Terzo trimestre positivo per i colossi della rete: Facebook ha registrato un utile in aumento del 79% e i ricavi in crescita del 30% a 10,33 miliardi di dollari; molto bene anche per Google, che ha chiuso il trimestre con un utile netto a +27% e con ricavi che salgono a 22,45 miliardi di dollari. Il social network ha anche visto un aumento del 16% a 2,07 miliardi per quanto riguarda gli utenti attivi mensili (dati Ansa).
Innegabile la grandezza di questi big della rete: se da un lato più del 90% delle ricerche sono effettuate tramite il sopracitato motore, dall’altro lato Facebook sta conquistando il globo; infatti un quarto della popolazione mondiale vi accede almeno una volta al mese.
Questi risultati costituiscono un forte appeal per gli inserzionisti che quindi sono portati ad effettuare significativi investimenti pubblicitari su queste piattaforme, aumentandone i ricavi.
Ma c’è anche un altro lato della medaglia: non solo importanti ritorni economici, ma anche l’occhio puntato da parte del legislatore americano; il forte potere sul mercato di questi gruppi, correlato al caso Russiagate, potrebbe portare a una nuova regolamentazione.
Il problema è sorto con le polemiche sulla possibile interferenza russa nelle elezioni presidenziali 2016 negli Stati Uniti. In particolar modo, la critica mossa ai social network riguarda le inserzioni pubblicitarie di stampo politico: Fb ha ammesso che circa 146 milioni di americani (dato Ansa) abbiano visualizzato sulla piattaforma contenuti “sostenuti” dalla Russia – spazi pubblicitari acquistati da account legati alla Russia – durante la campagna elettorale che ha portato all’elezione di Donald Trump. Ovviamente si tratta di una questione ancora aperta e molto dibattuta, ma il punto è che – in conseguenza a ciò – il Congresso abbia chiesto maggiore trasparenza circa i criteri di assegnazione degli spazi pubblicitari e una correlativa implementazione dei controlli sui contenuti.
Mark Zuckerberg, Ceo e fondatore di Facebook, in risposta ha deciso di assumere 10.000 persone destinate ad operare nel settore sicurezza, in modo da porre tutte le inserzioni pubblicitarie sotto lo sguardo vigile di questi nuovi operatori della trasparenza. Ha infatti dichiarato: “Stiamo investendo sulla sicurezza e questo avrà un impatto sulla redditività. Tutelare la nostra comunità è più importante che massimizzare i nostri profitti”.
Anche Twitter si è sentita coinvolta dalla possibilità di una nuova legiferazione a seguito del Russiagate. Jack Dorsey, a.d. di Twitter, ha reso noto infatti che – per una maggiore trasparenza – saranno pubblicati tutti i dettagli riguardanti le campagne con finalità politiche.
Guardando invece alla situazione economica, la piattaforma di messaggistica chiude il terzo trimestre con ricavi in calo del 4,2%. Fortunatamente, però, si riducono anche le perdite, che scendono a 21,1 milioni di dollari (lo scorso anno la cifra era di 103 milioni). Migliora anche il numero di utenti mensili: questi sono aumentati di 4 milioni, per un totale di 330 milioni complessivi. Si tratta di un buon risultato dopo l’ammissione di colpa nel conteggio: gli utenti erano infatti stati sovrastimati di 1-2 milioni. Il trimestre si conclude bene quindi anche per il social che cinguetta.
I dati positivi di Google, Facebook e Twitter non cancellano però l’incognita di una possibile regolamentazione dei social media da parte del Governo americano; regolamentazione che però potrebbe avere risvolti negativi sulla vita delle piattaforme. (G.C. per NL)