Topolino, Shrek e Winnie the Pooh non venderanno più junk food (cibo spazzatura) in tv. Dal primo gennaio 2008 i più popolari personaggi dei cartoni animati non saranno più testimonial di patatine e dolciumi. L’accordo è stato preso dagli 11 principali gruppi alimentari statunitensi per affrontare l’ormai vasto e inarrestabile fenomeno dell’obesità, malattia che colpisce circa il 16% dei ragazzi statunitensi dai 9 ai 16 anni.
Gli Stati Uniti investono ogni anno circa 12 miliardi di dollari per spot indirizzati ai minori. Tra questi sono presenti campagne pubblicitarie decisamente aggressive che seducono i bambini associando beniamini dei cartoni animati all’alimentazione, genericamente dannosa, di fast food e simili. Dall’anno prossimo gruppi noti come McDonald, Pepsi e Coca Cola si impegneranno a non attivare più campagne pubblicitarie simili, soprattutto per il pubblico televisivo da 0 a 12 anni, più influenzabile di qualunque altro.
La decisione è di sfruttare certe leve di marketing solo per prodotti ad alto valore salutistico, nella speranza che anche la tv diventi promotrice di una corretta educazione alimentare. Un’educazione ormai obbligatoria, non solo negli Stati Uniti, ma anche in Cina, Inghilterra, Francia e Italia, paesi dove la percentuale di popolazione affetta da disturbi alimentari è in continua crescita e dove certe campagne promozionali ne sono la causa diretta.
La svolta epocale che investirà gli spot televisivi alimentari del mondo occidentale aiuterà la battaglia contro l’ipernutrizione? (M.M.)