Il 4/12/2023 il CEO di Spotify, Daniel Ek, ha diffuso una nota “sui cambiamenti organizzativi dell’azienda con tutti i dipendenti di Spotify”. In pratica, ha giustificato licenziamenti per il 17% dei dipendenti: circa 1500 persone su 9400 attuali. Che si aggiungono ai 600 di inizio 2023 (6%) ed ai 200 di giugno (2%), sempre 2023.
La decisione è stata comunicata a meno di due mesi dai risultati del 3° trimestre 2023: 601 milioni di ascoltatori mensili (+26% sull’anno), un risultato operativo di 32 milioni di euro (primo dato positivo dal 2021), margine al 26,4% nel periodo luglio-settembre, con un aumento di 166 punti base rispetto al periodo precedente.
Insomma: andiamo bene. E così licenziamo.
Qualcosa non torna. O forse torna anche troppo. Vediamo.
Il messaggio di Ek
Con un messaggio sapientemente (o ipocritamente, dipende dai punti di vista) alternato tra la prima persona plurale (relativamente ai risultati positivi) e la prima singolare (sui licenziamenti), Ek ha spiegato che “Negli ultimi due anni, abbiamo enfatizzato la trasformazione di Spotify in un business davvero eccezionale e sostenibile, progettato per raggiungere l’obiettivo di diventare l’azienda audio leader a livello mondiale, che guiderà costantemente la redditività e la crescita nel futuro”.
Decodifica: col Covid e le restrizioni conseguenti, siamo andati alla stragrande, quando gli altri andavano a ramengo.
Il denaro costa
La prima frenata arriva, però, subito: “Anche se abbiamo fatto passi da gigante, come ho detto molte volte, abbiamo ancora del lavoro da fare. La crescita economica ha rallentato drasticamente e il capitale è diventato più costoso. Spotify non fa eccezione a queste realtà”. Decodifica: col ritorno alla normalità post pandemia ed i tassi finanziari alle stelle, dobbiamo confrontarci con una realtà diversa. Insomma, noi abbiamo fatto indigestione; quindi è ora che voi digiunate un po’…
2300 a casa nel 2023
A questo punto Ek, si responsabilizza su una decisione che costerà alla sua società tra 130 e 145 mln di euro per indennità (5 mesi), TFR, ferie non utilizzate e polizze sanitarie, abbandonando il plurale per il singolare: “Ciò mi porta a una decisione che significherà un cambiamento significativo per la nostra azienda. Per allineare Spotify ai nostri obiettivi futuri e assicurarci di avere le dimensioni giuste per le sfide future, ho preso la difficile decisione di ridurre il nostro organico totale di circa il 17% in tutta l’azienda.
Intelligenti, talentuosi, laboriosi. E licenziati
Riconosco che ciò avrà un impatto su un numero di individui che hanno dato un contributo prezioso. Per essere sinceri, molte persone intelligenti, talentuose e laboriose ci lasceranno”.
Grazie
Il CEO poi torna al plurale, rivolgendosi a “coloro che se ne vanno”, cui spiega che “siamo un’azienda migliore grazie alla vostra dedizione e al vostro duro lavoro. Grazie per aver condiviso il vostro talento con noi.
La pillola indorata
Rapida rimodulazione sul singolare per preparare la bordata finale: “Spero che sappiate che i vostri contributi hanno avuto un impatto profondo su più di mezzo miliardo di persone e milioni di artisti, creatori e autori in tutto il mondo.
Stiamo andando bene, ma dobbiamo andare meglio
Colpo che arriva tranchant: “Mi rendo conto che per molti una riduzione di questa portata sembrerà sorprendentemente ampia, dato il recente rapporto positivo sugli utili e la nostra performance”.
Passaggio doloroso
Interessante il passaggio successivo, quando il plurale ed il singolare si alternano nello stesso periodo: “Abbiamo discusso di eventuali riduzioni minori nel corso del 2024 e del 2025. Tuttavia, considerando il divario tra il nostro obiettivo finanziario e gli attuali costi operativi, ho deciso che un’azione sostanziale per ridimensionare i nostri costi era l’opzione migliore per raggiungere gli obiettivi. Pur essendo convinto che questa sia l’azione giusta per la nostra azienda, capisco anche che sarà incredibilmente dolorosa”.
Il peso delle scelte del 2020 e del 2021 sui licenziamenti
Ma la colpa dei licenziamenti è plurale o singolare? Ek lo rappresenta nel capoverso successivo.
“Per comprendere questa decisione, penso che sia importante valutare Spotify con una lente chiara e obiettiva. Nel 2020 e nel 2021, abbiamo sfruttato l’opportunità offerta dal capitale a basso costo e abbiamo investito in modo significativo nell’espansione del team, nel miglioramento dei contenuti, nel marketing e in nuovi verticali.
Nì
Questi investimenti hanno generalmente funzionato, contribuendo all’aumento della produzione di Spotify e alla robusta crescita della piattaforma lo scorso anno. Tuttavia, ora ci troviamo in un ambiente molto diverso. E nonostante i nostri sforzi per ridurre i costi lo scorso anno, la nostra struttura di spese per dove dobbiamo arrivare è ancora troppo grande.
Quando guardiamo indietro…
Quando guardiamo indietro al 2022 e al 2023, vediamo che ciò che abbiamo realizzato è stato davvero impressionante. Ma, allo stesso tempo, la realtà è che gran parte di questa produzione era legata alla disponibilità di maggiori risorse”. Decodifica: forse spendere un miliardo di euro per Kim Kardashian o per i reali inglesi Harry e Meghan Markle non è stata una grande idea…
Più produttivi, ma meno efficienti
Ek, secondo il classico clichè dei messaggi che accompagnano le ristrutturazioni in diminutio organica, la butta poi su produttività ed efficienza: “Secondo la maggior parte dei parametri, eravamo più produttivi ma meno efficienti. Dobbiamo essere entrambi. Anche se abbiamo lavorato per mitigare questa sfida e diventare più efficienti nel 2023, abbiamo ancora molta strada da fare prima”. Decodifica: mi è piaciuta la spiegazione fotocopia di Twitter, Meta, Amazon, Microsoft , Yahoo, Linkedin e Google per i loro licenziamenti ristrutturanti ed ho deciso di adottarla.
Licenziamenti intraprendenti
Il CEO tocca da lontano anche la questione immobiliare: “Oggi abbiamo ancora troppe persone dedite a sostenere il lavoro e persino a lavorare attorno al lavoro piuttosto che a contribuire a opportunità con un impatto reale. È necessario che più persone si concentrino sui risultati per i nostri principali stakeholder: creatori e consumatori. In due parole, dobbiamo diventare incessantemente intraprendenti”. Decodifica: puntiamo anche ad un ridimensionamento degli spazi fisici di Spotify, attraverso dismissioni immobiliari.
Guardando avanti
“La decisione di ridurre le dimensioni del nostro team è un passo difficile, ma cruciale verso la creazione di uno Spotify più forte ed efficiente per il futuro. Ma evidenzia anche che dobbiamo cambiare il modo in cui lavoriamo. Agli albori di Spotify, il nostro successo è stato conquistato a fatica. Avevamo risorse limitate e dovevamo sfruttarle al massimo. Il nostro ingegno e la nostra creatività sono stati ciò che ci ha contraddistinto. Però, man mano che siamo cresciuti, ci siamo allontanati troppo da questo principio fondamentale di intraprendenza”.
Spotify del futuro
“Lo Spotify di domani deve essere definito: noi innoviamo e affrontiamo i problemi. Questo tipo di intraprendenza trascende la definizione di base: riguarda la preparazione per la fase successiva, in cui essere snelli non è solo un’opzione, ma una necessità”.
Licenziamenti: non è un passo indietro…
Una struttura più snella ci consentirà anche di reinvestire i nostri profitti, in modo più strategico, nel business.
Approccio mirato
Con un approccio più mirato, ogni investimento e iniziativa diventa più impattante, offrendo maggiori opportunità di successo.
… ma un riorientamento strategico
“Questo non è un passo indietro; è un riorientamento strategico. Siamo ancora impegnati a investire e fare scommesse coraggiose, ma ora, con un approccio più mirato, garantiamo la continua redditività e la capacità di innovazione di Spotify. Non significa piccole ambizioni, ma percorsi più intelligenti e di maggiore impatto per raggiungerli”. Tradotto: il mercato finanziario premia i “riorientamenti strategici“. Infatti le azioni di Spotify Technology SA sono aumentate fino al 2,5% nelle negoziazioni pre-mercato dopo la diffusione della notizia dei licenziamenti.
Giorno difficile
Oggi è un giorno difficile ma importante per l’azienda. Per essere molto chiari, il mio impegno per la nostra missione e la fiducia nella nostra capacità di realizzarla non sono mai stati così forti. Una riduzione di queste dimensioni renderà necessario cambiare il modo in cui lavoriamo e condivideremo molto di più su cosa ciò significherà nei giorni e nelle settimane a venire.
Tanti auguri
Proprio come il 2023 ha segnato un nuovo capitolo per noi, così sarà il 2024 quando costruiremo uno Spotify ancora più forte”. Decodifica: auguri.