Non che ci si dovesse aspettare un contegno diverso, viste le precedenti dimostrazioni. Però, dover prendere atto della smaterializzazione della partecipazione bipartisan verso le emittenti locali, private, con un turpe blitz parlamentare, delle basilari provvidenze per l’editoria, un po’ di disgusto lo provoca.
La ruberia dell’aiuto essenziale per la (parziale) copertura dei costi per la produzione di servizi informativi affrancati ed incondizionati, messa in atto dal Governo Berlusconi in sede di conversione in legge del D.L. Milleproroghe, era parsa da subito un attacco senza mezzi termini alla liberta d’informazione (già messa a dura prova nel nostro paese, come convenuto a livello internazionale), sicché i politici ne avevano preso, con millantata indignazione, le distanze. Al punto che l’esecutivo aveva confessato un pentimento, sul cui fumus pinocchiesco avevamo da subito messo in guardia. Quindi, tutto sommato, non ci sorprende affatto che, a elezioni briosamente concluse, secondo il più classico e degradante cliché politico, i motivati sostegni al ripristino delle provvidenze si siano disfatti come neve al sole e le emittenti (soprattutto quelle radiofoniche, che nemmeno possono contare sui sussidi per il digitale terrestre) siano state del tutto abbandonate al loro destino. Così, della protesta delle stesse ormai non se ne parla più; le associazioni delle emittenti locali, dimostratesi distratte, scoordinate e con un peso politico futile, sembrano aver ceduto le armi e, ormai, ci si limita a raccattare, qua e là, gli avanzi delle sensibilizzazioni del mese scorso. Come l’interrogazione a risposta scritta 4-02904 presentata dall’on.le Salvatore Tomaselli martedì 23 marzo 2010, nella seduta n.353 (che di seguito riportiamo). Per il resto, valga per le emittenti l’editto del disneyano Bartolomeo Pandetta. Arrangiati & spera. (M.L. per NL)
TOMASELLI – Al Presidente del Consiglio dei ministri – Premesso che:
il comma 1, lettera e), dell’articolo 10-sexies del decreto-legge 13 dicembre 2009, n. 194, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 febbraio 2010, n. 25, pubblicato sul Supplemento ordinario n. 39 alla Gazzetta Ufficiale n. 48 del 27 febbraio 2010, ha soppresso le provvidenze relative all’editoria di cui all’articolo 11 della legge n. 67 del 1987, all’articolo 8 della legge n. 250 del 1990 e all’articolo 23 della legge n. 223 del 1990, che venivano annualmente riconosciute dalla Presidenza del Consiglio dei ministri a favore delle imprese radiofoniche e televisive locali;
tali provvidenze consistevano: nella riduzione tariffaria del 50 per cento dei costi delle utenze telefoniche; nel rimborso del 40 per cento dei costi delle utenze elettriche e dei costi dei collegamenti satellitari; nel rimborso del 60 per cento dei costi dei canoni di abbonamento delle agenzie di informazione radiotelevisiva;
si tratta, in particolare, di tagli che ammontano a 20 milioni di euro per il 2010, a 90 milioni per il 2011 e a 55 milioni di euro a decorrere dal 2012;
sono quasi 900 le emittenti radio-televisive sicuramente colpite dal provvedimento su tutto il territorio nazionale e, nella sola Puglia, oltre 40 emittenti televisive e circa 80 emittenti radiofoniche;
tali provvidenze hanno contribuito, negli anni, all’affermazione del ruolo dell’emittenza locale, garantito l’informazione sul territorio e lo sviluppo dell’occupazione nel comparto;
la crescita dell’occupazione nel settore ha permesso anche la stipula, nell’ottobre 2000, tra l’associazione di categoria delle emittenti locali e la Federazione nazionale stampa italiana, sindacato dei giornalisti, del contratto collettivo nazionale di lavoro, rinnovato da ultimo nel gennaio 2010, con il quale vengono disciplinati i rapporti di lavoro giornalistico nelle imprese radiofoniche e televisive locali;
la soppressione delle provvidenze all’editoria interviene in un contesto di forte difficoltà economica per le emittenti locali, derivante dalla crisi del mercato pubblicitario e dall’esigenza di realizzare importanti investimenti per la transizione alle trasmissioni in tecnica digitale;
tale soppressione è intervenuta, peraltro, in modo retroattivo, a decorrere dal 1° gennaio 2009, con la conseguenza che le emittenti locali avevano svolto l’attività informativa nel corso dell’anno 2009, confidando nel riconoscimento delle provvidenze;
il Governo, in sede di discussione nell’Aula del Senato del disegno di legge n. 1955-B, ha accolto l’ordine del giorno G10-sexies.100 che impegna il Governo, tra l’altro «a prevedere, anche al fine di garantire il pluralismo dell’informazione, l’inclusione delle imprese di radiodiffusione sonora e televisiva di carattere locale fra i soggetti beneficiari dei contributi all’editoria per l’annualità 2009 e per le annualità successive»;
sussiste infine anche un ritardo nell’emanazione dei decreti di riconoscimento delle provvidenze all’editoria relative agli anni 2007 e 2008,
si chiede di sapere:
come il Governo intenda operare anche al fine di garantire il pluralismo dell’informazione per l’inclusione delle imprese di radiodiffusione sonora e televisiva di carattere locale tra i soggetti beneficiari dei contributi all’editoria per le annualità successive, dando così attuazione al citato ordine del giorno;
se e con quali iniziative il Presidente del Consiglio dei ministri intenda operare per recuperare il ritardo nell’emanazione dei decreti di riconoscimento delle provvidenze all’editoria per le imprese radiofoniche e televisive locali, relative agli anni 2007 e 2008.
(4-02904)