Il 1° dicembre 1965 il periodico viennese “Stampa settimana”, sotto il titolo “The Radio Pirates“, annuncia che: “i combattenti per la libertà del Tirolo desiderano installare un canale segreto di essere attivi nel Nord e nel Sud Tirolo”.
Una bomba! La notizia viene prontamente diffusa dall’Austria Press Agency (APA) e ripresa da tutta la stampa austriaca e internazionale, creando un fortissimo disagio a Roma.
Il 12 dicembre 1965 (e poi fino al 1967, pur in forma molto discontinua) la prima trasmissione ha luogo sui 97,000 MHz da una casa di Oberperfuß, nel Tirolo settentrionale. Le informazioni di servizio sono diffuse e pubblicizzate in diverse lingue: inglese, francese, russo e italiano, “per l’autodeterminazione del Sud Tirolo in Alto Adige“. La stazione è promossa daiIrredentisti austriaci: tra questi vi sono Herlinde e Claudius Mölling di Innsbruck e Georg Klotz, che si occupa di recuperare i fondi per le trasmissioni. Il team trasmette clandestinamente le proprie idee antitaliane del movimento Tirolo libero da Radio Freies Tirol, questo il nome della piccola stazione radio clandestina usata anche da collegamento tra gli autonomi che operano tra Austria e Italia. La Domenica del Corriere del 23 gennaio 1966 evidenzia l’accaduto in prima pagina (con un disegno e un corsivo di spalla) e focalizza l’attenzione all’interno della rivista in un servizio (alle pagine 28 e 29) ben dettagliato.
Il giornalista scrive: “Sono entrato nel covo di Radio Tirolo: che la polizia non ha potuto o voluto trovare. Da qui parlano i messaggi anti italiani che i terroristi lanciano con una apparecchiatura rudimentale ma efficiente che presto sarò trasferita in territorio italiano. Gli attentati, continueranno anche dopo gli eventuali accordi italo-austriaci”. Nella primavera del 1966, a causa delle elezioni parlamentari, la stazione radio prende una pausa di 3 mesi, in modo da non influenzare l’esito delle elezioni in corso e la formazione di un governo. Poi ricomincia a trasmettere dal 15 maggio. Il 20 settembre 1966 alcuni senatori della Repubblica Italiana rivolgono una serie di interpellanze parlamentari al Presidente del Consiglio dei Ministri ed ai ministri dell’Interno e della Difesa: 1) “Per conoscere quali misure siano state adottate per fronteggiare la preannunciata ripresa del terrorismo in Alto Adige che, purtroppo, ha avuto inizio con la tragica conseguenza di una vittima nella persona della Guardia di Finanza Bruno Bolognesi che si aggiunge ai tre carabinieri assassinati tra il 1964 e il 1965. In particolare gli interpellanti chiedono quali nuove misure s’intendano adottare avendo riguardo al fatto che il barbaro attentato ha seguito di poche ore l’annuncio di una radio clandestina del sedicente Tirolo libero con evidente dimostrazione di un collegamento rapido e aperto tra i terroristi che si trovano al di là della frontiera e quelli che operano nel nostro territorio” (466- Berganasco, Trimarchi, Veronesi, D’Andrea, Artom, Pasquato)”; 2) “Per conoscere quali misure siano in corso o in previsione in Alto Adige contro la ripresa del terrorismo che, già preannunciata da una sedicente “Radio Tirolo libero”, ha avuto la sua prima vittima nel finanziere Bruno Bolognesi; se e quale azione si intenda svolgere nei confronti del Governo Austriaco, la cui nota tolleranza verso la stampa, i circoli e le centrali terroristiche e filoterroristiche, e la loro attività propagandistica e addestrativa, clamorosamente contrasta con i dichiarati intendimenti di risolvere il problema dell’Alto Adige per le vie della pacifica intesa” (467 – Rosati, Piasenti)” ; 3) “Per sapere quali passi intende fare presso il Governo della Repubblica Federale Tedesca per protestare contro la trasmissione della televisione di quello Stato nel corso della quale i terroristi che agiscono in Alto Adige sono stati presentati come “combattenti per la libertà del Sud Tirolo”. L’interrogante sottolinea la gravità dell’episodio costituita dall’intervista concessa ai cronisti e ai tecnici della televisione bavarese dai terroristi che hanno installato in Austria una radiotrasmittente anti- italiana che senza che il Governo di quel paese si sforzi molto per scoprirla (1101- Albarello)“. Nonostante le interrogazioni, lo spionaggio da parte dei servizi segreti italiani e dei media, l’incitamento dei giornali italiani, la stazione non viene scoperta e gli operatori non sono identificati. Le trasmissioni proseguono fino al 1967 per poi interrompersi definitivamente (qui dei contributi audio). Ma, nel giugno 2013, a quasi cinquant’anni di distanza, le storiche voci della stazione sono tornate provocatoriamente in onda da Bolzano con la regia nostalgica – e per alcuni anche provocatoria – dei fondatori, con i ricordi dell’iniziativa di Eva Klotz (figlia di Georg), oggi consigliere provinciale di Südtiroler Freiheit, che in una nota puntualizza: “Tra le varie registrazioni abbiamo anche scovato una vera rarità, un messaggio di Jörg Klotz. Nelle prossime settimane saranno proposte, ogni lunedì, nuove registrazioni, seguendo sempre un rigoroso ordine cronologico degli eventi. Coloro che sono interessati a saperne di più possono visitare il sito www.suedtiroler-freiheit.com”. (R.R. per NL)
Una bomba! La notizia viene prontamente diffusa dall’Austria Press Agency (APA) e ripresa da tutta la stampa austriaca e internazionale, creando un fortissimo disagio a Roma.
Il 12 dicembre 1965 (e poi fino al 1967, pur in forma molto discontinua) la prima trasmissione ha luogo sui 97,000 MHz da una casa di Oberperfuß, nel Tirolo settentrionale. Le informazioni di servizio sono diffuse e pubblicizzate in diverse lingue: inglese, francese, russo e italiano, “per l’autodeterminazione del Sud Tirolo in Alto Adige“. La stazione è promossa daiIrredentisti austriaci: tra questi vi sono Herlinde e Claudius Mölling di Innsbruck e Georg Klotz, che si occupa di recuperare i fondi per le trasmissioni. Il team trasmette clandestinamente le proprie idee antitaliane del movimento Tirolo libero da Radio Freies Tirol, questo il nome della piccola stazione radio clandestina usata anche da collegamento tra gli autonomi che operano tra Austria e Italia. La Domenica del Corriere del 23 gennaio 1966 evidenzia l’accaduto in prima pagina (con un disegno e un corsivo di spalla) e focalizza l’attenzione all’interno della rivista in un servizio (alle pagine 28 e 29) ben dettagliato.
Il giornalista scrive: “Sono entrato nel covo di Radio Tirolo: che la polizia non ha potuto o voluto trovare. Da qui parlano i messaggi anti italiani che i terroristi lanciano con una apparecchiatura rudimentale ma efficiente che presto sarò trasferita in territorio italiano. Gli attentati, continueranno anche dopo gli eventuali accordi italo-austriaci”. Nella primavera del 1966, a causa delle elezioni parlamentari, la stazione radio prende una pausa di 3 mesi, in modo da non influenzare l’esito delle elezioni in corso e la formazione di un governo. Poi ricomincia a trasmettere dal 15 maggio. Il 20 settembre 1966 alcuni senatori della Repubblica Italiana rivolgono una serie di interpellanze parlamentari al Presidente del Consiglio dei Ministri ed ai ministri dell’Interno e della Difesa: 1) “Per conoscere quali misure siano state adottate per fronteggiare la preannunciata ripresa del terrorismo in Alto Adige che, purtroppo, ha avuto inizio con la tragica conseguenza di una vittima nella persona della Guardia di Finanza Bruno Bolognesi che si aggiunge ai tre carabinieri assassinati tra il 1964 e il 1965. In particolare gli interpellanti chiedono quali nuove misure s’intendano adottare avendo riguardo al fatto che il barbaro attentato ha seguito di poche ore l’annuncio di una radio clandestina del sedicente Tirolo libero con evidente dimostrazione di un collegamento rapido e aperto tra i terroristi che si trovano al di là della frontiera e quelli che operano nel nostro territorio” (466- Berganasco, Trimarchi, Veronesi, D’Andrea, Artom, Pasquato)”; 2) “Per conoscere quali misure siano in corso o in previsione in Alto Adige contro la ripresa del terrorismo che, già preannunciata da una sedicente “Radio Tirolo libero”, ha avuto la sua prima vittima nel finanziere Bruno Bolognesi; se e quale azione si intenda svolgere nei confronti del Governo Austriaco, la cui nota tolleranza verso la stampa, i circoli e le centrali terroristiche e filoterroristiche, e la loro attività propagandistica e addestrativa, clamorosamente contrasta con i dichiarati intendimenti di risolvere il problema dell’Alto Adige per le vie della pacifica intesa” (467 – Rosati, Piasenti)” ; 3) “Per sapere quali passi intende fare presso il Governo della Repubblica Federale Tedesca per protestare contro la trasmissione della televisione di quello Stato nel corso della quale i terroristi che agiscono in Alto Adige sono stati presentati come “combattenti per la libertà del Sud Tirolo”. L’interrogante sottolinea la gravità dell’episodio costituita dall’intervista concessa ai cronisti e ai tecnici della televisione bavarese dai terroristi che hanno installato in Austria una radiotrasmittente anti- italiana che senza che il Governo di quel paese si sforzi molto per scoprirla (1101- Albarello)“. Nonostante le interrogazioni, lo spionaggio da parte dei servizi segreti italiani e dei media, l’incitamento dei giornali italiani, la stazione non viene scoperta e gli operatori non sono identificati. Le trasmissioni proseguono fino al 1967 per poi interrompersi definitivamente (qui dei contributi audio). Ma, nel giugno 2013, a quasi cinquant’anni di distanza, le storiche voci della stazione sono tornate provocatoriamente in onda da Bolzano con la regia nostalgica – e per alcuni anche provocatoria – dei fondatori, con i ricordi dell’iniziativa di Eva Klotz (figlia di Georg), oggi consigliere provinciale di Südtiroler Freiheit, che in una nota puntualizza: “Tra le varie registrazioni abbiamo anche scovato una vera rarità, un messaggio di Jörg Klotz. Nelle prossime settimane saranno proposte, ogni lunedì, nuove registrazioni, seguendo sempre un rigoroso ordine cronologico degli eventi. Coloro che sono interessati a saperne di più possono visitare il sito www.suedtiroler-freiheit.com”. (R.R. per NL)