Giusto e anniversario della redenzione di Trieste, una voce libera parla finalmente agli italiani della Venezia Giulia. Italiani, sappiate resistere. La vostra Italia, l’Italia di Garibaldi e di Matteotti, ritornerà, è la voce di 45 milioni di italiani che non ci hanno dimenticato e non ci dimenticheranno". L’emittente aveva la sede in Palazzo Tiepolo Passi in San Tomà a pochi passi dalla chiesa dei Frari a Venezia ed il trasmettitore posto dapprima sulla chiesa dei frati di San Niccolò a Lido di Venezia e poi nella Fortezza del Ridotto (appartenente alla Marina). La posizione geografica era stata giudicata perfetta per le trasmissioni in quanto non aveva ostacoli interposti e, pur con una modesta potenza, il segnale poteva essere captato lungo la costa adriatica nord orientale. Successivamente la redazione venne allestita in calle degli Avvocati 3914, con lo studio di trasmissione, all’ultimo piano di uno stabile e lontano da occhi indiscreti, addirittura nascosto in una stanza il cui ingresso era celato da un insospettabile armadio con il fondale rimovibile; sul tetto fu realizzata un’altana per contenere e mascherare il sistema radiante esterno collegato al trasmettitore di Alberoni. Grazie all’appoggio romano di Giulio Andreotti e della Democrazia Cristiana la radio svolse la funzione di raccolta informazioni, controspionaggio e contrasto all’infiltrazione titoista. Nel settembre 1947 entrò nella sfera di attività dell’agenzia giornalistica Astra di Trieste che gli garantì una notevole copertura con la distribuzione giornaliera di un notiziario italiano, cittadino e di politica estera trasmesso in tre edizioni: 13.15-13.45; 18-19; 20.15-20.45. Fu una palestra d’intelligenze. Ci lavorarono con specifici ruoli e funzioni particolari oltre un centinaio di ottimi professionisti, tra cui il giornalista Ugo Milelli corrispondente del "Corriere della sera" che curava la rassegna stampa ed era pure l’annunciatore radiofonico, Antonio De Berti (zio dei fratelli Quarantotti Gambini) con corrispondenze politiche da Roma e poi da Parigi, Vittorio Orefice, Franco Di Bella, Antonio Spinosa, Vladimiro Lisiani, Marcello Spaccini (direttore dell’agenzia Stampa Triestina Astra), Giuliano Dell’Antonio, Gianni Bartoli. Al servizio tecnico c’erano Corso Loreti, Valter Lorenzon e Antonio Carboncini. Radio Venezia Giulia mise in onda 3.800 trasmissioni (2600 in onde medie e 1200 in onde corte) tra rubriche quotidiane e programmi speciali come la settimana diplomatica, la tribuna dei partiti, la parola all’economista, il giovedì delle lettere e delle arti, varietà, vita sindacale e vita politica, Istria nobilissima seguite in un raggio di 400 chilometri, tanto che il segnale era ricevuto da Trieste alla Dalmazia, in Veneto, Lombardia, Trentino Alto Adige ed Emilia Romagna. Cessò il servizio il 1° luglio 1949 dopo quattro anni di vita quando, modificatosi il quadro internazionale, venne incorporata dalla Rai e denominata Radio Venezia III. Da sottolineare che ai nostri giorni Roberto Spazzali ha ben descritto la vicenda della stazione friulana nel libro "Radio Venezia Giulia. Informazione, propaganda e intelligence nella "guerra fredda" adriatica (1945-1954)" per i tipi della Leg – Libreria Editrice Goriziana per l’Istituto Regionale per la cultura Istriano- Fiumano – Dalmata, Trieste 2013. (R.R. per NL)