La direttiva per il riordino delle agenzie stampa dovrebbe essere pubblicata ed entrare in vigore la settimana prossima, dopo la firma di venerdì 19 giugno del sottosegretario con delega all’editoria Luca Lotti. Dopo qualche ritardo dovuto tra l’altro alle elezioni regionali, l’esecutivo ha mantenuto la promessa di emanare comunque le linee guida definitive per il riordino delle agenzie di stampa, e soprattutto ha confermato l’intenzione di stipulare le convenzioni pubbliche solo con quelle che dal prossimo anno risponderanno ai nuovi requisiti governativi. Requisiti che avranno l’obiettivo di spingere le singole testate a fondersi insieme, facendosi forza l’un l’altra. Per ora, specifichiamo per i nostri lettori, di queste alleanze salvifiche non si è vista nemmeno l’ombra, nonostante i frequenti tentativi di persuasione del governo. Altre regolamentazioni riguarderanno poi i ricavi dalla fornitura di servizi informativi e giornalisti, che non potranno pesare oltre il 45% sul fatturato complessivo dell’editrice. Mentre avrà un impatto diretto su quanto pagato alle aziende dallo stato per i servizi forniti di news, un eventuale uso degli ammortizzatori sociali. La direttiva Lotti stabilisce inoltre che saranno necessari 500 lanci di news giornaliere, così come rimarrà l’obbligo di avere un organico di almeno 50 redattori a tempo indeterminato, esclusivo e a tempo pieno e quello di mantenere tre sedi in Italia. Occorrerà poi garantire 15 ore di trasmissione quotidiana per sette giorni la settimana, con unica possibilità di derogare se si tratta di informazione specializzata che non può essere coperta tutti i giorni, per esempio in campo finanziario nel weekend, quando la borsa è chiusa. Non riguarda invece le agenzie stampa, ma più in generale il settore dei giornali, il decreto per la riforma del comparto editoria, che dovrebbe arrivare a fine luglio, evitando così di slittare oltre la pausa agostana. Al momento l’ipotesi è che il Consiglio dei Ministri approvi un disegno di legge o un disegno di legge delega entro un mese, per poi far approvare definitivamente la riforma almeno per la fine del 2015. (V.R. per NL)