Bruxelles. Oltre alle già note dichiarazioni del commissario Viviane Reding, in materia di web 3.0 (sull’argomento cfr. qui), arriva dalla Commissione Europea la conferma per istituire un’auto-regolamentazione dei cosiddetti “social network”, i siti costituiti da grandi comunità virtuali che permettono agli utenti registrati di gestire il proprio spazio personale e di maturare relazioni sociali sul web (si annoverano tra i più noti Facebook, MySpace o LinkedIn). Durante la conferenza Safer Internet Forum, il commissario europeo per la società dell’informazione e i media Viviane Reding, ha dichiarato: “Sostengo i regimi di autoregolamentazione del settore, ma solo se sono largamente accettati dagli attori e attuati in modo efficace”. A quanto pare la tradizionale netiquette non è più sufficiente, ma una strada alternativa rimane difficile da individuare. Gli spazi gestiti per lo più dagli internauti necessitano di controllo e misure che possano tutelare soprattutto i più giovani. Considerando inoltre l’immenso traffico di materiale fotografico e video si pone senza dubbio la necessità di non perdere di vista la questione, essendo ormai tali ambienti virtuali parte integrante della vita quotidiana (oltre che paradossalmente privata) di molti. La Reding ha perciò sottolineato che l’Unione Europea ha già instaurato rapporti con i rappresentanti dei più noti “social network”, anche nella speranza di delineare, con priorità estrema, la nuova regolamentazione riguardante la protezione dei bambini su internet, argomento sul quale la responsabile Ue desiderare categoricamente ottenere risultati concreti entro il prossimo febbraio. La Commissione rende noto inoltre che il 56% dei cittadini dell’Unione che utilizza abitualmente internet naviga costantemente tra le pagine dei social network, dedicandoci almeno 3 ore al mese. Inoltre gli utenti europei dovrebbero passare dagli attuali 41,7 milioni a 107,4 milioni nei prossimi quattro anni. I Ventisette paesi richiamati all’attenzione, erano già stati messi in allerta a fine maggio, quando un alto responsabile dell’Enisa (European Network and Information Security Agency) aveva evidenziato la necessità di norme comuni a livello europeo per quanto concerne la diffusione di foto, video e materiale personale, poiché secondo comScore una persona su dieci al mondo è già parte di un “social network”. (Silvia Bianchi per NL)