Il potente gruppo mediatico spagnolo Prisa, che controlla all’80% (il restante 20% è del Grupo Godò) di Union Radio, l’organismo che a sua volta controlla il network radiofonica Cadena SER (Prisa controlla anche il quotidiano El Pais), ha annunciato che il fondo di investimenti britannico 3i acquisterà il 16,2% delle quote di Union Radio. 3i rileverà una parte della quota Prisa e una di Godò, arrivando successivamente al controllo del suo 16 e rotti percento tramite un aumento di capitale.
E’ una notizia che fa riflettere sulle opportunità di investire (3i spenderà 225 milioni, che non sono pochi) in un mezzo apparentemente così poco sexy e in declino. Pensate che solo tre giorni fa il gruppo Emmis Communications ha annunciato una operazione in Bulgaria, dove la società ha rilevato Inforadio, un network di emittenti presente in 13 città. Emmis era già presente in Bulgaria con Radio FM+ e Radio Fresh e la sua divisione internazionale controlla stazioni radiofoniche in Ungheria, Slovacchia e Belgio. Che c’è di strano? Beh, Emmis Communications ha sede a Indianapolis e la sua ultima trimestrale, quella chiusa il 31 agosto dice due cose: che i fatturati radiofonici sono complessivamente in calo (nel periodo sono stati di 74,4 milioni di dollari contro i 79,1 dello stesso periodo 2006) e che all’estero le prospettive sembrano migliori, con i fatturati in crescita del 14 percento e oltre. Per la verità crescono anche le spese operative, ma evidentemente l’apertura verso i mercati della ex Europa orientale sono per il momento redditizi. Emmis è un gruppo piccolo, appena una ventina di stazioni negli USA, ma è curioso assistere a questo incrociarsi di partecipazioni finanziarie da un confine all’altro.