Quella di Radio Shabelle, emittente radiofonica somala, è una storia di sangue, di omicidi, di terrore. Ma è anche una storia di libertà e di coraggio, in una terra dove queste parole, ormai da decenni, non fanno più rima con sopravvivenza.
La Somalia è una terra deturpata, devastata, stuprata da vent’anni di conflitti. Recentemente Mogadiscio è tornata ad essere teatro di scontri efferati, con le truppe islamiche facenti capo alle organizzazioni Hizbul Islam e Al Shabaab, prima nemiche ed ora alleate, che tentano, a suon di attentati, di rovesciare l’attuale governo di transizione (Tfg). Radio Shabelle, dal 2002, trasmette da uno dei luoghi meno sicuri della capitale somala, il mercato di Bakaara, nei pressi del fronte degli scontri. Lo scorso anno, a giugno, l’allora direttore dell’emittente, Mokhtar Mohamed Hirabe, è stato assassinato in un attentato, proprio a opera dei miliziani islamici, mentre camminava all’interno della zona di Bakaara. Lo stesso Hirabe era sfuggito pochi mesi prima a un altro attentato, in cui aveva perso la vita l’ennesimo giornalista, Said Tahliil Ahmed, direttore di un’altra importante emittente radiofonica, Horn Afrik, mentre il 22 maggio dello scorso anno un cronista di Radio Shabelle era stato brutalmente assassinato. In totale, dal 2007, sono 20 i giornalisti somali uccisi. Nonostante queste storie di sangue, Hizbul Islam e Al Shabaab non sono mai riuscite a sottomettere l’emittente radiofonica ai propri voleri, come era successo con altre radio, ultima IQK, ex emittente di carattere religioso che, con il consenso del suo direttore, è stata spogliata e messa al servizio dei miliziani. Anzi, il nuovo direttore, Osman Gure, ha deciso di portare avanti la battaglia di Radio Shabelle. Non essendo più possibile trasmettere dal mercato di Bakaara, luogo di scontri, la sede della radio è stata spostata in una zona relativamente più tranquilla, nei pressi dell’aeroporto internazionale di Mogadiscio. Nell’ultimo mese, il direttore, con le sue decisioni, si è inimicato ancor più le truppe islamiche, prendendo decisioni fortemente in contrasto con gli ordini da loro impartiti. Lo ha raccontato, in un’intervista telefonica con il giornalista di Peacereporter Alessandro Micci, il caporedattore Hassan Osman Abdi. Da aprile, infatti, Hizbul Islam e Al Shabaab hanno impartito l’ordine alle radio di non trasmettere più musica nei loro palinsesti; ordine rispettato anche da Shabelle, fino al primo luglio, giorno in cui in Somalia si celebrava il cinquantennale dell’indipendenza. Le milizie avevano imposto, anche in questo caso, di non celebrare l’evento, ma Osman Gure ha deciso che ne aveva abbastanza e, non solo è intervenuto personalmente ai microfoni per ricordare agli ascoltatori dell’anniversario, ma ha anche deciso di riprendere la programmazione musicale. “Da quel giorno – ha detto Osman Abdi – Radio Shabelle ha ricominciato regolarmente a programmare musica come era solita fare. Come conseguenza però Hizbul Islam e Al Shabaab hanno espresso una forte ostilità verso il network. Per questa ragione i nostri reporter sono fortemente limitati nel loro lavoro. Non possono andare contro Hizbul Islam e Al Shabaab insieme, visto che ora sono alleati. Così adesso abbiamo difficoltà nel raccogliere informazioni dalle zone più lontane della Somalia, dal centro del Paese e anche da alcune parti della capitale, Mogadiscio. Ma molta dell’informazione viene anche dalle zone sotto il controllo del Tfg”. Come conseguenza dell’ostilità nei confronti dei miliziani, ora Radio Shabelle si trova anche in una situazione economica disastrosa. Essendo un’emittente libera, vive di finanziamenti, ma “ora in realtà non abbiamo nessuna pubblicità, né inserzionisti, e non riusciamo a raccogliere finanziamenti perché Al Shabaab e Hizbul Islam hanno minacciato gli uomini d’affari invitandoli a non rivolgersi e a non usare Radio Shabelle”, dice ancora il caporedattore. Radio Shabelle, però, continua a trasmettere e ha anche un sito web, consultabile internazionalmente, con notizie in inglese e in somalo, che include anche una web tv locale. (G.M.per NL)