Discussione a Bruxelles in merito alla proposta di liberalizzazione degli spot pubblicitari in tv, avanzata dalla commissione europea nell’ambito della direttiva comunitaria “Televisione senza frontiere”. Il commissario UE per la cultura, la lussemburghese Viviane Reding, in pieno accordo con le maggiori imprese televisive d’Europa, nonché con le grandi multinazionali, cuore del mercato pubblicitario, propone una riduzione dell’intervallo tra uno spot ed un altro, all’interno dei programmi per bambini della fascia protetta, da 45 a 35 minuti, che diverrebbero 30 minuti nell’arco del periodo d’approvazione dell’istanza. La commissione vorrebbe, oltretutto, alleggerire o cancellare del tutto la restrizione per tutte le altre categorie di programmi, attualmente di 20 minuti, e alzare il tetto delle tre ore di pubblicità giornaliere. In sostanza, vorrebbero riempire i programmi di spot fino all’orlo, finché possibile, finché non verranno resi inguardabili da parte del pubblico, sempre più insofferente verso il bombardamento pubblicitario in atto, non solo sulle tv commerciali, ma anche sul servizio pubblico (almeno in Italia). Molto scettico a riguardo il ministro italiano delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni, che ha partecipato al summit. Gentiloni ritiene eccessive le proposte di liberalizzazione da parte della commissione e non esclude una possibile opposizione, da parte dell’Italia, all’approvazione della proposta. Inoltre, il ministro dichiara guerra alla pubblicità occulta, fortemente presente all’interno di film e fiction trasmessi in tv. Sul versante liberalizzazioni, in accordo con Gentiloni e in aperto contrasto con il commissario Reding, c’è il Partito Socialista, appartenente all’Europarlamento, che accusa la commissione di voler trasformare il modello televisivo europeo, in un modello “all’americana”. Lo scontro verbale si fa duro, se ne conosceranno le conseguenze nei prossimi giorni. Salviamo la tv dalla colonizzazione pubblicitaria. (G.C. per NL)