C’era una volta un tempo in cui Berlusconi, politico e uomo d’affari conservatore, era il cocco della stampa cattolica, che ne osannava le opere di governo, lo erigeva a difensore di quelle leggi sulle quali le sinistre volevano metter mano, come procreazione assistita, testamento biologico, coppie di fatto e via dicendo. Solo Ferrara, forse, lo superava in quanto a simpatie nel mondo cattolico. Ora questo idillio si è incrinato. E ciò da quando è iniziata questa tiritera di Berlusconi che ama le donne, che avrebbe frequentato minorenni, escort, organizzato festini, ecc. ecc. Tutti, ovviamente, aspetti privati della vita del premier che mentre alla maggior parte degli italiani interessano poco o niente, alla Chiesa e alla sua stampa non paiono essere andati giù, tanto da rompere quella corsia preferenziale che esisteva tra Berlusconi (e tutto ciò che gli ruota intorno) e la Chiesa (e tutto ciò che le ruota intorno; inclusa, ovviamente, la stampa cattolica). Ed ecco che il tanto bistrattato Dino Boffo, dalle pagine dell’Avvenire inizia a criticare l’operato del premier, salvo poi subire un fortissimo contrattacco dal direttore de il Giornale (organo di stampa della Famiglia Berlusconi), Vittorio Feltri, che lo mette in ginocchio col caso delle presunte molestie e sulla sua, altrettanto ipotizzata, omosessualità. Ieri si è giocato un altro round di questa partita. Questa volta è intervenuto il direttore di Famiglia Cristiana, il più famoso dei periodici cattolici, intervistato proprio dall’Avvenire, a cui ha manifestato il proprio allarmismo per le sorti della libertà di stampa in Italia, facendo chiaro riferimento alle responsabilità che Berlusconi avrebbe per l’attuale situazione. “Il vizio di fondo – ha detto don Sciortino – è quello della concentrazione dei mezzi di comunicazione in poche mani e dalla quasi totale mancanza di editori puri, che rispondono esclusivamente agli interessi dell’informazione”. Aggiungendo che “il livello di democrazia di un Paese si può misurare proprio dal tasso di libertà della stampa e dalla vivacità dell’opinione pubblica: ma oggi in Italia i giornali non sono al servizio dei lettori, ma dei potenti di cui invece dovrebbero essere voce critica”. “Se si arriva a dover fare una manifestazione pubblica per difendere la libertà di stampa – dice, ancora (con riferimento alla manifestazione del prossimo 19 settembre, organizzata dalla federazione Nazionale della Stampa, con partenza alle 16 da Piazza del Popolo, a Roma, ndr) – allora io penso che qualche vizio in quel senso il Paese ce l’ha”. Insomma, ci va giù proprio duro don Sciortino, che pure rincara la dose: “La libertà di informazione e di critica in un Paese democratico non deve essere vista come un fastidio, perché la stampa non e’ fatta per adulare; bisogna che i giornalisti non abbiano bavagli e magari facciano autocritica, chiedendosi quanto siano in grado di mantenere la schiena dritta e quanto invece non si prestino a servizi, talora neanche richiesta, a favore del potere”. Non dev’essere proprio andato giù alla stampa cattolica l’affondo de il Giornale contro Dino Boffo. E queste sono le conseguenze dello scontro che sta maturando tra il sistema Berlusconi e l’apparato Chiesa. Chissà quale sarà la prossima mossa. Ci stupirebbe, certo, vedere, ad esempio, monsignor Bagnasco manifestare in Piazza del popolo il prossimo 19 settembre. (G.M. per NL)