Necessaria una razionalizzazione della normativa che regola l’assegnazione dei fondi a favore di rappresentazioni teatrali e concerti per favorire lo sviluppo del settore e il pluralismo culturale.
L’intervento pubblico nel settore degli spettacoli dal vivo deve rispondere a principi concorrenziali, con una ripartizione di finanziamenti e incentivi affidata a gare trasparenti. Lo sottolinea l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato in una segnalazione inviata alle Camere, al Governo, alle Regioni e al Sindaco di Roma.
Secondo l’Antitrust è necessario rivedere l’intera normativa puntando a un sistema di incentivi e finanziamenti, statali, regionali e locali, che non si sovrappongano, ma che siano in grado di favorire lo sviluppo del settore degli spettacoli dal vivo, anche nell’ottica di garantire il pluralismo dell’offerta culturale.
La segnalazione prende spunto da una denuncia inviata da numerose produzioni teatrali attive nella città di Roma che avevano lamentato distorsioni delle dinamiche concorrenziali dovute, a parere dei denuncianti, ad erogazioni di finanziamenti pubblici effettuate sulla base di scelte politiche o poco trasparenti. In particolare venivano citati alcuni interventi del comune di Roma e della Regione Lazio in campo teatrale, come gli affidamenti in house in favore di Musica per Roma Spa, società partecipata da Comune, Provincia e Regione.
Alla luce degli elementi acquisiti l’Antitrust sottolinea che il sostegno finanziario alle iniziative culturali, per non produrre effetti distorsivi della concorrenza, deve seguire regole di garanzia fondate sulla selettività delle produzioni e delle strutture da finanziare, sulla trasparenza dell’erogazione dei finanziamenti e sulla gestione più neutrale possibile delle strutture pubbliche che ospitano gli eventi.
In particolare, per l’Antitrust i finanziamenti devono essere sempre selettivi, con concorsi banditi con cadenza fissa e adeguatamente pubblicizzati. Le commissioni giudicatrici dovrebbero essere composte da soggetti privi di situazioni di conflitto di interesse e i giudizi resi pubblici. Vanno aboliti i finanziamenti ex post, finalizzati a sanare bilanci in disavanzo, che determinano effetti anti-concorrenziali, perché disincentivano l’efficienza dell’operatore, sia esso pubblico o privato.
Le strutture pubbliche che ospitano spettacoli dal vivo devono infine poter essere utilizzate non solo dalle società municipalizzate ma anche dagli altri operatori dell’industria culturale, secondo criteri di equità e non discriminazione, sulla base di selezioni trasparenti.
Roma, 29 luglio 2008